Il bar Cosimo all’ora di pranzo era pieno di impiegati,
indaffarati a mangiare insalate, e qualche arancina al ragù. Vite ordinarie
quelle, con le loro preoccupazioni e le proprie ansie. Persone normali, con
progetti, speranze e probabilmente qualche sogno cucito chissà dove. Avevo
cercato riparo dai miei silenzi, e dai miei blues, standomene assorto davanti a
un bicchiere di vino rosso. Troppi punti deboli, troppe lacune si erano aperte
dentro di me. Girai gli occhi e incrociai lo sguardo di una ragazza col seno
grosso che si toccava i capelli. Lei mi guardò ammiccando con un piccolo
sorriso. Non era brutta, ma di sicuro non era il mio tipo. Troppo muscolosa e
con le spalle larghe per i miei gusti. Guardai attraverso il vetro del bar e,
chissà perché, cercai quelle risposte che non arrivano mai. Un ragazzino con un
cappello alla Mingus entrò ridendo. Capivo di non avere più risentimenti
verso nessuno, ma di essere ancora in qualche modo vulnerabile, come quando ero
giovane. La vita è fatta di incontri alle volte insignificanti, altre volte
così devastanti che ti cambiano per sempre. E mi rividi spostarmi per quelle
strade buie e silenziose, con i cartelli arrugginiti e sbattuti dal vento.
Quelle strade abbandonate, circondate da immondizia e puzza di piscio, che ci
si smarriva non appena svoltavi l’angolo. Alcuni di noi sono predestinati alla
salvezza, altri alla dannazione. Dal pacchetto di sigarette tirai fuori una
Benson &Hudges che strinsi tra le dita, ma non accesi.
Avevo sempre cercato di fare del mio meglio. Tuttavia
i giudizi che mi davo un tempo, mi sembravano meno spietati di quelli di
adesso. In compenso non mi preoccupavo più di come andavano le cose. Mi
incuriosivo solo dei miei continui cambiamenti. “Nessuno è innocente,
nessuno. Ficcatelo bene in testa”. Senza motivo, mi erano tornate in mente le
parole urlatemi da Gilda in quel pomeriggio da cani. Lo avevo imparato a mie
spese che, quando le situazioni prendono una brutta piega, è inutile che uno
cerchi di spiegare. Noi uomini, prendiamo ciò che ci fa più comodo. Siamo
abituati ad usarci perché dopo un po' l’amore finisce e, in seguito, anche
l’odio che nutriamo. Un altro esule entrò nel bar. Camminando di sbieco e ordinando
una birra, si accomodò. Era una giornata di quelle che non si sa perché, ti
senti scoglionato, annoiato, irritato, ma sapevo che avrei fatto bene a
restarmene sobrio. “C’è un casino dappertutto” mormorò ad un tratto, l’uomo che si era seduto proprio dietro di me. “ci si sente come in
prigione”, continuò. Ed era come se mi stesse
leggendo nei pensieri. Mi girai lentamente e lo guardai per un lungo istante dritto
negli occhi, come a volergli scrutare fin dentro l’anima. “Non lo so, e non è
che m’importi molto” risposi, mentre un
cellulare iniziò a suonare una musichetta del cazzo. Non avevo fame, né freddo,
né sonno, niente. Non sentivo niente. Vidi il cielo annuvolarsi e mi chiesi
fino a che punto dovevo precipitare, prima di fermarmi.
