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notte fonda. Johnny Thunders guida, sprofondato sul sedile. Accanto a
lui David Johansen, appoggiato al finestrino, guarda la strada. Sui
sedili posteriori, Sylain fuma erba mentre Arthur “Killer” Kane dorme
con la testa ciondoloni. Billy Murcia gioca col tamburo della pistola.
Sono in cinque e vengono dal distretto del Queens, il buco del culo, di
New York. La musica nella radio è bassa. Stanno ascoltando il nuovo
singolo degli Stones, Brown Sugar: “Zucchero di canna, com’è che sei
cosi buono? Zucchero di canna, proprio cosi dovrebbe essere una
ragazzina”. Johnny imbocca una stradina. Ma, deve sterzare bruscamente,
per non investire un coglione che attraversa. La manovra fa sbattere la
testa sul sedile a Killer Kane, che bestemmia e se la prende con Johnny
che, a sua volta, lo manda affanculo con voce dura. I pappa, a quest’ora
della notte, sono padroni di Manhattan. Sostano, con le loro Chevrolet e
aspettano i clienti. Nel frattempo, fingono di parlare con quelle fighe
vertiginose che hanno a fianco. E tutti hanno l’aria di chi ha capito
come va la vita. Si fanno buoni affari con le puttane, perché tutti gli
uomini vanno a puttane. Anche i Presidenti. Il lavoro sporco lo fanno i
negri. Tocca a loro spacciare l’eroina. Come al solito pensa David,
mentre alza il volume della radio, che trasmette Bitch. ”Mi sento cosi
stanco, non riesco a capire. Ho appena finito una dormita di due
settimane. Mi sento cosi fatto, cosi confuso, eppure non ho toccato
niente da una settimana.” Poi, nel buio, incrocia gli occhi di Johnny
,ma non si dicono nulla. E’ la prima volta che escono dal loro
territorio. Sono nati nel sobborgo dei poveri. In qualche modo, hanno
cercato di rigare dritto. Ma, se nasci povero, hai un marchio di
fabbrica. Non puoi scegliere come vivere. C’è sempre qualcuno, o
qualcosa, a renderti la vita difficile. All’angolo, suonano dei blues.
L’aria è tersa, e New York è un’immensa vagina. Sylain urla di fermarsi,
ha visto l’insegna del club, dove hanno appuntamento. E sull’altro lato
della strada, rispetto al loro senso di marcia, Johnny fa un inversione
ad U, e torna indietro. Parcheggiano a spina di pesce e scendono
dall’auto. Il locale è rettangolare, con il palco in fondo alla sala.
All’entrata, il buttafuori, che sembra un lottatore di sumo, li guarda e
cerca di mandarli via. Ma Billy usa un argomento convincente. Gli
punta, la canna della pistola sul viso, proprio in mezzo agli occhi.
Quando entrano al Joe Garage, il Re di New York sta cantando: “Fermo all’angolo la valigia in mano jack indossa il corsetto, Jane il proprio gilè ed io sto in una rock’n’roll band”.
Si siedono in silenzio in un angolo ed ordinano da bere. Whiskey, gin e
delle lattine di Coca. Hanno appuntamento, con un tizio di cui non
ricordano il nome. Li ha visti suonare nel Queens, il giorno di Natale,
in un rifugio per senza tetto e gli sono sembrati ok . Sono lì che
aspettano. Alle porte del loro sogno.Il cantante sul palco, gira le
spalle al pubblico ed attacca una nuova canzone. “Non so proprio dove
vado, ma proverò a raggiungere il regno se ci riesco, perché mi sento
un vero uomo quando infilo l’ago in vera poi dico che le cose non sono
affatto le stesse, quando mi sto godendo la mia pera e mi sento come il
figlio di Gesù e ammetto che non so niente e ammetto che non so proprio niente”.
Ray arriva con una buona mezz’ora di ritardo. Ed è vestito come Alice
Cooper. Il locale è pieno di fumo, che sembra che galleggi sulle loro
teste. Hanno preso della benzedrina e scalpitano per la voglia di farsi
sentire. Sylain e Johnny sono due chitarristi di puro rock’n’roll, come
Keith Richards. Billy e Arthur due potenti stantuffi. David uno
straordinario cantante. Billy guarda Ray con occhi strabici e gli chiede
perché li ha fatti arrivare fin li. Voglio ingaggiarvi, risponde Ray,
posso farvi suonare in tutta la città. Il vostro suono è unico, nessuna
band di New York suona come voi. Siete esplosivi. A proposito, chiede
Ray: come si chiama la band? I ragazzi si guardano. Ci stiamo pensando,
farfuglia Johnny. Ok, fa Ray. Allora venerdì sera suonerete in questo
club. Sarà il vostro debutto. Mettono a punto un paio di cose,
ascoltando musica e bevendo tutto quello che è possibile. Quando escono
dal club è quasi giorno. Billy vomita sulle scarpe di Johnny, mentre
salgono in macchina. Ma Johnny non se ne accorge. Partono a zig zag,
cantando Good Golly Miss Molly.
Bartolo Federico
Bartolo Federico
"New York è un’immensa vagina" è bellissima!
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