Passai una notte insonne nella
stanza di quel motel. Una vera topaia, ma al prezzo che chiedevo, non avevo
trovato altro. La mattina quando ripartì, il tempo era ancora messo male. Una
schiera di nuvole basse e grigie, coprivano il cielo rendendo l’atmosfera cupa.
Per non annoiami infilai nello stereo della macchina “Blues From Laurel Canyon”, il primo album americano di John Mayall. Un disco influenzato da sonorità psichedeliche,
molto in voga nel 1969 anno in cui fu pubblicato. Accompagnato da una band
ridotta all’osso, con la chitarra di Mick
Taylor, il basso di Stephen
Thompson, e le percussioni di Colin
Allen, ne venne fuori un blues stringato ed essenziale, figlio dei Canned Heat perfetto per guidare nei
grandi spazi aperti. Musica che ti fa scorazzare con la fantasia in un tempo
polveroso, quando il deserto era attraversato da chopper con a bordo Dennis, Jack, e Peter, e tutto poteva ancora accadere. Il cofano della macchina era pieno di reliquie, schegge di
memoria, testi di canzoni, graffi e poesie. Da qualche parte c’era anche la Polaroid
di mio padre. Guidavo e avevo non so perché, la netta sensazione di essere come
un reduce di un altro mondo. Durante quel viaggio mi ero prefisso di piantare qualcosa lungo il tragitto, come fosse un segnalibro infilato in un racconto.
Un modo come un altro per lasciare qualche traccia di me.
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I "travellin’ man" così venivano chiamati i vagabondi di colore, si spostavano lungo le strade polverose battute da operai ferroviari, braccianti agricoli, giocatori, prostitute, e sbandati di ogni tipo. Tutti si muovevano con un'unica direzione Chicago. Dal 1920 al 1950 cinque milioni di neri migrarono dagli Stati del Sud, verso la città del vento.
Io non avevo una meta da raggiungere, stavo solo cercando di prendere il mio tempo. Dovevo chiudere delle porte, e riaprirne delle altre, guardando a destra e a sinistra, su e giù. Un vagabondo per orgoglio.
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È un netto cambiamento quello che avvenne nei Fleetwood Mac con la pubblicazione nel 1970 di Then Play On. Peter Green inizia il suo volo nello spazio, dentro atmosfere trasognati e cosmiche. La musica come nella migliore tradizione psichedelica si dilata camminando sperduta, fino a quando non ricade sulla strada. Il suo vero unico rifugio. Qui non c’è più il filo spinato a recintarla. Quel filo che aveva fatto ingoiare umiliazioni e rinunce viene spezzato, il blues torna a viaggiare libero. E diventa un veicolo per l’anima, perché non ha altro posto dove nascondersi, se non in un fremito, o in un dubbio.
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In Italia accadono sempre cose
strane. Un paese dai mille segreti di Stato, dove si può ammazzare un ragazzo
massacrandolo di botte, è tutti sono assolti. Un paese dove a pagare il prezzo più
alto tocca sempre è solo, alla povera gente. La corporazione degli industriali appoggiati dalle multinazionali, hanno assoldato quel presentatore della Ruota Della Fortuna, per reprimere gli
elementi a loro indesiderati. Operai, studenti, pensionati, precari, esodati,
gay, una filiera di deboli, di condannati, che rompono le palle, scioperando e
protestando. Vogliono un mondo senza diritti, un mondo di schiavi ubbidienti. Ma gli sta
sfuggendo che quel popolo si sta ingrossando velocemente, e a dismisura. Ma quegli
artisti o presunti tali, quei progressisti, che si ribellavano veementemente
allo strapotere del bullo di Arcore, e si stracciavano le vesti nei vari talk
televisivi. Quei cantautori, comici, registi, attori, tutti appartenenti a quell’area
(si dice così no?) adesso di potere. Gente che si è tenuta in vita con la cannula
dell’ossigeno, grazie a quel partito. Che fine hanno fatto? Dove sono finiti ?
Il loro silenzio è assordante, di
fronte a questo disastro collettivo. Ah dimenticavo l'ipocrisia.
La cantavano gli hobo sui treni
merci questa canzone.
Non m’importa se piove o gela starò bene tra le braccia di Gesù.’ Anche se dovessi perdere camicia e pantaloni lui amerà lo stesso i figli di puttana come me. Sono l’agnellino di Gesù? Si ci puoi scommettere che lo sono.
Non m’importa se piove o gela starò bene tra le braccia di Gesù.’ Anche se dovessi perdere camicia e pantaloni lui amerà lo stesso i figli di puttana come me. Sono l’agnellino di Gesù? Si ci puoi scommettere che lo sono.
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Bartolo Federico
Bella la storia degli hoboes.Viaggiare in continuazione per rimanere vivi..Una grossa fetta di blues.
RispondiEliminaWanderlust forever.
RispondiEliminaChiù blues pe' tutti! Grande Bart!!!!!
RispondiEliminaGrazie Ant, ma la faccia di Joe che campeggia in alto è emblematica sul mio stato d'animo. il paese peggiora di giorno in giorno,e questi fanno cene da 1000 euro insieme al peggio di quest'italietta. La migliore che protesta e combatte, è tagliata fuori da tutto,la vita è diventata un inferno di preoccupazioni. Non c'è futuro in mano a questa gente. Ma quando li manderemo a casa quando?
RispondiEliminaBart, purtroppo non penso che riusciremo mai a mandarli a casa...Siamo un popolo di involucri clonati (con il vuoto assoluto dentro) o, al massimo, di ebeti masochisti. Alle prossime elezioni tutti voteranno in massa il profeta Renzi, il salvatore della patria (e forse del mondo intero). Sono poche le voci di dissenso e tutte vengono sistematicamente censurate o distorte dai media; il messaggio che arriva al popolo è che Renzi, Alfi e Berluskoni stanno facendo il meglio che questa Italia può sperare, tutto il resto non conta...è colpa della "crisi"
RispondiEliminaIn altri paesi per molto meno avrebbero messo a fuoco il parlamento. Qui invece accettiamo tutto, ci basta l'elemosina degli 80 euro.
Siamo fottuti, mi pare...
Non possiamo arrenderci è consegnare il paese a questa gente.siamo dei piccoli blog proprio per questo adesso dobbiamo fare rete e informare il piu' possibile, scavare nelle coscenze, di chi ci legge anche se sono in pochi. dobbiamo seminare il dubbio,il rock mi ha insegnato questo, joe mi ha detto questo, quando ero appenna sedicenne. io non mollo, non lascio la mia vita a gente cosi'. so che lo stesso farai tu e tutta la nostra piccola combriccola... un abbraccio fratello.
RispondiEliminaBeh si, noi continueremo a provarci, sempre e comunque; il problema è, come giustamente dici tu, che i numeri sono piccoli, molto piccoli, rispetto alle masse enormi di umanoidi tv-dipendenti.
RispondiEliminaViviamo un mondo di plastica, silicone e botulino...siamo circondati!
Ma non ci arrendiamo..se i Sioux sono riusciti a fare fuori Custer ci possiamo riuscire anche noi.
Un abbraccio anche a te fratello.