mercoledì 8 marzo 2017

Los Angeles


Niente è cambiato per quelle orde di poveri che si muovono silenziosi nel mondo. Ero di cattivo umore così negli scaffali dei dischi rintracciai gli X, la banda di John Doe e Exene Cervenka. Mi accesi una sigaretta, e mi sedetti sul divano, cercando quantomeno di non ascoltare più me stesso. E’ del 1980 Los Angeles, l’album prodotto da Ray Manzarek l’ex tastierista dei Doors. E’ in questi solchi che riaccade il miracolo di risentire quel binomio di rabbia e poesia, che fu prerogativa di Dylan, Jim Morrison, Patti Smith, Lou Reed, Jimi Hendrix. Los Angeles è un viaggio nell’incubo urbano, nell’emarginazione sociale, nella crisi dei valori umani. Ma anche la grande voglia di non arrendersi, avendo chiara la consapevolezza che il momento più duro è sempre quello del risveglio. In alcuni pezzi con il suo inconfondibile suono la tastiera di Manzarek si presta per colorare il buio, dopo la pioggia. Musica che ha infilato per sempre la chiave nell’interruttore del mio cuore. Qui oltre alla forza dirompente del punk, ci sono quei duetti bellissimi tra John ed Exene, che cantano nove canzoni malvagie e feroci, fino a raschiarsi le corde vocali, fino a cadere sanguinanti in fondo alla notte. Non importa quanto sia sbagliata la strada che imbocchiamo, tanto le cose più belle sono quelle che ancora dobbiamo scrivere. Procediamo curiosi nella terra di nessuno, cambiando continuamente tragitto, una volta a destra, un’altra volta a sinistra, acceleriamo, freniamo, cercando di capire quello che nessuno ci spiega. Nella musica punk c’è sempre stata una specie di ruvida tenerezza, in quella sfrontataggine c’era molta sincerità. Quello che non capiva il punk lo intuiva. Poi come in una sorta di auto indulgenza, non sapendo barare, sé né tornato in quelle strade buie e solitarie. Quando la musica è finita ho rimesso a posto il disco. Ho buttato via il caffè che era rimasto, ho rassettato la cucina, e ho pulito i miei stivali. Poi ho fatto una doccia e mi sono rasato, cosa che non faccio mai nel pomeriggio. Ma mi era venuta voglia. Piccole cose semplici di un uomo solo, che non fanno male a nessuno.

                                                   Cari Mamma e Papà

     Sto per andare con i ragazzi selvaggi. Quando leggerete questo io sarò lontano.

** Da Ragazzi Selvaggi di William Burroughs (SugarCo Edizioni)


Bartolo Federico


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