domenica 24 luglio 2016

Ieri E' Qui


Mi è capitato in un pomeriggio sonnacchioso e caldo, di sentire queste canzoni dedicate a Jelena. All’improvviso quegli angeli stravaganti che hanno da sempre accompagnato la mia vita, hanno ripreso a svolazzare in giro per la città. Non so nemmeno chi sia questo diavolo di Frenk. So che canta con quel piglio strascicato e malato, di chi si è messo a guardare la notte dal basso, farfugliando tristezze. Come fosse un Peter Perret qualsiasi. Quei sogni che mi hanno fatto tremare come una bagnarola piena di buchi, Frenk li ha fatti diventare delle ballate aspre e notturne, ma anche dei rock grintosi e coriacei. Persino “Just Like Starting Over” sembra uscita dalla penna di Lou Reed, e non da quella di John Lenon. Mi sono affacciato al balcone e ho guardato il cielo, mentre lui continuava a cantare un’oscura e incredibile “Dreams”. Chi lo avrebbe mai pensato che Steve Nicks potesse diventare questa cosa qui. Ho visto quegli angeli che continuavano a volteggiare dentro le nuvole, mentre ci davano dentro con una favolosa “Be-Bop-a-Lula” che è l’essenza stessa di quel rock selvaggio e senza limiti, con cui sono cresciuto e diventato adulto. I miei desideri oggi sicuramente più insipidi e rancidi non sono per nulla cambiati. E anche se il resto del mondo continua a girare in un altro modo, queste canzoni me le porterò appresso fino al delirio. Per me, già un mito.

Bartolo Federico


1. Gene Vincent – Wilfred Douchette - Be-Bop-A-Lula

2. Lou Reed - Satellite of Love

3. Frank Zappa - Any Way The Wind Blows

4. Tom Waits – Kathleen Brennan - Yesterday is Here

5. Marianne Faithfull - I’ve Done it Again

6. Bob Marley - Waiting in Vain

7. Stevie Nicks – Dreams

8. Marianne Faithfull – Barry Reynolds – Fred Mavety – Steve York – Terry Stannard – Broken English

9. Dav Bowie – Carlos Alomar - Never Let Me Down

10. Richard Ashcroft - Velvet Morning

11. Charles Hardin – Norman Petty - Not Fade Away

12. John Lennon - Just Like Starting Over


sabato 16 luglio 2016

Romeo Sanguina

Romeo sta sanguinando ma non in un modo che noteresti
È là sulla Diciottesima strada come sempre
Guardando come un duro contro il cofano della sua auto
E spegnendo una sigaretta nella mano
E per tutti i ragazzi alle pompe
Alla carrozzeria di Romero
Hanno tutti visto quanto lontano possono sputare
Be’ era solo un’altra notte
Ma ora sono tutti accalcati alle luci degli stop di una Belair del ’58
E stanno a sentire come Romeo ha ucciso uno sceriffo col coltello

E tutti fanno un salto quando sentono le sirene
Ma Romeo ride solo e dice
“Tutti gli affari nel mondo non potranno
Salvare il culo di quel poliziotto
Non vedrà un’altra estate perché ha ucciso mio fratello
L’ha lasciato come un cane sotto una macchina, senza il coltello”

E Romeo dice “Hey tu dammi una sigaretta”
E tutti cercano il loro pacchetto
E Frankie l’accende per lui e gli dà una pacca sulla spalla
E tira una bottiglia contro il camion del latte
E mentre si rompe si tocca le palle
E sanno tutti che potrebbero essere proprio come Romeo
Se solo ne avessero il fegato

Ma Romeo sta sanguinando e nessuno lo vede
E lui canta la canzone alla radio
Con una pallottola in petto
E si pettina all’indietro i capelli
E tutti sono d’accordo, è chiaro
Che tutto è a posto ora che Romeo è qui
Ma Romeo sta sanguinando
E sobbalza ogni tanto e si appoggia
Alla portiera dell’auto e sente il sangue nelle scarpe
E qualcuno sta piangendo nella cabina telefonica
All’incrocio vicino al negozio

Romeo accende il motore
E asciuga il sangue dalla portiera
E passa sgommando il semaforo
Con la radio a tutto volume
Lasciando i ragazzi a tirarsi su i pantaloni
E provano tutti ad atteggiarsi come Romeo
Sotto una luna tagliata come una falce
E ora stanno parlando in spagnolo del loro eroe

Ma Romeo sta sanguinando mentre dà il biglietto alla maschera
E va su in galleria al cinema
E morirà senza un lamento
Come in ogni sogno di eroe
Proprio un angelo con una pallottola
E Cagney sullo schermo

mercoledì 13 luglio 2016

America(vivi nel buio)

Mi sono svegliato con indosso una tristezza infinita. Non sono neanche uscito da casa, non avevo voglia di vedere nessuno. Mi sono seduto sul terrazzo. Il cane mi ha visto lì solo soletto, e si è raggomitolato ai miei piedi. Anche lui mi è sembrato triste. Il mondo va a fuoco, ma c’è chi si ostina a dire che tutto va bene. Sono giorni agitati da ferocia e insofferenza. Sotto la pelle Americana, la ferita brucia ancora. Malcom X, Martin Luther King, Robert Johnson e Muddy Waters, sembrano passati invano. Anche Mandela. Nessuna innocenza da parte di nessuno. Meglio non dirsi niente, starsene zitti e ascoltare musica. La saggezza non appartiene a questo mondo. L’altro ieri su You Tube ho visto il concerto che Springsteen a tenuto a Milano, il 3 luglio. L’inizio è stato un trauma, poi mi sono sciolto un pochino. Mi ha fatto tenerezza Bruce. Cosa ci faceva lì, mi sono chiesto. Ma un uomo è nel giusto quando fa le cose che gli piacciano. E lui ama il rock’n’roll, anche se ormai ha le sue certezze, e una sedia con lo schienale per dondolarsi. Io non ho certezze. Ma questa è solo colpa mia. Sono andato avanti ad ascoltarlo, non mi è piaciuto tutto quanto. Certe canzoni le ho sempre trovate goffe e anche fastidiose, ma lui ha un animo generoso, ed io mi fido dei buoni. Anzi mi fido solo di loro. Le strade ormai sono vuote, e si dimentica tutto in fretta. Mi sono chiesto se mi sarei mai potuto fidare della mia vecchiaia. Me lo sono chiesto, nel cuore maledetto della notte. Mi sono agitato come un bambino. Poi mi è venuto da piangere, ripensando a quell’incantesimo. Quello che mi ha legato a certa musica. E così quel disagio che mi prende sempre quando sono inquieto, quando capisco che devo andare, quando ascolto certe canzoni, come quelle dei Felice Brothers ha fatto capolino. Eccola qui l’America polverosa, fatta di strade e d’incontri magici. La terra promessa, la luna e il cielo, la radio che suona, il vestito di Mary che sventola, mentre l’orizzonte è lontano. Mi succede ogni volta con le loro canzoni, che mi volto indietro e vedo la mia solitudine conservata in quelle valigie scalcagnate, lasciate ai bordi di qualche strada secondaria. America dove sei finita? Dove sono i tuoi vagabondi, quelli con quelle facce da babbei, e gli occhi timidi. E dov’è finito quell’istinto a prendere qualsiasi deviazione? Qui siamo e qui ce la faremo. Da soli, come sempre. Vivi nel buio. America, America, America.


Bartolo Federico