Mi
aggiravo per le strade portandomi appresso un oscurità così densa, che potevo
tinteggiare le pareti di un palazzo. In quel silenzio, l’autoradio della
macchina sparava raffiche di sax, tanto forti da impedirmi di sentire le mie stesse urla. Amavo
il suono del sassofono, era come se ascoltassi il respiro profondo di certe
anime dilaniate, che facevano musica nella tempesta. John
Coltrane è una luce negli
occhi, una sensazione fantastica, tremendamente rara. In
The Dark You Can Love This Place
mi ha sussurrato una notte distogliendo accuratamente lo sguardo, Barzin. Ho trattenuto le lacrime, per non farmi
inondare fin dentro le orecchie, e capire quanto ero ridotto male. Gilda quando
c’eravamo incontrati, mi aveva guardato da dietro il fumo di una sigaretta, e
questo bastò per farmi perdere l’orientamento. Era come se una voce mi dicesse,
che era lei che stavo cercando. Ma ora che c’è l’avevo di fronte, non sapevo
che fare, e le dissi soltanto : ciao bambina, con una voce greve e lenta. E subito dopo iniziò a diluviare. E piovve
per un bel pezzo. Poi rimasi in
silenzio, inquieto come un sospiro. Ma queste cose mi erano successe in
un'altra vita. Come spesso accade i nostri destini si erano separati, e niente
e nessuno avrebbe potuto farmi tornare sui miei passi. Ho
canticchiato un blues mentre
salivo le scale di casa, dove non mi aspettava più nessuno. Con gli occhi
spalancati nella penombra, ho acceso lo stereo, fumando, e cercando di non
farmi prendere dallo sconforto. Erano passati anni, secoli, mesi, giorni, ore,
minuti, da quando ci eravamo lasciati, ma certe cose, non si erano ancora
sbiadite. Il telefono gettato sul pavimento prese a suonare, lo guardai ma non
risposi. Lei di sicuro non mi stava cercando. Ho acceso la lampada che faceva
una luce fioca, per cercare nello scaffale un disco che non trovai di Blind
Blake, uno dei padri
fondatori del blues. Un viaggiatore misterioso di cui non si sa praticamente nulla. Di quest’uomo
solitario è rimasta un'unica foto. Eppure negli anni venti era una star della
musica. Suonava un blues tecnico e riusciva a tracciare con la sua chitarra un
crossover ante litteram, che amalgamava lo stile ragtime, con il blues e il
jazz. Anche il burbero reverendo Gary Davis lo omaggiò. Lui così avaro di complimenti
verso gli altri musicisti.
I morti
hanno sempre gli occhi tristi. Anche Nick li
aveva quando è spirato per un tumore all’esofago. Per come era fatto, avrebbe
preferito di gran lunga una pallottola dritta in testa, che quell’animale
dentro a divorarlo. Aveva appreso sin da subito di essere spacciato e di non
avere via d’uscita. E non deve essere stato facile. Il diavolo poi ci
mette sempre lo zampino e
sembra che goda. Anche quando chiedi: quanto tempo mi resta
dottore ? Lui sogghigna. Alla fine, all’ultimo
istante, avrebbe voluto alzarsi da quel cazzo di letto che lo inchiodava e
camminare, camminare. Prima di tirare le cuoia avrebbe voluto bestemmiare,
imprecare. Andarsene in giro senza meta, come faceva quando cercava di
raccattare i cocci della sua pazza vita. Ma si sentiva debole e stordito, ed
aveva una paura fottuta. Siamo tutti strambi noi uomini. Mi alzai e mi versai un
bicchiere di Chivas. Il whisky andò giù morbido. Mi ricordai di quando lei era
seduta sul divano e sfogliava distrattamente una rivista. Aveva recuperato il
pacchetto delle sigarette e si era accesa una merda di MS. A guardarla nel suo
jeans attillato aveva un bel culo, ma anche delle belle tette. Per tutto il
giorno aveva sapientemente evitato il mio sguardo. Forse era un modo per non
farsi venire qualche rimorso. Suonai qualcosa con la chitarra per ritrovare il
coraggio. Aveva due splendidi occhi ed eravamo diventati tutt’uno. Non c’era
spazio per nient’altro. Lo dico adesso che non posso più ingannare nessuno,
tantomeno me stesso. È stato questo che alla fine ci ha
fregato. Avevo smesso di
dare importanza ai suoi misteri, come lei ai miei. Non potevamo continuare ancora
ad ingannarci. Me ne sono tornato nell’oscurità, come un blues greve di
Mark Lanegan.
I light a
lonely woman's cigarette. We start talkin' bout what we want to forget. Her
life story and mine are the same. We both lost someone and only have ourselves
to blame. But here I am again...(Misery And Gin-Merle Haggard)
Le armi e i duri non mi sono mai piaciuti. Neanche
i mercenari e certi sbirri. C’è gente che legge troppi libri, altri nemmeno
uno. La vita alle volte è crudele, e si comporta come un romanzo da due soldi. Sarò
un romantico, ma esiste un altro modo per stare su questa terra. Ne sono certo.
In quello mio, non ci sono né vincitori, né vinti. Perché capita ad ognuno di
noi che qualche porta si chiuda, e anche se questo ci lascia quel retrogusto
amaro di nullità, si può sempre ricominciare, da qualche altra parte. Sempre. La
cattiva stella prima o poi tramonta.
