domenica 28 giugno 2015

Nato Sotto Il Segno Del Fuoco

Non si può separare il vissuto dal suo ricordo. Nessuno è in grado di farlo neanche il rock’n’roll. Che poi non è altro che uno sbuffo di fumo, dentro la nebbia. Attraversai la stanza e rimasi fermo davanti alla libreria, mi chinai nella fila sottostante dei dischi, e scartabellai le copertine. Trovai degli spartiti per chitarra infilati in una custodia, e un vecchio disegno che ritraeva lo strano profilo di un uomo, con un buffo naso. Il quartiere dov’ero cresciuto era in rovina. Un sindaco bizzarro più bravo a parlare che a fare, aveva ridotto quel che restava in macerie. Tutta la città aveva un aspetto miserevole. Bottiglie vuote, sporcizia, e carte di giornali ingombravano i bordi delle strade. I negozi chiusi soverchiavano di gran lunga, le attività ancora redditizie. La mancanza di lavoro raggiungeva vertici inaccettabili. Il vento di scirocco fece cigolare le finestre. Qualche giorno addietro un uomo era entrato al Comune con un bastone, cercando di aggredirlo. Era un alluvionato ormai esasperato perché da lungo tempo viveva in strada, insieme al figlio handicappato. Erano stati lasciati soli. Bere migliora la visione delle cose. Mi versai della vodka ghiacciata alla menta e me ne stetti assorto, seduto sul divanetto rosso. Fuori il vento continuava a gemere.


On Your Way Down sono due performance in studio dell’aprile 1973 e del settembre 1974, dei Little Feat. Il viaggio di una vita. Non appena accesi lo stereo "A Apolitical Blues" s’infilò con prepotenza dentro la stanza grattando il blues, e serrando le mascelle. Lo fece prima che quella mezza luna gialla, sparisse dalla mia visuale. "Be' il mio telefono squilla e mi hanno detto che era il presidente Mao. Non ditegli niente, non ho voglia di parlarci adesso. Ho il blues apolitico, il più terribile dei blues". Ci voleva un disco del genere per ricordarmi di che pasta ero fatto, e mi riappropriassi in un attimo dei fondamenti della mia vita. Perché ogni uomo non può esistere senza una storia precedente. Sin da ragazzo mi erano sempre piaciute le canzoni semplici. Quelle che magicamente sembrano che possiedano la chiave della tua serratura. Non sai il perché ma serpeggiando, sterzando e stridendo, sanno arrivare in cima alle scale. On Your Way Down suona quel blues maledetto che ti fa tremare come una foglia, nel buio della notte. Ha con sé quel furioso richiamo della strada che con le sue speranze, e i suoi desideri, conficca i suoi speroni nella profondità della tua anima. E’ il sangue caldo del Delta, che scorre dentro il corpo di Lowell George. Voglio la coca, amo la coca. Ma credo che mi porterà dritto alla tomba. Ehi, tesoro, ti offro una sniffata. (Traditional)

Molte cose sono svanite nel nulla. Altre invece resistono a tutte le intemperie che la vita provoca. Ho sempre avuto molti limiti non lo nascondo. Certa musica rock non ha mai fatto parte della mia vita. Non è riuscita a parlarmi, ecco tutto. Ci ho provato a stare dietro a quelle saghe barocche, che andavano di moda nella metà degli anni settanta. Ma era musica troppo pomposa, esagerata, che non mi scandalizzava, e non mi faceva sentire una torcia che ardeva, nel bel mezzo della notte. Questo modo di essere mi ha tagliato fuori da quasi tutti i miei coetanei, che invece andavano di matto per quel rock sinfonico. Non ci sentivo niente di familiare per le mie orecchie, anzi mi rendeva tutto troppo complicato.


Il sogno del viaggiatore per me era un’altra cosa. Non combaciava con quelle strutture musicali complesse, ma anche artificiose. Mi piacevano le canaglie, i trasgressori, i banditi, gente fuori da ogni schema. Personaggi come Captain Beefheart, Velvet Underground, Stooges, MC5. Visionari e poeti, ambigui ed energici, che suonavano un rock alle mie orecchie rivoluzionario. Musica irregolare, inseparabile dall’azione, ansiosa e incorruttibile. Che usava la chitarra elettrica come un fucile. Un rock che schivava le leggi, andando a mescolarsi alla vita di strada. Musica che però è finita come un martire alle fiamme. Ma quelle fiammelle protette da un vento tignoso, si sono sparse per il mondo, e infilate nel cuore di molti ragazzi che vivevano ai margini delle città. Quei giovani che non sono sfuggiti a quel desiderio di ribellione, hanno rimesso in sesto quella storia e sono stati pronti alla ricompensa. Il punk fece la sua comparsa nel 1976. Il rock suonava nuovamente rozzo e volgare, e vestiva i panni dell'anarchia. Fu così che ci furono nuovi musicisti-poeti, pronti a finire in carcere per motivi politici. Uno dei sogni più belli del rock'n'roll, il punk. Due mondi lontani che adesso si afferravano per mano camminando fianco a fianco, nella desolazione urbana. Il luogo degli ultimi.

