mercoledì 6 marzo 2013

LE BALLATE LUCENTI

   L’aria è umida, il vento soffia leggero e il cielo si è coperto di nuvole. Tra non molto verrà giù la maledetta pioggia. Me ne sto seduto in un bar del centro e me la prendo comoda. Osservo la gente passare, niente di che. Se non che oggi mi sembra di essere come un vecchio hippie che ha imboccato la strada sbagliata e non sa che direzione prendere. Per l’appunto, niente di che. Qualche giorno fa, su una bancarella, ho comprato un cappello, come quello che usavano i folk singers negli anni 60, alla Dave Van Ronk per intenderci. Sotto il cappello ho nascosto un po’ di sogni, di quelli che vengono buoni, quando ti senti scarburato con il mondo. Ed eccomi qui, dentro una folla di pensieri, mentre sorseggio un caffè alla nocciola. Sono isolato, penso, ma non arrabbiato. Mi rendo conto che non è più tempo di cose comuni, di grandi ideali, di destra o sinistra, non è più tempo di nulla. O almeno cosi tentano di farmi credere. Tutto è a portata di mano, ma è una grande menzogna. Si vedono i buchi delle loro bugie e non bastano le pezze che tentano di metterci. Certo sistemeranno le cose, rovesceranno le regole e pagheranno i soliti. Meglio non farsi illusioni. Ed allora mi prende, improvviso, quell’ antico senso di smarrimento che arriva in concomitanza di una pioggerellina lenta e fitta. Mi sistemo il cappello e  cammino lento, come le canzoni di Howard Eliott Payne. Un altro scarburato che si crede di vivere nella West Coast, tra hippie e beatnik. Anche lui finito in quella discarica di sogni usati, battuti dal vento. Buoni per chi ancora è un ingenuo che crede che un pugno di canzoni possano cambiare le cose. Buoni per farsi mille miglia, sotto un sole cocente, o una pioggia nervosa. Buoni per non fare appassire i ricordi e arrivare in autostop fino a Big Sur. Belle nella loro povertà, mentre si attaccano al cuore. Ed ogni volta che mi succede è come se fosse la prima volta.
Bartolo Federico 




                                    

3 commenti:

  1. Grandissimo post Federico...veramente da standing ovation...
    Si impara moltissimo leggendolo, così scrive un vero blogger...
    Abbraccione!

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  2. I sogni a volte escono da sotto il capello, vogliono passeggiare al mio fianco, alla luce del sole. Io cammino e sorrido, eppure ogni tanto incrocio lo sguardo del senso di smarrimento, mi guardo attorno, spero che nessuno se ne sia accorto, io però l'ho visto, è lì.
    Un pugno di parole, un pugno di note, possono dare il coraggio di superare quell'incrocio, e lasciarsi lo smarrimento alle spalle. Per un altro po'.

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