Bisogna solo sapere aspettare. Certo ci vuole una infinita pazienza, ma ne vale
la pena. L’ho appreso dal blues questo, che non vive nel mondo della luna. Pur con
una gamba di legno Furry Lewis se ne andava in giro per il sud del
Mississippi, aggregandosi al fianco di imbroglioni e truffatori, che seguivano le
carovane dei minstrels e dei medicine show. Aveva perso la gamba in un incidente
ferroviario, ma tutto questo non era riuscito a fermare la sua vivacità, la sua
voglia di vivere. Suonò insieme a Gus
Cannon e Will Shade, per le strade di Memphis, entrando anche a far parte della Memphis Jug Band. Ma di musica non sempre si campa, e allora
inizia a lavorare come spazzino, e lo farà per oltre quarant’anni. Per non
gettare del tutto il suo talento, alla sera suona nei battelli a vapore che
attraversano il grande fiume, e al mattino va a ripulire le strade della sua città. Suonare a questo songster, gli ha reso più sopportabile la sua dura
esistenza. L’ha fatto anche Night Moves con me. Una canzone che conserva il sapore di tante cose che ho perso
lungo il tragitto. Ho pensato a lei ascoltandola. Ai suoi seni, al suo
desiderio, alle sue speranze, alla sua avidità. Me ne sono rimasto seduto sul
divano, mentre fuori aveva preso a piovere.
We weren't
in love oh no far from it. We weren't searching for some pie in the sky summit.
We were just young and restless and bored. Living by the sword. And we'd steal
away every chance we could. To the backroom, the alley, the trusty woods. I
used her she used me. But neither one cared. We were getting our share.(Bob
Seger)
Ha piovuto
per un bel pezzo. Mi sono fatto del caffè e fumato qualche sigaretta nella
piccola cucina. Al lavoro l’indomani, ci sarei andato anche a costo di
strascicarmi per strada a tentoni. È solo quando non hai più una cosa, che te
ne accorgi di quanto era importante. Misi un disco di rock
duro, grintoso, di quelli
che sparano raffiche di chitarra a mitraglia. Tanto per stordirmi un po’. La mattina uscì
presto di casa. Era un alba fresca e senza particolari pretese. Prima di
andare via, ho lasciato tutte le luci dell’appartamento accese. Così da darmi
la sensazione al mio rientro, di non essere solo. A quell’ora del mattino le
strade erano deserte. Un barbone dormiva dentro l’ atrio del portone. Cercai di
non disturbarlo. In strada camminavo veloce e con le mani infilate nella tasca
della giacca.
La Folie cantavano gli Starnglers nel 1981. Un autre endroit, une autre vie. Eh oui, c'est une autre histoire. Mais a qui tou raconter? Chez les ombres de la nuit? Au petit matin, au petit gris. Combien de crimes ont ete commis. Contre les mensonges et soi disant les lois du coeur. Combien sont la a cause de la folie. Parce qu'il ont la folie. Mia zia Marianne sentiva le voci, e vedeva cose inesistenti. Alle volte diceva che erano sul muri, altre sul pavimento, qualche volta non ti riconosceva nemmeno, perché eri tu la cosa strana. Se ne stava per ore seduta immobile sulla sedia. Ogni tanto rideva e si toccava i capelli, e si stringeva i seni, fino a farsi male. Beveva vino rosso a litri, e fumava all’inverosimile. Troppe notti difficili. Alle volte avevo paura, una paura tremenda, che potessi uccidermi. Ma forse c’era molto suggestione in me. Ogni tanto tornava normale e passavamo dei bei momenti. Poi anche quegli attimi svanirono, e la dovettero rinchiudere in un manicomio.
John Trudell è un indiano Sioux. Quando venne nominato portavoce dell’American Indian Movement, si rese protagonista di un gesto di protesta contro le autorità americane, per le atrocità commesse nei confronti dei nativi americani. Sui gradini del J. Edgar Hoover Building di Washington bruciò la bandiera a stelle e strisce. Dodici ore più tardi, sua moglie, i suoi tre figli, e sua suocera, morirono in un incendio nella riserva di Paiute Shoshone in Nevada. La cosa resterà senza colpevoli, anche per il rifiuto dell’ FBI di indagare sul caso. John Trudell inizia a comporre poesie, e nel 1985, quando incontra Jesse Ed Davis, un indiano Kiowa che suona con Clapton, Dylan, Lennon e Jackson Browne. le sue poesie diventano musica. AKA GRAFFITI MAN è un grido di dolore, un blues profondo, un vento di guerra.
Ci sono cose che nessuno può uccidere. Hanno crocifisso gli uomini buoni, gli hanno strappato le unghie dei piedi, e delle mani. Gli hanno tolto la lingua di bocca. Poi li hanno sgozzati nella notte con un taglio preciso alla giugulare. Ma questi uomini continuano ad urlare. Puoi sentire le loro grida… li senti?.. li senti? … tra gli scrosci di pioggia?
