sabato 29 marzo 2014

Mamma Me Lo Aveva Detto(Che Dio lo abbia in gloria, Elvis)

Ehi grandissima testa di minchia, lo vuoi alzare quel cazzo di volume, di quella fottuta radio. Non lo senti che il Re del rock’n’roll sta cantando.
Spider Murphy suonava il sassofono tenore, Little Joe soffiava nel trombone. Il batterista dell’Illinois faceva crash, boom, bang, l’intera sezione ritmica era  “The Purple Gang”.Forza! Balliamo il rock, tutti insieme, balliamo il rock. L’intera prigione stava ballando il Jailhouse rock.”
 Quando ero ragazzino mio nonno mi faceva tirare di box perché aveva paura che potessi diventare ricchione. Mi faceva schiattare di fatica in quella palestra. Io però glielo dicevo: “nonno a me le femmine mi piaccionooo!” Ma lui niente, non mi ascoltava, dovevo stare li a  tirare cazzotti in quel cazzo di sacco duro come una pietra. Alla fine le nocche delle mani mi facevano talmente male che non potevo neanche tenere le posate per mangiare. Poi però arrivò  il giorno in cui lo ringraziai per tutto quel sudore che mi aveva fatto gettare. 
Elvis aveva assorbito troppi generi musicali e non si riusciva a trovare una direzione precisa. Modulava il canto ogni giorno in maniera diversa. Alle volte cantava come fosse un bluesman di strada, altre come un cantante country, altre ancora come un crooner. L’idea di base era quella di fondere tutti quegli stili che Elvis aveva incamerato e farli maturare in qualcosa di nuovo. Ma con tutto l’impegno profuso non si riusciva a cavare nulla di buono. Alla fine Sam decise di gettare la spugna. Fu in quel preciso momento  che il destino bussò alla porta. Elvis lo convinse a provare un pezzo che gli piaceva particolarmente, un brano che il bluesman Arthur Big Boy Cudrup aveva inciso dieci anni prima. La canzone si chiamava That’s All Right Mama.Beh, mamma me l’aveva detto, E me l’aveva detto anche papà,“Figliolo, quella ragazza con cui te la stai spassando Non va bene per te.”  
 La pioggia sferzante mi colpi in pieno. Mi infilai sull’auto e scivolai lungo la strada deserta. Mi sentivo ostile con il mondo ed ero arrabbiato con me stesso per non aver visto le cose come andavano per non essermi fermato prima a ragionare. Prima che restassi solo come un cane bastardo. I miei figli con ragione non ne volevano sapere più di me e non li potevo biasimare, avrei fatto lo stesso anch’io se mio padre si fosse comportato come avevo fatto io con loro. Ma ero anche troppo orgoglioso per chiedere scusa. Avevo lasciato molto tempo fa la mia casa, ed abitavo in un vecchio motel. Non m’importava più di niente, neanche di morire. Ma a Maria avevo scritto un sacco di lettere d’amore che non gli avevo mai spedito. Erano tutte raccolte dentro un piccolo bauletto di legno che era appartenuto a mia madre. Chissà  forse un giorno le leggerà pensai
Perché non si può vivere come la si pensa, ma bisogna fare esattamente il contrario? Perché non si può vivere tutti insieme ed essere ciascuno quel che è? Guardai fuori dalla finestra senza vedere niente, restando in piedi fino al mattino. Tutto era andato in malora. Ma quando c’era Maria… non c’era niente di più bello. Bevvi una lunga sorsata di whisky. Tirai la tenda della finestra e mi sedetti sulla poltrona ad aspettare che finalmente mi venisse a prendere.
Le ultime esibizioni di Elvis furono una serie di concerti tenutesi a Las Vegas  nel giugno del 1977. Esiste  un filmato in cui il Re canta seduto al pianoforte Unchained Melody, è sudato, stanco ma sorride  alla vita, sorride a chiunque lo tocchi, come solo lui sapeva fare. Canta con passione anche se il suo fisico è tormentato dai farmaci, ma il suo grande e generoso cuore  dà tutto quello che ha per rendere felice il suo pubblico, anche quando intona per l’ultima volta Are you lonesome tognight. ( Uomini In Bilico tratto da Viaggiatori Nella Notte)
 

7 commenti:

  1. Grande post! Amo vedere Elvis, che è da sempre il mio artista preferito nei blog altrui, in special modo quando sono belli come il tuo, che ho scoperto pochi giorni fa. Un unico appunto ad un racconto che ho trovato davvero coinvolgente: l'ultimo giro di concerti di Elvis, quello del giugno 1977, fu un tour vero e proprio, inaugurato a Springfield il 17 e concluso il 26 ad Indianapolis. Nello specifico, Unchained Melody è tratta dallo spettacolo del 21 giugno a Rapid City. Ancora complimenti, a presto!

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  2. Grazie a te Roberto. La mia semplificazione in "l'ultimo giro" è solo il mio stile, che non vuole essere quello del giornalista musicale, per cercare di raccontare in un altro modo il rock.grazie davvero per i complimenti che fanno sempre bene.

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  3. Che Dio lo abbia in gloria! (ma poteva chiamarlo a sé un po' prima, tanto per evitargli gli ultimi tormentati anni di vita)
    Post strepitoso, come sempre...è una goduria leggere le tue parole.

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  4. C'è un un racconto da qualche parte nella mia testa .Sto aspettando quello spiraglio di luce, per iniziare a scrivere di quel giorno, quando il conduttore del Tg1 disse che il Re mori'. Ant tu sei troppo buono con me. grazie

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  5. Quando passo da te è come sentire subito una sferzata di musica che mi assale , calda, suadente , inimitable..
    Che post meravigliosi..dei piccoli libri, pezzi di vita che ti si incollano al cervello..
    Sei adorabile amico mio!

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