domenica 28 settembre 2014

Quando La Città Cade Nella Notte




Giorno e notte Sento la sua pelle è sottile e bianca come latte condensato. Chiusi gli occhi e lei svanì, come la seta bruciata. E ciò che resta è stato come qualche tuono caduto. E le mie labbra sono incatenate; piene di vuoto stupore. Ma le stelle dicono bugie, e accecano l'unico avvertimento. E quando il buio muore, non c’è più niente.(Day And Night – Jim Carroll)


Alle volte le uniche cose ad avere la luce, sono le stelle. Il resto sembra avvolto dalle tenebre. Dopo una gincana tra le auto dei clienti posteggiate sul marciapiede, entrai nel bar-tabacchi. L’unico a quell’ora della notte, ad essere ancora aperto. Dei ragazzi seduti sugli sgabelli vicino alla vetrina vestiti come Eminem, bevevano birra e ridevano. Comprai un pacchetto di Winston, un accendino zippo, ed uscì. Nella penombra una donna e un uomo camminavano abbracciati, poi s’infilarono nell’hotel con l’insegna bianca, in fondo alla strada. Le cose che fai passano e se ne vanno senza che tu te ne accorga. Ma nessuno di noi è in grado di sapere quello che uno farà, e neanche dove andrà a finire. Il più delle volte ci passiamo sopra a questo mondo, quasi inosservati. Capita pure che un giorno ci si svegli e ci si senta traditi, e non si riesca più a trovare le parole. Senza rendersene conto senza lotta, ci consegniamo agli eventi. Rabbrividendo. Tornai a casa e restai per un pezzo alzato, guardando fuori dalla finestra. Dopo mi distesi sul letto con la radio accesa, ascoltando il notiziario della notte. In strada non c’era quasi più nessuno, passava solo qualche macchina. L’ho amata. Poi all’improvviso tutto è peggiorato ed è andata via. La vita può cambiare così velocemente e in un modo repentino, che in un primo tempo non ci fai neanche caso, tanto si è distratti dalla casualità dell’accaduto. In seguito ci sente storditi, e si finisce a testa in giù. Dentro una ballata rock scura e dolente, come quelle di  Lee Fardon.


Era sbucato all’improvviso dalle nebbie londinesi quel ragazzo con il cuore pieno zeppo di sogni e canzoni, che trovavano ispirazione in Dylan ,Van Morrison, e Lou Reed. Il suo disco Stories Of Adventure uscito nel 1981, aveva suscitato l’attenzione di tutti quelli che si erano ritrovati per strada traballanti, è fuori moda. Gente che non aveva ancora acquisito la forza della saggezza per fermarsi di botto. In quei solchi c’era quella smania di andare a vedere i colori della notte, insieme a tutti quelli che si sentivano con le spalle al muro. Canzoni che sono come una cicatrice ruvida. Che hanno il colore bluastro del livido di una brutta botta. Pochi accordi per ricamare un sound roco e struggente. La voce profonda di un uomo che guarda la vita andare a rotoli, ma che cerca anche un modo per salvarsi. E ti batte direttamente sul cuore. Questo disco fragile e forte nello stesso tempo, racconta la sua rabbia, e la nostra malinconia. Lei mi aveva detto: Non era così che mi aspettavo che andasse. Mi spiace ma non posso più stare con te. Udii la porta sbattere nient’altro. Alle volte le cose finiscono tutte in una volta.


I miei genitori non divorziarono, ma era come se lo avessero fatto. Mia madre non faceva niente per non far trasparire l’odio che covava per mio padre. Ma il più delle volte s’ignoravano. Era stata una vita di sopportazione da parte di tutti che aveva prodotto un accumulo di rancori, e di disprezzo. Perché lo avevano fatto? Me lo sono chiesto un mucchio di volte. Ma non ho mai trovato una risposta. La mattina presto di buon ora, ero seduto in cucina. Avevo fatto il caffè e con una tazza fumante in mano, me ne stavo a scrutare i pensieri. Al di là dei proclami del governo e di quello sparacazzate, c’era molta gente a spasso e le cose peggioravano di giorno in giorno. Non avendo niente da fare dovevo solo trovare un modo per passare la giornata. Come molti cercavo di tirare avanti, ma alle volte mi frullavano cattivi pensieri. Per distogliermi accesi il computer e ascoltai una playlist musicale, che mi ero fatto qualche tempo prima. La prima canzone era The Have Nots degli X. 

Questa è la gara che è in atto mentre tu giochi. Come ci si sente ad avere la propria bottiglia di whisky accanto al bancone. Come ci si sente a giocare a carte con le cameriere, mentre loro lavorano.


Quella mattina, andai a trovare la moglie del mio amico Massi. Lo avevano arrestato dopo che una notte aveva forzato una finestra ed era entrato in un supermercato. Aveva arraffato un po’ di alimenti riponendoli dentro una busta di plastica. Aveva preso solo quello che gli serviva, niente di più. Tremava come una foglia e non si era nemmeno accorto, che l’allarme era scattato. Così ad aspettarlo fuori c’era già la polizia. Il giudice lo aveva condannato ad un anno di carcere senza concedergli alcuna attenuante. La ditta per cui lavoravamo, aveva licenziato ventitré membri del personale tra cui noi. Eravamo disoccupati da sei mesi. Ti mandano via e ti lasciano solo in un mondo impassibile. Ti umiliano e fanno si che perdi anche quel barlume di dignità, che prima t’illuminava la vita. La giustizia deve fare il suo corso mi disse il giorno del processo il Pubblico Ministero. Che se ne vada al diavolo. Non c’è mai stata giustizia per i poveri. Mai. Concussion di Matthew Ryan è un disco che parla di vita reale. E' un vuoto grande quanto un pugno, non più grande del cuore. E’ il resoconto di un uomo in fuga dalla legge, un piccolo sconosciuto Nebraska. Hanno toni scuri e violenti queste canzoni senza squarci di luce, ma cosi' profonde e liriche. che t’inchiodano al muro lasciandoti senza respiro. E’ il pulsare delle cose, il loro senso preciso. È un sogno per quello che non verrà mai. Ma è anche il conto alla rovescia di una vita ordinaria. Chi le canta, possiede una voce che è come carta vetrata, che ti ferisce come una scarica elettrica nelle orecchie. La pioggia cominciò a cadere, riempiendo l’aria di un odore stantio inzuppando d’acqua la città assetata. 


