Perché nasconderlo? Ascoltare certa
musica mi è venuto sempre complicato. Con i Beatles, ad esempio, non sono mai
riuscito ad entrare in sintonia. Eppure ho cercato di scrollarmi di dosso quei pregiudizi che in qualche modo, e mio
malgrado, avevo alimentato nei loro riguardi. Fra i tanti, il solo fatto che
piacessero a mia sorella bastava per
farmeli stare sulle palle. Ma avevo deciso di fare il musicista e non potevo
permettermi di avere i paraocchi di fronte ad un gruppo considerato
fondamentale per l’evoluzione del pop - rock. Così un giorno acquistai tutti i
loro dischi e qualche libro a loro
dedicato ma, per quanto armato di questi buoni propositi, naufragavo sempre dopo
l’ascolto di un paio di canzoni. Mi rendevo perfettamente conto che ero tra i pochi
al mondo a non riuscire ad amare una band che ha fatto impazzire milioni di
persone. Nel buio della mia stanzetta mi
chiedevo come potesse accadermi questo? C’era sicuramente qualcosa in me che
non andava. Sentenziai che ero affetto da dissonanza cognitiva e mi comportavo
come la volpe con l'uva, quella della favoletta di Esopo. Vado avanti a stento nel desolato inverno tempestoso. E non c’è amico
che ti dia una mano. Cerca di fermare le onde dietro i globi degli occhi. Butta
giù le tue pasticche rosse verdi e blu.(Sweet Virginia - The Rolling Stones)
La mia casa è nel Delta, cantava Muddy
Waters in Folk Singer, album acustico pubblicato nel 1964. In quel disco
suonavano anche Willie Dixon, Buddy Guy e Clifton James. Mentre il blues cola, i
fantasmi del Mississippi fanno a gara per venir fuori da quei solchi. E ti sembra
quasi di vederlo il piccolo Muddy nella piantagione di Stovall, nei pressi di
Clarksdale, giocare davanti a quella baracca di legno dall’aspetto miserevole. E
pure di scorgere sua nonna (con cui era cresciuto dopo la morte della madre,
avvenuta quando aveva solo tre anni.), che con quel caldo insopportabile fa il bucato
e continua a lavorare imperterrita, nonostante lo stuolo di ragazzini che, gironzolandole
intorno, ne combinano una più del demonio. Quella donna ha un sorriso bonario e
li guarda amorevolmente, anche quando esausta si siede sotto l’ombra del sicomoro,
mentre quei diavoletti proseguono a ribaltare sedie, a inseguire le galline e a
ruzzolarsi nella polvere. Se lo ricorda, Muddy Waters, il Delta. Si ricorda,
eccome, di quando lavorava per 50 centesimi al giorno nei campi di cotone o di
quando andava a tuffarsi nelle acque paludose del Grande Fiume. E si ricorda di
quel senso di frustrazione che si portava nel cuore, al calar della sera quando
andava a dormire. Ma anche la folgorazione di vedere Son House e Robert Johnson
suonare il blues. Questo disco è intriso di quei fantasmi ed a loro è dedicato.
Quando il treno è arrivato in stazione
l’ho guardata negli occhi, quando il treno è arrivato in stazione l’ho guardata
negli occhi beh mi sentivo così triste e solo che non potevo evitare di
piangere (Love In Vain - The Rolling Stones).
“A cosa sono serviti i miei studi?”,
si chiede il ragazzo mentre cerca di non cadere a terra dopo le manganellate
del tutto gratuite che ha ricevuto dai poliziotti. Piegato per il dolore ha il
tempo per pensare “se in quest’attimo passasse Pasolini, glielo griderei in
faccia che i poliziotti non sono figli del popolo, ma della borghesia. È loro e
quei privilegi che stanno difendendo, anche se a pagargli lo stipendio sono le
tasse e i sacrifici dei miei genitori operai. Si fatica in tutto, oggi. Anche a
disgustarsi per quello che ci stanno facendo. È in atto una catastrofe”,
continuò a pensare il ragazzo appoggiandosi al muro e vomitando. “Hanno consegnato
il mondo a vampiri del denaro che impunemente ci stanno schiacciando gli uni
contro gli altri. Nel silenzio più
assordante che ci sia mai stato, in uno sterminio, complici i media e quella classe
politica che un tempo affermava di schierarsi con i più deboli, con gli ultimi
della fila. Ma sono proprio loro quelli che gli hanno dato il benestare e
ancora più forza, affinché questo scellerato progetto andasse in porto. E adesso
come sempre a ridosso delle elezioni, faranno finta di amarci, di
vezzeggiarci,di difenderci come se esistessimo. Ma sono solo dei falsari. Non
accorgersi del loro sporco gioco è avere gli occhi bendati e le orecchie turate.
