giovedì 3 aprile 2014

Un Nuovo Giorno

Oggi è sabato e il tempo è incerto. Dalla mia finestra guardo il sole che sta scemando lentamente dietro la collinetta e sono quasi ubriaco. Il telefono continua a squillare ma me ne sto fermo su questa sedia a cercare di afferrare il significato delle cose che seguitano a sfuggirmi. Così, senza accorgermene, finisco per scolarmi la bottiglia di vino da due euro al litro. Desidero andarmene da qualche parte, è da tempo che voglio cambiare aria perché a stare fermi le cose peggiorano di giorno in giorno. Tengo le palpebre strette, il capo reclinato e intanto penso che non ho mai fatto realmente parte di questa società e che il distacco tra me e il mondo si fa sempre più grande. Ma è solo colpa mia se adesso non riesco più a tenere a bada l’inquietudine. Ho i capelli arruffati e la faccia tirata. Mi alzo e vado in cucina a bere un bicchiere di acqua minerale. Qualcuno suona alla porta di casa, lo mando affanculo, che non mi rompa i coglioni chiunque esso sia. Per il momento ho voglia di dormire e che mi lasci a sudare e imprecare mentre qui da solo impazzisco. 
 “Deve fare il furbo per riuscire a farcela in questo mondo” mi ripete lo strizzacervelli della mutua. Per un attimo mi guardo allo specchio che sta sulla parete proprio di fronte a me. Il foulard di seta legato al collo è assai simile a quello che usavo quando avevo diciassette anni e di cui allora mi servivo per affrontare i miei primi giorni di pioggia. Ho ancora i capelli lunghi alla Jim Morrison, sono vestito di nero e porto scarpe a punta di camoscio, come quelle che aveva Bob Dylan in una foto scattatagli  durante gli anni sessanta. E mi sento spacciato. Con questa faccia da stupido che mi ritrovo dove vuoi che vada, penso. Forse ad inseguire la pazzia della notte per poi restarmene supino a guardare il soffitto mentre ascolto la pioggia cadere.
 Esco dall’ambulatorio con l’inventario delle mie disgrazie, e decido di andarmene a zonzo per la città. Arrivato nei pressi del porto, un gran via vai di militari mi mette in allarme e, siccome sono assai allergico alle divise, nella confusione che si è creata tento di cambiare rotta ma, dopo un occhiata un po’ più attenta, capisco che non ho nulla da temere, che è solo una parata militare in memoria di non so che cosa. Ascolto la fanfara suonare l’inno nazionale, poi mi accendo una sigaretta e sputacchio di lato. Ci sarà sempre la guerra e ci sarà sempre gente pronta a scannarsi. E in quell’istante prendo nota che ho perso l’ultimo scampolo di fiducia, l’ho cacciata da qualche parte ma non ricordo più neanche dove. Forse l’ho spinta in fondo al corpo insieme alla speranza e l’ho mandata giù talmente in profondità che è finita nell’intestino insieme alla merda.
 Nel corso della notte mi sono svegliato più volte con l’angoscia che mi attanagliava il cuore. E alla fine ho deciso di non dormire più, tanto i miei incubi avrebbero continuato a perseguitarmi e non me lo avrebbero permesso neppure se avessi voluto. Come chiunque, ho sempre fatto molti errori ma non ho mai cercato scuse o trucchi per difendermi. Forse non ho mai spiegato fino in fondo cosa mi accade dentro, ma è sempre stato troppo faticoso. Così, mi sono sequestrato da solo e sono rimasto in silenzio. Non ho rimpianti per questo, perché dovrei averli adesso che sono come una vecchia abat-jour posata sul comodino ad illuminare i ricordi. Adesso che intorno a me vedo solo i pezzi di un uomo sparpagliati per la stanza.
 Cammino su e giù per la stanza e tutto mi sembra una fregatura. In cosa si sono trasformati i miei sogni non lo so più. Certo ci sono un sacco di persone sbronze come me a quest’ora della sera. Da dove comincio allora? Forse da quel libro che devo scrivere. Mi riempio il bicchiere mentre una fredda tristezza mi attraversa il cuore. L’ho imparato su me stesso che quando si cammina dal lato infernale non si torna più indietro. È una notte molto buia e sento le sirene nella strada. Credo che lascerò dondolando questa città. 
(Pezzi Di Un Uomo tratto da: Viaggiatori Nella Notte)












2 commenti:

  1. Oggi è venerdì e nessuno (fortunatamente) suona alla porta, ma il tempo è incerto ugualmente...e questa storia ha riempito alla perfezione questa serata (e il bicchiere).
    Eh si "quando si cammina sul lato infernale non si torna più indietro"

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  2. Siamo nati alla mezzanotte del periodo più scuro ma sicuramente il primo minuto di un nuovo giorno offre… nuova forza (Morning Thoughts - Gil Scott Heron).

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