La corriera
mi lasciò nel tratto in cui la strada che portava a casa conservava ancora tutta la tristezza
di quelle strade fuori città. Una strada sbieca, piena di buche ed erbacce che
sembrava uscita da un blues di Robert Johnson. Il semaforo sospeso del crocevia
ondeggiava paurosamente nel vento e sopra la mia testa, così mi affrettai ad
attraversare l’incrocio deserto prendendo a camminare verso il sobborgo. Molte
cose erano andate in fumo, rimuginai, ed ero precipitato in fondo a tutto
quello che mi era capitato. Avevo scontato la mia pena trascorrendo otto anni sequestrato
in una gabbia ed era naturale che mi sentissi disorientato ritornando dove
tutto era iniziato. Fosse solo anche per piangere.
Da qualche parte i tuoi amici comunicano tramite i loro stessi ricordi. NY). La prima volta che ascoltai “Like a Rolling Stone ”Sentii la magia e la portai a casa La rigirai e la feci mia Ma non fu mai così bello come la prima volta La poesia fuoriusciva dalla sua lingua Come Hank Williams che mastica una gomma Chiedendomi “Come ci si sente. (Twisted Road - Neil Young).
Da qualche parte i tuoi amici comunicano tramite i loro stessi ricordi. NY). La prima volta che ascoltai “Like a Rolling Stone ”Sentii la magia e la portai a casa La rigirai e la feci mia Ma non fu mai così bello come la prima volta La poesia fuoriusciva dalla sua lingua Come Hank Williams che mastica una gomma Chiedendomi “Come ci si sente. (Twisted Road - Neil Young).
“Non è necessario picchiarci!”, gli gridai,
“non abbiamo alcuna ragione per batterci”. Ma lui con un balzo felino in avanti
mi piombò addosso e mi colpì con un gancio sinistro. Mentre perdevo
l’equilibrio riuscii a mollargli un calcione che lo centrò in pieno petto. Traballò
e cademmo insieme a terra. Quel giorno fui molto più lesto di lui nel rialzarmi
e bloccarlo, tenendogli un ginocchio sul torace che quasi lo soffocavo. Evil batté
la mano sul selciato due volte per dirmi che si arrendeva, e fu solo allora che
abbandonai la presa. Era diventato paonazzo e ci volle qualche minuto per riprendersi.
Dopo mi guardò e sorridendomi mi disse “adesso possiamo essere anche amici”.
“La polizia
ti vuole parlare”, mi informò Badit, venendo a prendermi nella casa abbandonata
dove solitamente giocavamo a poker.“Non mi sto mica nascondendo”, gli replicai,
“non ho nulla da temere”. Ma ancora non sapevo cosa stesse avvenendo. Salimmo
sulla sua macchina e ci dirigemmo al comando. Durante il tragitto mi raccontò
che Evil era stato fermato in un posto di blocco mentre tornava da lavoro e che
nel bagagliaio dell’auto era stato ritrovato un borsone pieno di roba. La cosa
non mi tornava per niente. Non era il tipo da fare certe cose. E poi, perché
rischiare cosi tanto? Ci doveva essere dell’altro, pensai, gettando la sigaretta
dal finestrino dell’auto. Quando stavamo per arrivare fu per caso che vidi Mario
sulla macchina posteggiato qualche isolato prima.
Su alcune strade ho volato Su alcune strade mi sono schiantato Su alcune strade ho dormito Su alcune strade sono tornato Su alcune strade ho corso Su alcune strade mi sono fermato Giù per alcune strade ho camminato Su alcune strade mi sono perso (Loose Change - Neil Young).
Su alcune strade ho volato Su alcune strade mi sono schiantato Su alcune strade ho dormito Su alcune strade sono tornato Su alcune strade ho corso Su alcune strade mi sono fermato Giù per alcune strade ho camminato Su alcune strade mi sono perso (Loose Change - Neil Young).
Mario
aveva perso i genitori in un incidente stradale quando aveva solo sei anni. Sua
sorella Iolanda, che allora era già maggiorenne e lavorava presso l’unica
fabbrica che c’era in quella zona, accettò di crescerlo. Ripeteva che non se la
sentiva di affidarlo ai servizi sociali o di farlo rinchiudere in qualche
istituto. I suoi genitori, che la guardavano dal cielo, l’avrebbero aiutata,
pensava. Abitavamo nello stesso stabile e mia madre, che era stata amica della
sua, durante le ore in cui Iolanda era impegnata con il lavoro, si prestava ad accudire
quel bambino come fosse un figlio suo. Me lo trovavo sempre per casa, ma non avendo
alcuna affinità tra noi finivamo sempre per darcele di santa ragione. Diffidavo
di lui, aveva scatti di rabbia incontrollabile e alla minima provocazione
combinava un putiferio. Le persone attribuivano quel suo modo di fare al trauma
che aveva subito. Ma, per come la vedevo, sarebbe stato in quel modo anche
senza quel tragico evento. Una vera testa di cazzo, rancoroso e malvagio, che sapeva
camuffarsi ad arte ed era capace di qualunque azione pur di ottenere ciò che
desiderava. Anche se percepivo che in qualche modo di me aveva timore.
