La mancanza di memoria.
Ed è strano, perché a pensarci bene internet nasce proprio per
condividere, memorizzare, immagazzinare incredibili quantità di dati,
informazioni, immagini, suoni.
Alla fine il flusso costante di idee, notizie, novità è talmente
incessante che non si riesce più a distinguere il bello dal brutto, l’utile dal
superfluo; quello che cerchiamo da quello da cui fuggiamo.
E si finisce inevitabilmente per relegare la maggior parte di ciò in
cui ci si imbatte in qualche remoto angolo di Google, tra le pagine vecchie,
tra le news sorpassate, i vecchi post di Facebook o i “tweet” della scorsa
settimana.
Perchè questo così decantato “web sociale” vive solo del presente; sul
filo del minuto, sulla diretta condivisione dell’ ultimo attimo vissuto. Che,
appunto, dura un attimo. Poi
scompare.
Credo che sia questa la vera molla che mi ha spinto a proporre a Bart,
l’autore di Viaggiatori nella Notte,
qualcosa di diverso.
Che non fosse solo il post disordinato su un blog aggiornato quando la
frenesia della vita reale ce lo consente. Qualcosa che potesse lasciare una
traccia, proiettare un’ombra. Qualcosa che esistesse, a prescindere dalla
connessione internet.
Qualcosa di cui fosse facile conservare memoria.
Il mondo di Bart, fatto di blues, di migrazioni, di diseredati e
perdenti è permeato di memoria. Quella memoria che si rafforza nel perenne
rituale delle 12 battute del blues, capace di raccontare le storie di antenati
distanti nel tempo ma vicinissimi nello spirito. Vicini nell’America degli anni
’20, come nell’Italia degli anni ’10. Un ponte ideale che collega due stirpi
differenti di sconfitti, ma non arresi.
Sconfitti dalla politica, dall’economia, dalla grande finanza e,
perché no, dall’onnipotenza tecnologica.
Non arresi, perché il blues non può arrendersi. E’ come il pugile
costantemente sull’orlo di crollare ginocchia a terra; ma che resta, in storto
equilibrio, sempre in piedi.
Così nasce il “progetto Dustyroad” prima, Viaggiatori nella Notte poi. Un libro di racconti interamente
trascritto dai post degli ultimi anni del blog di Bartolo Federico.
Una tortuoso viaggio per le vecchie, polverose strade del blues. Quelle che non
sai mai a che incrocio di portino, ma che sei sicuro, prima o poi, ti
metteranno faccia a faccia con i tuoi personalissimi demoni.
Non interpreto questo libro, la piccola parte che ho avuto in esso,
come un regalo all’autore, ai blogger amici che ci stanno supportando o ai
lettori.
L’ho fatto per me, lo ammetto. In un momento particolare in cui avevo
bisogno di dimostrarmi che sì, si può anche fare qualcosa di completamente
disinteressato; dove soldi e visibilità non c’entrino, nei limiti del
possibile, per nulla. Dove il tempo di uno scrittore come Bart sia finalmente
fissato su carta e non scorra via disperdendosi in mille rivoli disperso per la
rete.
Chissà se ci siamo riusciti.
Ad ogni modo, ne è sicuramente valsa la pena.
La versione cartacea è disponibile su Lulu, all’indirizzo:
Il prezzo è il minimo consentito, nessuno ha margine di guadagno… Ma
se siete interessati, ditemi qualcosa prima, forse abbiamo possibilità di
recuperare qualche copia gratuita…
La versione digitale è disponibile, gratuitamente, al seguente
indirizzo:
Detto questo, ho l’obbligo di ringraziare sinceramente l’illustratore
del volume, Giovanni Lo Re, Badit per gli amici del suo blog. E’ lui che ha realizzato
e ci ha donato tutte le illustrazioni del libro.
E devo anche ringraziare i blogger che hanno dimostrato interesse nel
progetto!
E adesso la parola al blues!
Evil Monkey