E’ una nuova società quella che stanno plasmando, fatta di burattini che non si
devono ribellare alle loro leggi,alla loro disumana precarietà. E’una nuova
società di schiavi del lavoro, da spremere come bestie. Questi fautori del
libero mercato, con lo stipendio e il vitalizio di Stato. Siamo stati venduti
sull’altare dello spread e del debito pubblico, cose inesistenti inventate ad
arte. E’ una piccola borghesia fascista che ci governa (di cui il primo
ministro è la faccia più meschina e rassicurante) che si sta ancor più
organizzando e, come sempre ha fatto, cerca di eliminare i creativi. Non hanno
bisogno di intelligenze, ma di persone che abbassino la testa. Ma ci diranno
che lo fanno solo per noi, per salvarci dal baratro. Da che mondo è mondo, i
ricchi non possono occuparsi dei poveri, perché li fotteranno sempre a
quest’ultimi. Adesso quel che l’occhio vede e la mano tocca è duro come la
pietra . Ed è questo il futuro a cui ci hanno affidato”. Ma vieni dai dolce Virginia. dai dolcezza ti prego. Dai, dai ce l’hai in
te. devi scrollarti quella merda dalle scarpe.(Sweet Virginia - The Rolling
Stones)
Era, invece, pieno di speranze il giovane Joe Cocker, in
arte Vance Arnold, quando a soli quindici anni iniziò a cantare nella sua città
natale con il gruppo degli Avengers. Dopo quella prima esperienza formò altre
band, The Big Blues e The Grease Band, anche se nessuna di queste formazioni
ebbe un riscontro commerciale. Per quello dovette aspettare il suo primo
singolo che fu la cover di un brano dei Beatles I’ll Cry Instead, dall’album A
Hard Day’s Night. Il brano in
questione lo fece conoscere ad una più vasta platea e gli aprii la strada per
inserirsi nel giro giusto. Ma il
successo, quello vero, che lui ostinatamente cercava, arrivò nel 1968 e fu sempre un'altra cover dei Beatles ad
assicurarglielo. Il brano era
With a Little Help from My Friends dall’album Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Lo accompagnava alla chitarra solista
un giovanissimo Jimmy Page. La sua versione del pezzo è fantasmagorica, Joe
canta con una voce ubriaca e impastata
di fumo che sembra sempre sul punto di spezzarsi per come la spinge fuori
dall’ugola. Musicalmente poi la rende talmente personale che non sembra neppure
un brano dei Baronetti di Liverpool. Nel 1969 si esibisce al festival di
Woodstock ed è lui la vera rivelazione. Sul palco si contorce come se da un
momento all’altro debba avere una crisi epilettica e canta con una passione
fuori dal comune. Alla fine il pubblico impazzisce per questo gallese e lo acclama.
Forte di questo successo, nel 1970, insieme ai Mad Dog And The Englishmen,
parte per un lungo tour americano messo in piedi da Leon Russell, il suo
“padrino” artistico. Le due serate al Fillmore East di New York vengono
immortalate in un doppio album. Un live che è la dimostrazione che lui è una
vera anima blues. Rabbia, feeling e grande personalità vengono fuori dalle sue
interpretazioni di brani pescati nel repertorio di Dylan, Stones,
Leonard Cohen, Otis Reeding, ecc... che fanno di questo album il degno
epitaffio di un momento magico che purtroppo non si ripeterà mai più nella sua
carriera. Prende tutto Joe Cocker in quel tour, soldi, donne, amore, pace e
sballo ma, alla fine, ne uscirà completamente distrutto. Tuttavia, quando il
freddo vi penetra le ossa e cala l’oscurità e siete in cerca di un po’ di
calore, sapete anche voi adesso dove andare ad accucciarvi. Ho incontrato a Memphis una di quelle
reginette da bordello fradicia di gin. Ha cercato di rimorchiarmi di sopra per
una scopata. Ha dovuto portarmi sulle spalle. visto che neppure bere mi fa
dimenticare di te. Queste sono le donne dell’honky tonky. Dammi, dammi, dammi i
blues dell’honky tonk (Honky Tonk Women-The Rolling Stones).
Chissà se ci sarà mai il giorno della
rivincita disse il vecchio bluesman. Chissà dove si dovrà andare a scovare dei
nuovi sogni. Forse occorrerà tornare nel cuore del Delta, dove i campi sono
verdeggianti e si estendono a perdita d’occhio sotto il cielo azzurro smaltato.
La Route 61 è acciaccata e piena di buche e di sogni infranti, ma è sempre li
che aspetta chiunque voglia mettersi in gioco. Sono troppo vecchio figliolo,
troppo vecchio e stanco per ripartire. Allora prendili tu questi miei blues e
portali fin nell’orecchio del mondo e falli sentire a chi ha il cuore carico di
disumanità, falli ascoltare notte e giorno. Gridalo che non ci sono solo le
ragioni dei soldi, ci sono anche le ragioni dell’anima. E raccontagli, ragazzo,
come ci si sente ad avere il blues nel cuore. Raccontaglielo. (continua)
Bartolo Federico
Bartolo Federico
Descrivere cosa provo nel leggere questo articolo non e' facile..posso solo farti le mie piu' grandi ammirazioni..credo che persone come te non esistano piu',tanta di quella cultura racchiusa in una sola mente..
RispondiEliminaFiera di essere figlia di un uomo fantastico,un grande uomo..con grandi,grandissime doti..che sarebbe diventato QUALCUNO.Ma che lo e' già ai miei occhi e spero anche a quelli degli altri.
Beh ora che può fare un povero ragazzo, a parte cantare in un gruppo rock'n'roll? (Street Fighting Man - The Rolling Stones)
RispondiEliminanient'altro Viktor sarebbe bastato.oltre a te nella band mi porto anche: paolo,evil e black.ciao
RispondiEliminaè un post pazzesco! bravo!
RispondiEliminagrazie a voi, per essere passate da questa strada.
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