Passeggiando con il Diavolo su una strada tortuosa ascoltando i Dead alla radio quella musica d'altri tempi mi leniva l'anima Se mai arriverò a casa mi darò alla pazza gioia Mi darò alla pazza gioia (Twisted Road - Neil Young).
Passeggiando con il Diavolo su una strada tortuosa ascoltando i Dead alla radio quella musica d'altri tempi mi leniva l'anima Se mai arriverò a casa mi darò alla pazza gioia Mi darò alla pazza gioia (Twisted Road - Neil Young).
Si
sa che sistemare certe cose è sempre difficile e costa sempre molto caro. Quando
ci si trova immischiati con la polizia non sai mai come andrà a finire. E siccome
la verità delle cose non la conosce nessuno, avevo imparato a sospettare della
luce e persino della notte. Quando entrai nell’ufficio dell’ispettore mi bastò
guardare Evil dritto negli occhi per leggervi la più cupa delle disperazioni. “Il
suo amico”, mi grugnii a muso duro il poliziotto, “afferma che ieri la macchina
c’è l’ha avuta lei tutto il giorno. “Sono sicuro che avrà argomenti per
spiegarmi cosa ci faceva quel borsone nell’auto”. continuò il piedipiatti, “dato
che sempre il suo amico afferma di non saperne nulla” e lo affermò con un
sorrisino che non faceva presagire niente di buono. Quel tizio non stava
cercando la verità, ma solo qualcuno che lo salvasse da essa. Avevo varcato la soglia
del comando di polizia, credendo di sapere come erano andate le cose. E per
Evil era messa davvero male. Guardai lo zelante servitore dello stato e dissi
che avrei rilasciato una confessione davanti al mio avvocato. Il Vites fu
rintracciato da Blackswan, un nostro amico, verso le sei del pomeriggio in un
bar del centro. Giusto il tempo di farsi una doccia gelata per mandare via
qualche linea di sbornia e con quella faccia di tenebre e nebbia che si ritrovava sbucò in ufficio. Era
vestito con un jeans nero e una giacca grigio scuro di due taglie più grandi e
sfoggiava una maglietta con impressa la faccia di Bob Dylan.
Ti prendono a sassate quando cerchi di andare a casa Ti prendono a sassate quando te ne stai tutto solo Ma io non voglio sentirmi così solo Dovremmo esser tutti presi a sassate (Rainy Day Women N.12&35 - Bob Dylan).
Evil era l’unico del nostro gruppo ad avere studiato. Dopo la laurea era stato subito assunto da un’importante società di telecomunicazioni con una mansione di assoluto rilievo. Nonostante ciò, aveva continuato a vivere nel quartiere. Mio padre, che era un netturbino, l’appartamentino dove abitavo lo comprò grazie al suo interessamento. Evil lo fece accedere ad un mutuo bancario garantendo il credito con la sua firma e la sua busta paga. E quando, qualche anno dopo, papà morì per un infarto fulminante, fu lui a saldare tutte le rate del mutuo senza chiedermi mai nulla indietro. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, gli dovevo un favore. Non c’era dubbio che dei due ero io quello che aveva meno da perdere. Durante il processo il Vites fu davvero abile a battersi in quel covo di corrotti e massoni che sono qualche volta i giudici e avvocati. Riuscì a farmi ridurre la condanna a otto anni anziché i dodici richiesti dal pubblico ministero, un uomo spocchioso e pieno di sè, uno che non ti guardava mai dritto negli occhi. In seguito mi fu comunicato che tutte le spese processuali e l’onorario dell’avvocato erano stati pagati da un anonimo.
Non serve a nulla scappare E non c’è più tempo per restare Ora mi accorgo che sono così confuso Non c’è più tempo e so che mi sto perdendo (Burned - Neil Young).
Ti prendono a sassate quando cerchi di andare a casa Ti prendono a sassate quando te ne stai tutto solo Ma io non voglio sentirmi così solo Dovremmo esser tutti presi a sassate (Rainy Day Women N.12&35 - Bob Dylan).