Adesso mi è molto più facile sentire musica, e la cosa non mi dispiace affatto. Non avendo  avuto mai troppi soldi, non ho potuto comprarmi tutti i dischi che desideravo ascoltare. Ho acceso il computer e ho messo il disco di Ike Reilly, che solo il titolo Born On Fire mi ha fatto provare un’eccitazione improvvisa. Un duro un combattente Reilly, che racconta storie di perdenti, drogati, emarginati e disperati. Ma sa anche urlare quelle rivendicazioni sindacali che oggi appaiono come una bestemmia, tuonata davanti al papa. Ike per vestire le canzoni usa tutto il patrimonio con il quale il rock, si è infettato strada facendo. Dal blues, al punk, dal R&B, fino alla ballata folk, sgangherata e ubriaca. C’è anche il riff di Louie Louie che ci riporta quei brividi selvaggi, che corrono sul filo elettrico di una maledetta sei corde. C’è un sacco di passione e originalità, in queste canzoni. Ma soprattutto c’è il rispetto per la storia di molti di noi, che ci ritroviamo a camminare in un’alba solitaria. Canzoni contro la guerra. Lacrime e cicatrici. E un sacco di perle sparse lungo il tragitto. Come un vero dannato impugna la spada del rock, pronto a infilzare chiunque tenti di fargli resistenza. Un disco che ti cattura scappando nella notte, su quella corsia riservata a chi è nato sotto il segno del fuoco. La nostra vita è il ritratto del mondo stesso. Un sogno dentro il sogno, inciso nella pioggia all’approssimarsi della notte. 

Ogni cosa è qui per essere cattura. Tutto quello che mi sono lasciato dietro le spalle, in qualche modo è tornato. Ma io non sono quello che credevo. Io non sono niente. Semplicemente ero giovane.


 Bartolo Federico




sabato 27 giugno 2015

Stavo Cercando Le Mie Scarpe


La luna sanguinava. Rimasi in silenzio e allontanai il bicchiere. Lo diceva Leabelly che ci vuole un uomo con il blues, per suonare il blues. Quando udii cantare Son House la sua musica penetrò dentro di me, ansante e sbuffante. Fui sommerso da quel sentimento di disperazione e angoscia, che la sua voce roca e passionale trasmettevano. Mi strappò con ferocia la pelle dall’anima, e diventai rosso per la paura. Quell’uomo con la sua emozione aveva superato qualsiasi frontiera, e mi parlava a tu per tu. Mentre il mio cuore penetrava nel Delta, Son cantava la sua canzone facendo scivolare la lama di un coltello, tra le corde di un dobro. La musica si fece ancora piu' straziante. Bastava solo guardarlo, e chiunque avrebbe capito cosa significava essere un negro, e avere il blues nell'anima. Mi accesi una sigaretta. Un uomo che insegue i propri sogni, non ha nulla da rimproverarsi. E le cose non avranno mai fine, finché c'è qualcun'altro che le racconta Qui al sud, il clima è sempre uguale. Non cambia mai. Come i politici. Ho incrociato le braccia e lentamente sono andato via. Mentre quel blues continuava a risuonare.



mercoledì 17 giugno 2015

Il Mio Amico E' Un Nero Del Cazzo


Aveva la pelle e i capelli neri, come suo padre una voce roca e profonda. Un giorno si comprò una chitarra, e suonando sotto il ponte della ferrovia accordi semplici ed essenziali, gli venne fuori un blues paludoso. Un blues oscuro che sapeva di pioggia e nebbia, di sole e vento, che si amalgamava perfettamente all'aria umida del mattino. Il bayou s’illuminò sotto i raggi del sole. Lightnin'Slim che una volta era stato Otis Hicks seduto sotto il portico della sua baracca, bevve della limonata ghiacciata con dei ciuffetti di menta. Il blues non ti rende ricco, come invece fa la politica. Quella si che fa diventare giganti uomini insignificanti, insulsi, banali. Gente che si occupa di costruire centri commerciali, finte autostrade, e qualunque cosa gli faccia guadagnare un sacco di soldi. Chissà poi perché, a questi non li rinchiudono mai in un manicomio. Il vento si alzò facendo increspare il bayou. C'è chi si nutre di disprezzo, di odio, del sangue di gente lasciata sola a marcire sugli scogli di una spiaggia qualunque. La storia alle volte dovrebbe raddrizzare il tiro, e non prendersela sempre con gli stessi. Il mio amico è un nero del cazzo, uno che vorrebbero vedere morto, o appeso a una forca. 

All' armonica a bocca c'è "Wild" Bill Phillips. Ecco a voi  Lightnin'Slim mentre  suona la sua sfortuna .


lunedì 15 giugno 2015

Guidando Tutta La Notte

Quando ti ho persa tesoro
a volte penso di avere perso anche il mio coraggio
e vorrei che Dio mi mandasse una parola
mi mandasse qualcosa
che potessi avere paura di perdere
distesi nell’afa notturna
come prigionieri per tutta la vita
ho brividi lungo la schiena
e tutto ciò che voglio è stringerti forte
Giuro che guiderò tutta la notte
solo per comperarti un paio di scarpe
e assaporare il tuo dolce fascino
e voglio solo dormire stanotte
ancora nelle tue braccia
Stanotte ci sono angeli caduti
e ci stanno aspettando giù in strada
stanotte ci sono sconosciuti che ci chiamano
li sento urlare sconfitti
lasciali andare, lasciali andare, lasciali andare
a fare le loro danze della morte
(lasciali andare avanti)
devi solo asciugarti gli occhi ragazza
e coraggio, coraggio coraggio
andiamo a letto, piccola, piccola, piccola
Giuro che guiderò tutta la notte
solo per comperarti un paio di scarpe
e assaporare il tuo dolce fascino
e voglio solo dormire stanotte
ancora nelle tue braccia
Ci sono macchine e fuochi
che ci aspettano ai margini della città
sono lì fuori in affitto ma piccola
non ci possono fare del male ora
perché tu hai, tu hai, tu hai
tu hai il mio amore, tu hai il mio amore
attraverso il vento, attraverso la pioggia
la neve, il vento, la pioggia
tu hai, tu hai il mio, il mio amore

il cuore e l’anima”.