domenica 6 febbraio 2011

Cartolina Per un Sogno.


Da quando è venuto al mondo, il rock’n’roll ha sempre rappresentato, nell’immaginario collettivo, qualcosa che sfugge alle regole. Si è assunto l’onore di rappresentare migliaia di giovani che si ribellavano al potere e che sognavano il cambiamento mediante la rivoluzione culturale, come alternativa a quella politica, travalicando la musica stessa, fino a diventare uno stile di vita.
Il rock ha rappresentato il futuro, l’avanguardia, l’evoluzione. Oggi questa cultura sembra svanita.  

Il rock ha perso parte della sua forza sovversiva e si è istituzionalizzato. Chiunque, anche il più pop dei cantanti, viene definito rock. Questo, a mio modo di vedere, ha causato una perdita d’identità per cui vale l’equazione: “tutto è rock, nulla è rock”. Nell’immaginario giovanile il rap, l’hip hop, hanno preso il suo posto, perché con il loro linguaggio parlano ai ragazzi che si riconoscono in quei gesti, in quelle parole, in quella musica.

Il rock è diventato roba per vecchi, fatto da vecchi che si trastullano a ricordare i vecchi tempi andati, che hanno perso il gusto della scoperta, che guardano il mondo dal loro limbo dorato, dalle certezze acquisite, auto compiacendosi per l’equilibrio raggiunto. Ma, come per il blues, anche per il rock vale la stessa regola: devi stare scomodo per suonare vero e sincero.


Il rock ha sempre rappresentato la voglia di vivere, di respirare, di urlare, di mettersi in gioco, cosa che al momento sembra non essere. E questo mi mette tristezza, perché non vedo vie d’uscita. Il rock sembra destinato a scomparire, a meno che non succeda una nuova rivoluzione come quella che l’avvento del punk produsse.

Già il punk . Quella musica bistrattata dai più, quella musica che restituiva energia, entusiasmo eccitazione. Quella musica che riportava il rock’n’roll nei piccoli club, dove non esistevano distanze siderali (come per i concerti negli stadi) tra il pubblico e la band, dove l’espressività contava molto più della tecnica. Dove tutti imparavano qualcosa. E tutto accadeva in presa diretta.


Con l’avvento del punk, aveva luogo un’altra grande rivoluzione: le donne assumevano un ruolo centrale nella musica. Basti pensare a Patti Smith, Debbie Harry, Siouxsie Sioux. Si formavano band di sole donne: le Slits, le Runnaways, le Raincoats. Tutte loro facevano parte del movimento ed erano protagoniste, non per il loro sex appeal, ma come musiciste.

Oggi fa musica solo chi è supportato dai mezzi d’informazione che contano, chi può andare negli stadi e riempirli.Chi fa cassa.Tutto il resto non conta. L’importante per l'industria è consumare l'evento, aspettando insaziabili il prossimo  su cui attaccarsi, come vampiri . E intanto il rock langue.



Bartolo Federico Febbraio 2011