Evil era l’unico del nostro gruppo ad avere studiato. Dopo la laurea era stato subito assunto da un’importante società di telecomunicazioni con una mansione di assoluto rilievo. Nonostante ciò, aveva continuato a vivere nel quartiere. Mio padre, che era un netturbino, l’appartamentino dove abitavo lo comprò grazie al suo interessamento. Evil lo fece accedere ad un mutuo bancario garantendo il credito con la sua firma e la sua busta paga. E quando, qualche anno dopo, papà morì per un infarto fulminante, fu lui a saldare tutte le rate del mutuo senza chiedermi mai nulla indietro. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, gli dovevo un favore. Non c’era dubbio che dei due ero io quello che aveva meno da perdere. Durante il processo il Vites fu davvero abile a battersi in quel covo di corrotti e massoni che sono qualche volta i giudici e avvocati. Riuscì a farmi ridurre la condanna a otto anni anziché i dodici richiesti dal pubblico ministero, un uomo spocchioso e pieno di sè, uno che non ti guardava mai dritto negli occhi. In seguito mi fu comunicato che tutte le spese processuali e l’onorario dell’avvocato erano stati pagati da un anonimo.
Non serve a nulla scappare E non c’è più tempo per restare Ora mi accorgo che sono così confuso Non c’è più tempo e so che mi sto perdendo (Burned - Neil Young).
Sparpagliando
i ricordi, mi chiesi che cosa restava di quel gruppo di sognatori. Che erano i
miei amici d’infanzia. Dov’erano finiti Elle, Nella, Francesco, Gianni, Lucien,
Viktor, Giacinta e tutti gli altri? Ma anche quella gente di cui avevo
dimenticato i nomi, i sorrisi, le cortesie. I ricordi, se li lasci andare per
troppo tempo e non li rigiri, si trasformano e se ne vanno in malora e possono diventare
disgustosi trasudando egoismi, superbie, falsità. Si imputridiscono come le
cose e le persone e si spengono per sempre. Mia madre era morta al mio quarto
anno di carcere ed era l’unica a sapere della mia innocenza. Ma non per questo ero
contento, in qualche modo mi sentivo colpevole ugualmente. Sapevo anche che avevo
lasciato che tutto andasse avanti fino a sfracellarsi nella notte.
La
strada era silenziosa e piena di ombre. Un cane nel cortiletto di una casa mi
abbaiò ferocemente. Non si vedeva neanche una macchina e gli spacciatori
sembravano svaniti nel nulla. Camminavo e potevo sentire i televisori accesi
nelle case e le radio che trasmettevano musica, insieme alle risate della gente
e alle loro bestemmie. Svoltai l’angolo e lo vidi lì davanti, sulle scale dello
stabile. Mario indossava dei jeans e una camicia nera con i pois beige. L’avevo
pensato mille volte questo incontro, l’avevo ricamato nella mia mente ma,
adesso che si stava avverando, non provavo più nulla di quello che credevo
avessi conservato per questo momento. Non c’era più odio, disprezzo, rabbia, dentro
di me. In un attimo era tutto svanito. Più ci avvicinavamo e più mi rendevo
conto che aveva l’aria triste. Era dimagrito ma era vivo. E’ per uno come lui
era davvero una fortuna. Quando fummo faccia a faccia abbassò lo sguardo in
terra e mi salutò. “Che succede?”, gli chiesi. “Volevo parlarti, ti stavo
aspettando, lo sapevo che arrivavi oggi. Ho contato i giorni, le ore, gli anni,
per poterti finalmente parlare ma anche rivedere. Se la cosa ti fa stare meglio
puoi anche picchiarmi o uccidermi, fai come meglio credi, non te lo impedirò, ma
non sono più quella testa di cazzo come tu mi dicevi di essere”. Lo guardai ed
era lì che tremava sotto quel cielo ombroso. “Non ho voglia di uccidere nessuno”,
replicai, “forse all’inizio lo avrei anche fatto ma adesso non ha più nessuna
importanza. Adesso cosa vuoi che m’importi del resto del mondo?” Un vento gelido
si alzò sulle nostre teste e lui continuò. “Ogni giorno sono andato da mamma
Angela per farmi perdonare per averti messo nei guai. E anche quando è morta ho
continuato a farlo. E’ vero, l’ho messo io quel borsone nel bagagliaio e questo
tu lo hai sempre saputo. Mi serviva una macchina pulita per il trasporto”,
continuò, “e quando ho visto l’auto di Evil posteggiata sotto casa non ci ho
pensato due volte ad usarla”. Parlava a bassa voce a monosillabi, sembrava
insicuro come un uomo che ha paura. “Ok!”, tagliai corto, “fin qui so già tutto,
ma mi manca un pezzo di questa storia. Perché l’hai venduto alla polizia Mario,
perché?”. “Dopo aver sistemato il borsone sono sceso al bar per bere qualcosa
ed è li che ho visto Evil con Laura che si stavano baciando. Io l’amavo Laura e
quando quella sera li ho visti insieme ho perso la testa. Ho pensato che sarei
affondato ma loro sarebbero venuti insieme a me. Il poliziotto del comando stava
sul mio libro paga. Non c’è voluto molto a organizzare la trappola. Poi quando sei
entrato in scena tu le cose sono cambiate. Ma tornare indietro come sai non si può.
