Sua
madre gli raccontò che quando nacque pioveva a
dirotto da giorni e che Ft Worth - nello stato della stella solitaria - era
diventata un’immensa pozzanghera. Le doglie
le presero in anticipo di un mese e, siccome lui era il primo figlio, fu
assalita dal panico. A quel tempo la zona in cui abitavano era abbastanza
isolata e distante dall’ospedale. Suo marito era fuori
per lavoro e non sarebbe rientrato prima di un paio di giorni. Tentò di
chiamare aiuto per telefono, ma le linee erano interrotte per le forti piogge.
Non sapeva che fare. Nonostante tutto cercò di
vincere l’angoscia e di non farsi soggiogare dagli eventi.
Robert
Lockwood era un tipo strambo, veniva da Chicago e viveva nella casetta di
fronte. Come tutti i musicisti dormiva di giorno e alla sera suonava nei locali
sparsi nei dintorni. Un tipo gentile, però. Quelle
poche volte che si erano incrociati per la strada l’aveva
salutata sorridendole. Ma lei non si fidava dei neri vagabondi che suonavano il
blues. Si raccontavano strane storie su di loro, si diceva che avevano il
diavolo in corpo e che erano assai pericolosi, bevevano come spugne e
violentavano le donne, specie se bianche. Adesso quell’uomo
bussava alla sua porta perché l’aveva
sentita urlare e lei non aveva alternative .
Quando
aprì l’uscio,
la pioggia veniva giù impetuosa, accompagnata da un
vento gelido. Robert, avvolto in un impermeabile, era inzuppato come un
pulcino. - Tutto bene, signora? – le
disse, sorridendole. Ma lei non fece in tempo a rispondere che svenne. Quando
riaprì gli occhi era distesa sul letto, l’uomo aveva
già preparato l’occorrente per
il parto e le rideva benevolo. Lo osservò, si
senti sicura e le parve, da come si muoveva, che sapesse il fatto suo. Dopo un’ora di
travaglio e di dolore per le contrazioni, Mason, prima usci la testa, poi le
spalle e nacque. Mr Lockwood tagliò il
cordone ombelicale, lo alzò in
aria come Mosè e lo diede alla signora
Ruffner. Fu in quel frangente che, ancora umido, il blues gli si attaccò
addosso. A volte non si può
barare con il proprio destino.
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La
vecchia strada era piena di polvere che il vento gli sbatacchiava sul viso. Il
sole fece brillare il suo dente d’oro con
le iniziali incise. Fu allora che New Orleans gli comparve all’orizzonte.
Arrotolò i sogni dentro un joint, accese l’autoradio che
trasmetteva “Truck Stop Girl” e
spinse sull’acceleratore.
“Portami
lungo New Orleans, non tenermi qui, devo suonare il blues a Bourbon Street, e
scacciare suonando questa tristezza solitaria. Scommetto che i joints stanno
piovendo a New Orleans. Se io rotolo e fumo, bambina, non ho bisogno di
dormire. Si dice che le ragazze più
carine sono in Texas, so che tu sei fuori da questo mondo, ma devo andare a New
Orleans e trovare una ragazza creola”(Down
to New Orleans)
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Se vuoi
una cosa con tutto te stesso, prova e riprova a volte finisce che la ottieni.
Ora possedeva una band, The Blues Rockers, che aveva scelto con
estrema pazienza. Voleva essere certo che i musicisti fossero in grado di
catturare quel groove che rincorreva da quando Mr Lockwood gli mise in braccio
la sua Gibson Les Paul. Non faceva altro che ripeterglielo “trova
il groove Mason, il groove” Cosi,
insieme a Chris Clifton alla chitarra, Mike Stockton
al basso e Willie Cole alla batteria, ogni sera per 200 sere all’anno si
esibisce al Club 544 in arroventati set. La mano corre veloce
lungo il manico della sua scuoiata Stratocaster, entra ed esce dalla canzone
con fraseggi melodici fulminei impasta perfettamente il blues con il rock’n’roll e
canta con una voce liquefatta alla Dylan. La sua innata simpatia gli fa
conquistare il pubblico, che ogni notte è
sempre più numeroso ed ha il sostegno di Memphis Slim e
John Lee Hooker. Alla fine del giro si ritrova sotto il
palco musicisti del calibro di Bruce Springsteen, Jimmy Page, Robbie
Robertson, Carlos Santana, Stevie Ray Vaughan e Billy Gibbons degli ZZ Top,
tutti a vedere il nuovo Santo in città.
