Caracollando guardò
la sua ombra sul marciapiede spostando il collo in avanti. I ragazzi
avevano fatto il pieno, tirato a lucido la macchina e messo a punto il
motore che rombava una bellezza. Lo guardarono aspettando che salisse.
Quella sera si sentiva cosi triste che riusciva a vedere la sua
disperazione specchiarsi sotto le luci delle insegne al neon.
Con
la sua voce rotta e gioiosa Rosa Maria disse: - Andiamo via da qui
Bruno, andiamo via, in fondo è tutto quello che desideriamo -. E urlò
forte in mezzo alla strada che puzzava di marcio. La guardò mentre
scendeva dall’auto con i suoi stivali decorati e la giacca di jeans. Lei
rifiutava le fatalità, la rassegnazione era sempre stata la più
determinata di tutti loro.
Quando
era poco più di una bambina stava quasi per uccidere il patrigno che
aveva tentato di violentarla. Nel sonno gli piantò il collo spezzato di
una bottiglia in mezzo al petto. Quell’uomo si salvò perché la forza con
cui lo colpi non fu tale da arrivare al cuore. Rosa crebbe pigiando
tutto dentro, centrifugando ogni cosa. Il gelo, la paura, la morte, non
segnarono mai la sua anima. Tanto che appariva sempre sicura di sé da
sembrare invulnerabile. Molti nel quartiere confondevano quella voglia
di vivere per pazzia, ma lei era tutt’altro che pazza.
-
Coraggio ragazzi! – continuò, - Torneremo con il bottino e daremo un
senso alle nostre vite, balleremo come spiriti della notte, tutta la
notte -. E lo baciò come solo un angelo solitario sa fare. La città era
un imbuto, il quartiere un deserto, mentre l’oscurità avanzava e i loro
cuori battevano come pistoni. Romeo in piedi sul lato sinistro della
strada guardò Bruno. Anche lui aveva raccattato tutto il coraggio che
aveva per essere lì quella sera, ma notò delle ombre sul suo viso che
erano le sue stesse ombre.
La
luce della vetrina era una stella cadente. Rosa Maria aprì il cofano
della macchina, le pistole erano pronte per essere usate. Cadendo nel
buio chi si era preso la loro parte migliore? Bruno se lo chiese sapendo
che lei non era riuscita a convincerlo. Lei era nata per essere una
regina, ma lui non voleva essere un suo martire e lo aveva scoperto
casualmente quella mattina.
Alzandosi
si sforzò per uscire dal letto. Mentre andava in cucina senti il brusio
dei ragazzini del quartiere che giocavano per strada. Si trascinò fino
al fornello preparandosi una tazza di caffè. Accese la radio e fu
investito in pieno da un tizio che con una voce disperata cantava una
canzone che lo tramortì all’istante. Quel tizio stava parlando di lui,
di Romeo, di Rosa, di Liborio. Si sedette sulla sedia e guardò fuori
dalla finestra, ascoltando quelle parole che gli si attaccarono addosso
come un tatuaggio sulla pelle:
”Spanish
Johnny arrivò ieri notte dai bassifondi con lividi sulle braccia e
un’andatura traballante in una Buick tutta ammaccata ma vestito che era
uno schianto. Provò a vendere il suo cuore alle dure ragazze di Easy
Street ma loro gli dissero “Johnny, il tuo è così facilone e tu lo sai
che i cuori oggi sono a buon mercato” e i protettori ruotando i loro
bastoni dissero“Johnny sei un imbroglione”, allora i protettori ruotando
i propri bastoni dissero “Johnny sei un bugiardo”, e dalla penombra
giunse la voce di una ragazzina che disse ”Johnny non piangere” (Incident on 57 Street, Bruce Springsteen).
Dapprima
restò stordito, annichilito su quella sedia, mentre il caffè si
gettava di fuori e la moka prendeva fuoco. Il cuore gli si spappolò in
mille pezzettini e una lacrima solitaria scese lentamente lungo il viso.
Poi il pianto divenne sommesso, lungo, infinito, liberatorio. Quella
canzone fu un vero dono di Dio. Per la prima volta in vita sua non si
sentì più un relitto, la strada si era ad un tratto illuminata, capì
cosa poteva fare e quel dolore sordo che gli stringeva il petto
scomparve. Uscì in fretta e furia e andò in città, comprò quel disco di
cui si era appuntato frettolosamente il nome ed il titolo e stette tutto
il giorno ad ascoltare quelle canzoni che adesso davano un senso alla
sua vita.
Rosa
Maria si accorse che c’era qualcosa che non andava. Si avvicinò a Bruno
cercando di abbracciarlo. Lui fece un passo indietro per non sentire
quel calore che lei riusciva a trasmettergli e che lo inebriava, ma
nello stesso tempo ebbe paura che lei si accorgesse di quel segreto che
celava in fondo, nel buio del suo cuore. Allora davvero avrebbe perso
tutto.
-
Non vengo, Rosa- disse, - Non è la mia vita questa, voglio
ricominciare, ma in un altro modo, senza inganni, senza bugie. Ti amo e
ti amerò per sempre, ma adesso è tempo che io vada, lo devo a me stesso e
alla mia famiglia che mi ha tirato su con fatica. Voglio trovare un
posto e ricominciare tutto da capo, in modo pulito, non voglio finire
ammazzato o in galera, pretendo una possibilità come per tutti gli
altri. Sguscerò nell’oscurità e non mi volterò mai indietro finché sarò
sparito ed andrò avanti, avanti da solo e c’è la farò. Puoi contarci -.
La
strada si ammutolì le ombre danzarono al chiaro di luna. Avrebbe
bevuto volentieri un sorso d’alcool mentre restava da solo in mezzo alla
strada dove non c’era più nulla che gli somigliasse un pò. Poi sentì il
clacson della macchina si girò, vide Romeo che, seduto dalla parte del
passeggero, gli faceva segno di salire. Bruno corse verso l’auto ed era
come se corresse verso la vita, l’unica vera amante di tutti noi.
Bartolo Federico
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