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Bel periodo per un cambiamento, vedi, la fortuna che ho avuto può trasformare un uomo corretto in un uomo cattivo e, quindi, per favore, ti prego, lasciami ottenere quello che voglio. Stavolta..(Please Please Let Me Get What I Want - The Smiths)
Avevo passato la serata ascoltando musica rock, quando all’improvviso di fronte ad una cover di una vecchia canzone resa ancora più fragile e malinconica di quanto non lo fosse già di suo, mi prese una strana commozione. La riascoltai a lungo, pur di non perdere quell’emozione che sapevo non avrei più potuto replicare. Riflettei che ancora non era finita e che c’era da girovagare, senza evitare i dossi e neanche le voragini. Era meglio andare a vedere e sentire, e cercare di stare sulla corda delle cose, perché i sogni sono come messaggi. Così, guidavo concentrato quel mattino, osservando quattro nuvole gonfie come il collo di un oca che si inseguivano nel cielo. Per un po’ si mossero piano, poi, spinte dal vento, accelerarono sorpassandomi. Nel silenzio in cui ero avvolto compresi che non mi era riuscito di rovesciare alcuna regola, e neppure di piegarla. E per un attimo sbandai, smarrito dal tempo che ci supera, e ci batte. Hai voglia a galoppare verso le foreste vergini, se mai esistono ancora, il tempo ci stacca come una saetta e non puoi fare nulla se non affrettarti a corrergli dietro. Fanculo Bart, pensai, in qualche modo mi arrangerò, e sopravvivrò. Certe cose riaffiorano quando non vorremmo. Sembrano intorbidate dentro di noi, rintanate in quegli anfratti senza nome, poi all’improvviso prendono a rimbalzarti su e giù per il cuore. Ed inizi a sentirti dolorante dentro quel mistero dell’anima, tanto da cercare anche quei piccoli dettagli che ti rispediscono diritto all’inferno. Il registratore di cassa suonò. Se male deve essere, allora che lo sia fino in fondo.
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Giù in fondo giri l’angolo diretto al bar, entri infili la moneta nella fessura. Hai bisogno di sentire qualcosa di davvero forte. Con quella che ami stai filando è tutto il giorno che hai voglia di ballare. E ti sei sentito dentro la musica da capo a piedi. E balli, balli balli. Viva, viva il rock’n’roll. La batteria è forte e violenta Viva il rock’n’roll. (School Days -Chuck Berry)
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C’è rock genuino giù a Boston. Tutti che vogliono ballare con la dolce piccola sedicenne. Deve avere più o meno mezzo milione di autografi, ha una borsetta piena di foto. Non vedi che non sta nelle pelle… Oh mamma mamma, ti prego posso andare? E’ tutto così fantastico veder un cantante far furore. (Sweet Little Sixteen)
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Avevo messo il cd dei “Basement Tapes”, un disco di Dylan che suona insieme alla Band, e i chilometri e la stanchezza, adesso, mi potevano fare solo un baffo. Con quella musica sarei potuto arrivare dall’altra parte del mondo, dove forse avrei incontrato dei territori vergini da esplorare. Quelli che stanno cercando alcuni miei amici di viaggio, Evil, Massi, Ant, Vlad, Hyde, vagabondi dell’anima, che si aggirano silenziosi per l’etere. Amo il mio paese, ma non chi lo governa. Sono terrorizzato, perché è stato dato in mano con una serie di manovre ad un babbeo, pericoloso per il futuro della mia gente, tutta. E balli balli, Viva Viva il rock’n’roll. Te lo ricordi dai vecchi tempi rock, rock, rock and roll. (School Days -Chuck Berry). Alan Freed era un disc-jockey, ed anche lui è stato uno dei tanti furbi che ha approfittato del potere di una trasmissione che teneva alla radio nel 1955 per prendersi i crediti di avere inventato la parola rock’n’roll. Di certo ha fatto ridere a crepapelle Fats Domino, che la usava già nel 1947. Programmò a manetta anche “Maybellene”, il pezzo di Chuck, in cambio che il suo nome figurasse come co-autore.
