"Radici blues" è tipica di chi di musica non sa un cazzo, ma gli hanno detto che il blues è la fonte di tutto il rock.(un commento firmato dal solito Allelimo-uno che di musica ne sa tanto. che ha letto tutte le riviste italiane (ma ha ascoltato solo tre dischi di blues)e per questo motivo si sente qualificato a dire ciò che vuole in disprezzo di tutto e tutti.
quando leggo queste cose rimango basito e mi cadono i gabassisi a terra, caro evil.si fa solo del male alla musica a commentare in questo modo.willie dixon è la storia del blues, ma anche del rock, che ignoranti come me "che non sanno un cazzo di musica" hanno sempre creduto che sia nato nei campi di cotone e non in quelli di fragole.un abbraccio fratello di blues.
grazie come sempre Black. ma certe cose fanno male al cuore,all'anima della musica stessa. questo disprezzo è volgare è fuori luogo.è anche di un razzismo senza limiti.un abbraccio anche a te.
Ci sono emozioni nella vita di ognuno di noi, uniche ed irripetibili, legate a momenti intensamente vissuti che è impossibile raccontare o descrivere. Come chi è riuscito urlando dal pubblico a convincere Willie Dixon a cambiare scaletta durante il festival di Montreux del 1982 per eseguire Spoonful, o ha assistito alla prima esibizione live, sempre a Montreux di Stevie Ray Vaughan. O come chi passeggiando per la piazza di Pistoia è riuscito a scambiare quattro parole sul battistero con Blue Lou Marini, qualche ora prima di assistere al concerto dei Blues Brothers nel 1988, o è rimasto affascinato dalle scritte della custodia della chitarra di Johnny Shines nel suo viaggio in italia nel 1978. Oppure chi ha ammirato Ali Farka Toure a Villa Arconati nel 1998 mentre con il suo francese dolce introduceva il piccolo strumento fatto a mano che chiamava “le professeur”, o chi è rimasto abbagliato dal carisma di CeDell Davis a Helena, Arkansas o si è un po' commosso sulla tomba di Fred Mc Dowell. Come chi ha ascoltato Albert Collins all'Arco della Pace di Milano, o Albert King sul palco di Pistoia con Nick Becattini nel 1989, o la Jeff Healey Band al City Square, nonché l'immenso R.L. Burnside che infiammava il Bloom di Mezzago poco prima della Jon Spencer Blues Explosion. E chi infine ancora porta nel cuore il tramonto del sole rosso sulle rive del Mississippi o la gentilezza di Billy Gibbons degli ZZ Top nel parlare nel backstage della musica blues... Attraverso questo sito non possiamo quindi darvi neanche l'ombra di tutto questo. Speriamo però di fornirvi lo spunto per poter assistere a quel concerto o conoscere quell'artista che magari saprà regalarvi, inaspettatamente, qualcosa che non dimenticherete mai.http://www.ilbluesmagazine.it/home/main.htm
"I'm the blues" è un album piacevolissimo, sopratutto per l'armonica di Big Walter Horton, così leggera, elastica ed elegante!
RispondiElimina"Radici blues" è tipica di chi di musica non sa un cazzo, ma gli hanno detto che il blues è la fonte di tutto il rock.(un commento firmato dal solito Allelimo-uno che di musica ne sa tanto. che ha letto tutte le riviste italiane (ma ha ascoltato solo tre dischi di blues)e per questo motivo si sente qualificato a dire ciò che vuole in disprezzo di tutto e tutti.
RispondiEliminaquando leggo queste cose rimango basito e mi cadono i gabassisi a terra, caro evil.si fa solo del male alla musica a commentare in questo modo.willie dixon è la storia del blues, ma anche del rock, che ignoranti come me "che non sanno un cazzo di musica" hanno sempre creduto che sia nato nei campi di cotone e non in quelli di fragole.un abbraccio fratello di blues.
grazie come sempre Black. ma certe cose fanno male al cuore,all'anima della musica stessa. questo disprezzo è volgare è fuori luogo.è anche di un razzismo senza limiti.un abbraccio anche a te.
RispondiEliminaWELCOME - BENVENUTI
RispondiEliminaCi sono emozioni nella vita di ognuno di noi, uniche ed irripetibili, legate a momenti intensamente vissuti che è impossibile raccontare o descrivere. Come chi è riuscito urlando dal pubblico a convincere Willie Dixon a cambiare scaletta durante il festival di Montreux del 1982 per eseguire Spoonful, o ha assistito alla prima esibizione live, sempre a Montreux di Stevie Ray Vaughan. O come chi passeggiando per la piazza di Pistoia è riuscito a scambiare quattro parole sul battistero con Blue Lou Marini, qualche ora prima di assistere al concerto dei Blues Brothers nel 1988, o è rimasto affascinato dalle scritte della custodia della chitarra di Johnny Shines nel suo viaggio in italia nel 1978. Oppure chi ha ammirato Ali Farka Toure a Villa Arconati nel 1998 mentre con il suo francese dolce introduceva il piccolo strumento fatto a mano che chiamava “le professeur”, o chi è rimasto abbagliato dal carisma di CeDell Davis a Helena, Arkansas o si è un po' commosso sulla tomba di Fred Mc Dowell. Come chi ha ascoltato Albert Collins all'Arco della Pace di Milano, o Albert King sul palco di Pistoia con Nick Becattini nel 1989, o la Jeff Healey Band al City Square, nonché l'immenso R.L. Burnside che infiammava il Bloom di Mezzago poco prima della Jon Spencer Blues Explosion. E chi infine ancora porta nel cuore il tramonto del sole rosso sulle rive del Mississippi o la gentilezza di Billy Gibbons degli ZZ Top nel parlare nel backstage della musica blues... Attraverso questo sito non possiamo quindi darvi neanche l'ombra di tutto questo. Speriamo però di fornirvi lo spunto per poter assistere a quel concerto o conoscere quell'artista che magari saprà regalarvi, inaspettatamente, qualcosa che non dimenticherete mai.http://www.ilbluesmagazine.it/home/main.htm