La Folie cantavano gli Starnglers nel 1981. Un autre endroit, une autre vie. Eh oui, c'est une autre histoire. Mais a qui tou raconter? Chez les ombres de la nuit? Au petit matin, au petit gris. Combien de crimes ont ete commis. Contre les mensonges et soi disant les lois du coeur. Combien sont la a cause de la folie. Parce qu'il ont la folie. Mia zia Marianne sentiva le voci, e vedeva cose inesistenti. Alle volte diceva che erano sul muri, altre sul pavimento, qualche volta non ti riconosceva nemmeno, perché eri tu la cosa strana. Se ne stava per ore seduta immobile sulla sedia. Ogni tanto rideva e si toccava i capelli, e si stringeva i seni, fino a farsi male. Beveva vino rosso a litri, e fumava all’inverosimile. Troppe notti difficili. Alle volte avevo paura, una paura tremenda, che potessi uccidermi. Ma forse c’era molto suggestione in me. Ogni tanto tornava normale e passavamo dei bei momenti. Poi anche quegli attimi svanirono, e la dovettero rinchiudere in un manicomio.
John Trudell è un indiano Sioux. Quando venne nominato portavoce dell’American Indian Movement, si rese protagonista di un gesto di protesta contro le autorità americane, per le atrocità commesse nei confronti dei nativi americani. Sui gradini del J. Edgar Hoover Building di Washington bruciò la bandiera a stelle e strisce. Dodici ore più tardi, sua moglie, i suoi tre figli, e sua suocera, morirono in un incendio nella riserva di Paiute Shoshone in Nevada. La cosa resterà senza colpevoli, anche per il rifiuto dell’ FBI di indagare sul caso. John Trudell inizia a comporre poesie, e nel 1985, quando incontra Jesse Ed Davis, un indiano Kiowa che suona con Clapton, Dylan, Lennon e Jackson Browne. le sue poesie diventano musica. AKA GRAFFITI MAN è un grido di dolore, un blues profondo, un vento di guerra.
Ci sono cose che nessuno può uccidere. Hanno crocifisso gli uomini buoni, gli hanno strappato le unghie dei piedi, e delle mani. Gli hanno tolto la lingua di bocca. Poi li hanno sgozzati nella notte con un taglio preciso alla giugulare. Ma questi uomini continuano ad urlare. Puoi sentire le loro grida… li senti?.. li senti? … tra gli scrosci di pioggia?
Il cuore
degli uomini è la cosa più difficile da vedere. Dannato stasera non piangere.
Bartolo Federico
Bravo, finalmente qualcuno che ricorda la tragedia di Trudell (meglio: la tragica vendetta su Trudell da parte dello Stato).
RispondiEliminaProprio un bel pezzo... e un bel blog!
RispondiEliminaGià Vlad, la grande democrazia AMERICANA...........
RispondiEliminaGrazie Michele, per essere arrivato fin qui.
RispondiEliminaStupendo sprazzo di talento descrittivo. Catapultata nei pensieri di un uomo ho dovuto alla fine con non poca difficoltà ritornare in me. Grande! :))
RispondiEliminaMi dai coraggio per continuare a scrivere. Grazie Limpha.
RispondiEliminaOgni tanto mi prendo un po' di spazio sul blog di Bart, soprattutto quando ci sono "nuovi viaggiatori" che incrociano queste strade, per ricordare a tutti i lettori di http://dustyroad-federico.blogspot.com a chi ha scoperto Dustyroad più di recente, ai passanti e simpatizzanti, che esiste "Viaggiatori nella Notte" un libro in carta e ossa, tutto scritto da Bart, interamente di suo pugno!
RispondiEliminaLa versione e-book è gratuita e la trovate qui:
http://www.mediafire.com/download/5ov38p49n1jn28h/Viaggiatori%20nella%20Notte.zip
Se volete c'è anche la versione cartacea:
http://www.lulu.com/shop/bartolo-federico/viaggiatori-nella-notte/paperback/product-21351555.html
Ciaooo!!
Evil,è un mago,uno di quelli che compare nella notte, e t'invita a bere. Vieni a bere qualcosa con me Bart mi ha detto un giorno... scambiamo due chiacchiere. Poi mi sono accorto che gli ero già amico da chissà quanto tempo.Grazie
RispondiElimina...sai quella canzone dei Pogues... faceva così...
RispondiEliminaSo come fill up your glasses
of brandy and wine
Whatever it costs I will pay
So be easy and free
when you're drinking with me
I'm a man you don't meet every day
Ah, a breve avremo qualche news su Scarabocchi.
ho cambiato delle cose, ma tu te ne sari già accorto .ti mando una email
RispondiEliminaSi, in effetti ho già sostituito questa alla versione precedente.
RispondiElimina