Ci sono molte serpi sparse per il mondo, che non sempre hanno le sembianze animali. Nei miei sogni la giustizia non è fatta per proteggere i ricchi, ma le persone perbene. Però, la mia speranza si trasforma in disperazione a guardare come vanno le cose. Di chi puoi fidarti?, mi chiesi, intanto che la strada si inerpicava su un ponte vertiginoso. Ero sempre pieno di dubbi, sembravo un sopravvissuto ad una catastrofe cosmica. Che cazzo era successo a questo mondo per diventare in questo modo. Multinazionali che comandano milioni di persone, e possono fare ciò che vogliono della loro vita. Chi ha dato questo potere a questi sciacalli assassini?. Chi si è permesso di affamare la Grecia, di ridurre in miseria i popoli africani? Chi sta spingendo affinché l’Italia diventi un serbatoio di lavoro al pari della Cina? Perché è sempre l’uomo qualunque a dover pagare il prezzo più alto? Il vento modella le rocce, e la natura ostinatamente si riprende sempre quello che è suo. La dovrebbero imparare anche gli uomini, questa verità.
Ci sono molte serpi sparse per il mondo, che non sempre hanno le sembianze animali. Nei miei sogni la giustizia non è fatta per proteggere i ricchi, ma le persone perbene. Però, la mia speranza si trasforma in disperazione a guardare come vanno le cose. Di chi puoi fidarti?, mi chiesi, intanto che la strada si inerpicava su un ponte vertiginoso. Ero sempre pieno di dubbi, sembravo un sopravvissuto ad una catastrofe cosmica. Che cazzo era successo a questo mondo per diventare in questo modo. Multinazionali che comandano milioni di persone, e possono fare ciò che vogliono della loro vita. Chi ha dato questo potere a questi sciacalli assassini?. Chi si è permesso di affamare la Grecia, di ridurre in miseria i popoli africani? Chi sta spingendo affinché l’Italia diventi un serbatoio di lavoro al pari della Cina? Perché è sempre l’uomo qualunque a dover pagare il prezzo più alto? Il vento modella le rocce, e la natura ostinatamente si riprende sempre quello che è suo. La dovrebbero imparare anche gli uomini, questa verità.
Bisogna spingersi più in là, è giunta l’ora dei cambiamenti, e di graffiare il mondo con la propria esistenza. Non possiamo più galleggiare in fondo all’emozioni, dobbiamo riacciuffare ciò che è nostro anche con un semplice gesto, un piccolo sguardo. Bisogna arrivare sotto la superficie levigata delle cose, per ricordarci chi siamo e che stiamo attraversando tutti insieme questa sporca strada. Guidavo in uno stato di semincoscienza con il finestrino aperto e me ne andavo non so neanche io dove, su quella polverosa strada secondaria. E la cosa non è che m’importasse più di tanto. Sapevo che alla fine avrei cambiato anche quella melodia, per quella canzone che stavo finalmente scrivendo. Mentre della polvere mi imbiancava il viso, forse stavo tornando a casa e la stanchezza era finita chissà dove. Eppure, mi sembrava di stare fermo su quella strada. E allora ripresi sommessamente a cantare quella vecchia canzone, proprio quando ero vicino ad uno scalo ferroviario. Viva Viva il rock’n’roll. Te lo ricordi dai vecchi tempi Rock, Rock, Rock And Roll.
Bartolo Federico
Per me Chuck Berry è il più grande di tutti i protagonisti del primo rock... ho un cofanetto con 6 suoi vinili che quando lo apro mi sembra luccichi come dell'oro...
RispondiEliminaSi sono abbeverati in tanti alla sua fonte, ma lui è rimasto ai margini del rock. Come i migliori.
RispondiElimina"Un uomo, un mito, una leggenda" direbbe qualcuno. Lo spirito del rock'n'roll è tutto qui...mi viene in mente "Come Back Jonee" dei Devo nel primo LP (e me lo riascolto ora). Senza Chuck Berry molto di quel punk che iniziò a scorrazzare in USA sul finire dei '70 non sarebbe mai venuto fuori.
RispondiEliminaGran bel post, Bart.
Hai detto tutto fratello. Viva viva il rock'n'roll.. grazie
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