L’aria sapeva di
temporale. Camminavo di sbieco con le mani nel soprabito, attraversando
la notte. Guardai l’orologio Erano le due passate da un quarto. Il cuore
mi batteva come fosse un motore ingolfato e gorgogliava nostalgie
brucianti. In qualche modo, ognuno di noi si porta appresso le proprie
menzogne, riflettei, senza le quali è impossibile tirare avanti. Ma
bisogna saper mentire, e non tutti sono in grado di farlo. Matilda non
c’era mai riuscita. Lo compresi subito, dalla prima sera che uscimmo
insieme. I suoi occhi erano di un azzurro cielo, che ci si poteva
specchiare. Occhi troppo puliti per avere imparato a dire bugie. Accesi
una sigaretta di controvoglia , tirai una boccata e la gettai via.
Specchiandomi nella vetrina di un negozio di articoli da regalo, notai
che avevo la faccia greve e dolente, la faccia di un blues. In fondo, le
nostre falsità ci fanno sopportare anche quelle degli altri, seguitai a
pensare. E mi sentii come un mucchio d’avanzi, gettati via dopo il
cenone di capodanno. Cavalieri nella tempesta/Cavalieri nella
tempesta/nati in questa casa/ buttati in questo mondo/ come cani senza
un osso/ come attori senza la parte (Riders On The Storm -Jim Morrison).
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Stavo in silenzio, seduto sulla poltrona, ascoltando la pioggia che crepitava sul vetro e The Boatmnan’s Call di Nick Cave.
Mi assopii. Avevo sempre lavorato come operaio in una fabbrica di
profilati d’alluminio, impiegato alla fusione. In quella fabbrica avevo
conosciuto Matilda. Il mio amore. Era un addetta alle pulizie. Quando la
vidi la prima volta, dentro quella salopette celeste di una taglia più
grande, aveva i capelli raccolti dentro una cuffia bianca e armeggiava
con scope e strofinacci, mi sembrò stupenda. Come lo era d’altronde. E
mi tremarono le gambe, quando mi accorsi che mi osservava con interesse.
Ora, ti amerò /Finché dal paradiso non pioverà più/ ti amerò finché le stelle non sprofonderanno dal cielo/ Per te e per me. (Touch me di J. Morrison).
Anna mi svegliò delicatamente, toccandomi la spalla. Possedeva una
copia delle chiavi di casa che gli aveva dato Matilda e che io le avevo
lasciato. Tutto era tale e quale a quel giorno in cui se ne era andata.
Anche gli oggetti sui mobili di casa erano nella stessa posizione di
quando c’era lei. Aprii gli occhi mostrandole un sorriso stinto. Vieni a mangiare Al - mi borbottò - si fredda tutto.
Era il mio angelo custode. Poco prima di cedere al sonno, una paura
tremenda mi aveva invaso. Poi la sentii respirare e ascoltai la sua
voce, la vidi alzata davanti a me. Tutto era ritornato… li in un attimo.
Nella casa dell'amore /Io conosco il sogno/Di cui vai sognando/Io
conosco la parola /Che spasimi per udire /Io conosco la più profonda e
segreta delle tue paure (The Spy – J. Morrison).
Cenammo,
ascoltando il notiziario delle 19.30. Aveva preparato una zuppa di ceci
con i crostini di pane e del purè di patate. Mentre mangiavamo, mi
schernì con tenerezza , provando a tenermi alto il morale. Come avrei
fatto senza di lei, mi chiesi, restituendole un sorriso dolce. Mi
aiutava perfino con l’affitto di casa quando non c’è la facevo a pagare.
Tra un boccone e l’altro mi raccontò che avevano arrestato un ragazzo,
perché aveva preso una barretta di cioccolata in un supermercato. Il
personale lo aveva inseguito e consegnato alla polizia. Solo serpi che strisciano si comportano in questo modo. Gliela avrei pagata io quella barretta –
disse - se fossi stata lì. E anche adesso, se servisse a qualcosa. Non
c’è più umanità nella gente, siamo l’uno contro l’altro, pronti a
scannarci, ad ammazzarci, per un nonnulla. In un paese dove la cancrena è
nello Stato, dove tutti razziano, dove si commettono crimini terribili,
dove sciacalli internazionali ci succhiano il sangue, dove si spezzano
le vite di milioni di persone, riducendole sul lastrico economico e
morale. In un paese dove nessuno ha mai pagato per le stragi commesse,
devi mandar giù che un ragazzo venga condannato a due anni di carcere
per una simile stupidaggine. Mi chiedo Al, ma che razza di giudici
abbiamo, se non hanno provato nessuna vergogna, ad emettere questa
sentenza?. Se non hanno provato nessun disagio a guardare i loro figli
in faccia, la sera. E’ un paese che merita solo l’indulgenza del
disprezzo - affermò. E lo disse con rabbia, quasi gridando. Per
quanto mi riguardava, da un bel po’avevo smesso di credere alla
giustizia degli uomini e anche a quella divina. Questa e' la fine/
bellissima amica /Questa e' la fine/ Mia unica amica/ la fine/dei nostri
piani elaborati/ la fine di ogni cosa stabilita/ la fine/ né salvezza o
sorpresa/ la fine... (The End. - J Morrison)
Bisogna che vi arrangiate!