Il bar era abbastanza spazioso appoggiai i gomiti sul bancone, e ordinai del gin con ghiaccio. Il barista finì di lavare frettolosamente i bicchieri, che sistemò in fila su un canovaccio si asciugò le mani, e mi versò da bere. Abbassai gli occhi e sorseggiai il contenuto. Da un po’ di tempo mi tremavano le mani, era il mio stato nervoso che era molto scosso. Me lo aveva detto il medico della mutua che mi ordinò dei psicofarmaci, che però non prendevo. Lo stress mi stava sgretolando. Faccia pure pensai tanto di qualcosa si deve pur morire. Quattro persone si sedettero a un tavolino rotondo in fondo alla sala, e presero a parlare ad alta voce. La mia abitazione era un edificio a tre piani col tetto piatto, in un quartiere popolare. Una casa piccola insignificante. Dietro c’era un campetto di calcio in terra battuta. I ragazzini della zona ci passavano il pomeriggio giocando al pallone. Ripensai a Nella, la moglie di Massi, mentre rientravo. Era stata contenta di vedermi l’aveva apprezzata la mia visita. Non ci andavo spesso da lei mi pareva d’importunarla, e poi non volevo che i suoi vicini pensassero chissà cosa e mettessero in giro voci strane, che avrebbero ferito un mucchio di persone. Lavorava ad ore come donna delle pulizie. Non era molto quello che ricavava, ma quanto meno riusciva a comprarsi da mangiare.


Le case del vicinato erano tutte al buio. Mi sembrò di poter sentire i suoi passi, e anche altri suoni che riempivano la stanza. Ma il suo calore era una cosa che non potevo cogliere più. Accesi una sigaretta, e soffiai il fumo contro il vetro della finestra. Perché era successo? Non lo sapevo, e non lo avrei mai saputo. Avevo pensato tante cose. Ma l’amore finisce. Bisogna solo farsene una ragione. Fuori in strada i rumori della notte stavano tramando qualcosa di sospetto. Ma io voglio solo un indizio. Perche quando la città cade nella notte, prima dell’oscurità c'è un istante di luce. E tutto allora sembra chiaro e l'altro lato, sembra così vicino. (City Drops Into The Night-Jim Carroll) Dei ragazzi in mezzo alla strada stavano spacciando eroina. Si atteggiavano da veri duri con i loro cappelli da baseball con la visiera girata all'indietro, la canottiera bianca, e i jeans, che lasciavano intravedere i boxer. Il grassone ubriaco faceva il gesto della pistola con la mano, puntandola su chiunque passasse. Una macchina nera transitò a velocità ridotta, girò a destra e sparì. A casa di Jim il televisore era appoggiato a terra, e una sigaretta si stava consumando da sola nel posacenere. Regnava il cattivo odore in quell’appartamento in cui mancava l’aria. Il fetore era come quello di un frigorifero sporco. Le tende e le persiane erano abbassate, e  tutto era avvolto nell’oscurità. Lui stava riverso sul letto strafatto, con il laccio emostatico ancora legato al braccio.

Ciò che ti trovi tra le mani è soltanto un altra iniezione, e ce ne sarà sempre un’altra, con soltanto un po’ meno roba della prossima. (City Drops Into The Night- Jim Carroll)


Tutti i suoi amici erano morti, ed era davvero troppo tardi per innamorarsi. Ma anche troppo presto per morire. Avrebbe voluto un mondo senza gravità per volare e vedere finalmente le stelle, e gli angeli dormire. Era nato in una pozzanghera mentre sua madre era in piedi, lasciandogli aperta solo la strada per la tomba. Quando vide il mondo era peggio che incazzato. Poi decise di purificare la sua anima, perché era un ragazzo cattolico. Ma c’era sempre qualcuno che lo aspettava per rubargli la luce dagli occhi. Pur precipitando ha continuato a cantare. Ma  quando gli hanno strappato il vento dall’anima, la città è caduta nella notte. Massi era innamorato di Nella. Ed io lo ero stato di mia moglie. Sentì la nausea salirmi e quella paura del vuoto, si prese tutto di me. Mi diceva che  era una vita da cani quella. Non potevo darle torto. Adesso un po’ d’alcool mi avrebbe migliorato le cose, la loro visuale. Ero stato forse un egoista ma non ero mai stato capace di mentire, rubare, imbrogliare. Le luci del quartiere stranamente risplendevano. Sembravo uno spettro dentro quella casa. Ma era per tutte le cose che amavo che sarei rimasto lì. In attesa della luce del giorno.


Bartolo Federico 


4 commenti:

  1. Jim Carroll, tolti agli addetti ai lavori, penso che si conosca in tre ..io te e Young e Mannocchia................... :D

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  2. Ci stanno anche evil e vlad,quindi in sei.

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