Quelle canzoni finalmente ottengono un contratto discografico con la CBS e un
produttore, Rick Derringer.
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La CBS
gli offre un’altra chance. Questa volta
il produttore che lo affianca è un
rocker gallese che conosce la materia. Nick Lowe sa come
mischiare rock’n’roll e blues nelle giuste
dosi e giocare sulla semplicità che è quasi
sempre la carta vincente. La Stratocaster di Mason viene posta in primo piano,
esaltata , rinvigorita e vengono fuori quelle influenze cajun che ha assimilato
in Bourbon Street. Cosi “Runnin”
diventa un piatto fumante di gumbo offerto da Dr John attraverso Stevie
Wonder, cantata alla John Hiatt. “Gypsy
Blood”, che è anche
la title track del film “Steel Magnolias”, è
magnetica e diretta. Una di quelle canzoni che chiunque pagherebbe per
scriverla. Colpisce con licks e riffs che sono una prelibatezza ed è
Bibbia per tutti quelli cresciuti nei bassifondi del rock."Dio sa che
sono nato zingaro,il mio cuore non ti può
rubare,cieco ho messo la mano sulla mia valigia viaggiando con la mente è quel
sangue ,quel sangue zingaro che mi porta lontano dall'amore " (Gypsy
Blood). Il video che l’accompagna è fonte
d’ispirazione per questo blog. Da uomo libero che non
ha smesso di andare, vedere e sentire, compone canzoni che sono un attestato
all’indipendenza “Dancing
on top of the world” e “Fightin’ Back”
parlano chiaro sui suoi propositi. .”Distant
Thunder” è una
ballata carica d’amore e poesia, con sullo
sfondo Bob Dylan e tutte quelle solitudini piene d‘amore e
dignità che vagano libere sotto i cieli del mondo.
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Il
rettifilo era infinito. Superò degli
autocarri colorati e rallentò. All’incrocio vide
le strade bianche di polvere correre parallele, non ci pensò due
volte a svoltare. Percorse diverse miglia, poi si fermò in
una pompa di benzina, comprò delle
birre e ne stappò una. Non provava nostalgia o
rimpianti, voleva tornare a casa perché
adesso si trattava di decidere che direzione prendere. Dopo un periodo di
tregua, abbastanza lungo da farsi dimenticare, ritorna con un album
indipendente “Evolution” che è un
mix dei due precedenti con la novità che
lo si può ascoltare anche in versione acustica. Evolution
contiene una canzone “Angel Love” di
cui Carlos Santana si innamora e Mason riparte in tour. Ma, come tutti i
cani sciolti, dopo un po’ ritorna a vagare per le sue
strade secondarie dove il caldo e l’afa
ammazzerebbero chiunque si avventuri, dove il cielo è una cascata
di stelle e la terra risplende in tutta la sua nuda bellezza. Scrive ancora
canzoni che si rifanno alla tradizione dei padri secolari del blues e a Memphis
incide un nuovo album dal titolo emblematico, “You
Can’t Win”, con
una band, a detta di lui, la migliore che abbia mai avuto. Ad oggi è la
sua ultima fatica discografica.
"Tienimi la tua luce addosso,vengo a
casa, la mia anima urla ,il mio cuore mugola ho visto le ali della pazzia
,tutto da lavare via, ma cose cosi' qui non accadono"(Keep on your light
one for me)
Bartolo Federico
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