- ci avevano detto i capi dell’azienda. Le classi dirigenti e i mafiosi
usano gli stessi metodi per liquidarti. Sacchi d’immondizia da gettare
in qualsiasi momento. Questo eravamo. La nostra vita non contava un
cazzo. I loro numeri parlavano chiaro. Era più conveniente spostare la
produzione in Cina, dove il lavoro non viene pagato come dovrebbe
essere. Dove i più elementari diritti umani vengono calpestati e nessuno
fa nulla. Anzi, si fa finta di non vedere. Perché il grasso cola. Quel
giorno ci contestarono quasi di esistere. La globalizzazione, il
liberismo, la concorrenza, l’euro; di tutto questo ne avremmo tratto
solo benefici. Saremmo cresciuti economicamente, diventati competitivi,
questo andavano blaterando i politici, nei loro dibattiti televisivi,
sorretti da giornalisti ed economisti, pagati per assecondarli. C’era un
odore nauseabondo, che mi perforava le narici. Il piano era chiaro, ci
volevano rendere ancora più servili, cosi proni ai loro comandi, da
accettare qualunque decisione avessero preso a riguardo delle nostre
vite. Avevano pensato a salvare le banche, con i loro bilanci fittizi e
le loro schifezze perpetrate a scapito di tutti noi, le uniche
responsabili di questo dolore collettivo. Aziende con un evasione
fiscale che avrebbe risanato l’intera economia. Ma dubito che in quelle
stanze gli agenti del fisco sarebbero andati a verificare. Piuttosto, lo
Stato aveva trovato il modo di raggranellare il denaro per
rimpinguargli gratuitamente le casse. Stavano rendendo il lavoro un
illusione, un miraggio che, se e quando lo ottenevi, era facilissimo
ricattarti. La solita storia dei ricchi contro i poveri, ma questa
partita si stava giocando con una crudeltà senza pari. Mai fidarsi degli
uomini, è come farsi uccidere. I servi hanno il potere/ gli uomini
cane e le loro meschine donne/Tirano su povere coperte/I nostri
marinai/Sono stanco delle facce austere/che mi fissano dalla tv/
Torre/ci voglio delle rose dentro (The Severed Garden - J.Morrison)
Ci
sarebbero voluti i poeti al potere. Forse, gli unici in grado di ridare
una nuova anima al mondo. Nonostante tutto, avevo provato a reagire
allo sconforto, mi ero dato da fare. Finito il periodo di cassa
integrazione e di lotta, per tentare di riprendermi il posto perso,
cercai di svolgere qualsiasi mansione. Accettavo tutto quello che mi si
proponeva. Guardiano notturno nei cantieri edili, imbianchino, autista,
anche piccoli lavoretti a servizio di chiunque mi pagasse la giornata.
Cercavo di andare avanti,al contrario di Matilda, che dopo il
licenziamento era precipitata nella notte più nera. Si era distaccata da
tutto e da tutti, non riusciva a reagire a quello stato di cose. Era
finita per inghiottirsi dentro se stessa, ogni giorno di più. Il suo fu
un viaggio spaventoso nelle tenebre. Mi versai un whisky e accesi una
sigaretta. Il buio si era insediato nella stanza. Per non restare da
solo, cercai il suo disco preferito, Closing Time di un giovanissimo Tom Waits, allora scombussolato di romanticismo. La puntina si poggiò frusciando: Una
ninnananna alla mia piccola, non piangere tesoro. Ci sono gocce di
rugiada sulla finestra, caramelle di gelatina nei tuoi pensieri. Stai
scivolando nel mondo dei sogni mentre reclini, lentamente il capo
(Midnight Lullabay). Mi alzai dalla poltrona per prendere il
posacenere. Lo feci lentamente, molto lentamente, per paura che andassi
del tutto in frantumi.
Mentre
il cielo diventava color rame, quella città mi sembrò un posto non
peggiore di altri. Entrai in un bar qualsiasi e mi sedetti sullo
sgabello vicino al banco. La cameriera mi accolse con un sorriso opaco e
senza quei formalismi del cazzo che mi mettevano a disagio. La osservai
mentre preparava il mio Johnny Walker etichetta nera. Era bella, ma di
quella bellezza artificiale. Troppo perfetta, per uno come me. Quando mi
passò il whisky e si mise a parlottare del più e del meno, mi sembrò
più vera di come mi era apparsa di primo acchito. Un altro viaggiatore
della notte, rassomigliante a Jena Plissken, prese posto accanto a me. Mi scrutò con occhi vitrei e ordinò un bourbon liscio. Lo
sai il giorno distrugge la notte. La notte divide il giorno. Ho provato
a correre. Ho provato a nascondermi. Fatti strada verso l'altro lato (Break On Through - J. Morrison)
A ricordo di Jim Morrison, Re Lucertola.
Queste righe sono un invito a seguire questo viaggiatore della notte, o meglio della notte dell'animo umano. In quella 'notte senza fine' alla ricerca di quella pace che nulla può più dare, nemmeno l'alba di un nuovo giorno. E il re Lucertola che di tanto in tanto illumina la strada con la sua poesia è il tocco in più a un libro che a mio avviso ha tanto da dare a tanti viaggiatori silenziosi.
RispondiEliminagrazie Manu, per essere qui.
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