Ho provato a farlo ma lo sbirro mi disse che avrebbe ucciso tua madre se mi
fossi azzardato solo a muovere un dito. Il denaro lo sai è la morte della
lealtà. Gli facevo guadagnare una montagna di quattrini e gli servivo fuori,
non in galera”.
Finestre blu dietro le stelle Luna gialla al sorgere Grandi uccelli volano attraverso il cielo Gettando ombre sui nostri occhi Ci lasciano Inermi, inermi, inermi (Helpless - Neil Young).
Finestre blu dietro le stelle Luna gialla al sorgere Grandi uccelli volano attraverso il cielo Gettando ombre sui nostri occhi Ci lasciano Inermi, inermi, inermi (Helpless - Neil Young).
Andai
su per le scale con la testa che mi girava ed entrai in casa. Non c’era un filo di polvere. Iolanda teneva
ordinato come faceva mia madre. Anche lei aspettava che io tornassi. Me lo
aveva detto Mario insieme ad un mucchio di altre cose prima che lo lasciassi da
solo in piedi sotto la luce del lampione. Era stato lui a pagare le spese del
processo e l’avvocato, ed aveva ricomprato il furgone e la licenza di ambulante
che era finita all’asta. Aveva chiuso con il passato lavorando sodo anche per
me. Aveva diviso equamente i guadagni e la mia parte era conservata nel
mobiletto della mia stanza dentro una busta marrone. Posai il borsone sul
tavolo della cucina e mi ficcai sotto la doccia. Ma anche dopo non mi sentivo
né rinfrescato, né rinvigorito. Ero solo confuso e anche arrabbiato con me
stesso. Lo avevo perdonato da tanto tempo, solo che non lo sapevo.
La mattina seguente
andai al cimitero e portai ai miei genitori delle margherite bianche. Dopo,
camminai senza meta su e giù per il quartiere. Comunque la mettevo, non potevo
cambiare le cose ma potevo cambiare qualcosa. Mario era partito svantaggiato e
un'altra possibilità come a tutti noi gli toccava. Verso le sei del pomeriggio
suonai alla porta di Evil ma non mi aprì. Sentivo la musica provenire da dentro
casa, suonai ancora ma niente. Presi le chiavi che un giorno lui stesso mi
diede dicendomi “non si sa mai” ed entrai. Era seduto sul divano e con la
musica ad alto volume non mi udì giungere e quando mi scorse nella stanza saltò
su come una molla e ci abbracciammo. Raccolsi il telecomando dal divano e
abbassai il volume dello stereo. “Devo parlarti Evil, devo raccontarti come
sono andate le cose quel giorno”. “Non ti dannare l’anima, Toni. Io e te lo
sappiamo che si scivola, si sbanda, si cade nell’alcool, nelle droghe e non si
arriva a niente. Ieri sera è venuto Mario e ci ha raccontato tutto. Adesso davvero
questa storia è un capitolo chiuso”. Dopo prese una scatola e me la porse: “Stamattina
mentre andavo a lavoro ti ho comprato una stecca di Marlboro georgiane e una
copia nuova di zecca di Blonde On Blonde. Ora rilassati ché tra un po’ con Laura
arriverà il vecchio Jack Daniels, insieme a tutti gli altri ragazzi. Bentornato
a casa Toni”.
Nessuno ti può toccare ora Ma io posso toccarti ora Sei invisibile Hai troppi segreti Lo ha detto Bob Dylan Qualcosa del genere Un giorno troverai quello che stai cercando Un giorno troverai quello che stai cercando (Bandit - Neil Young)
Nessuno ti può toccare ora Ma io posso toccarti ora Sei invisibile Hai troppi segreti Lo ha detto Bob Dylan Qualcosa del genere Un giorno troverai quello che stai cercando Un giorno troverai quello che stai cercando (Bandit - Neil Young)
Bartolo Federico
Grande storia, Bartolo. Mi ha ricordato di Jack Kerouac, e sono sensazionali questi citazioni musicali.
RispondiEliminaUn abbraccio
Grazie a te Elza, per avermi letto.ciao
RispondiEliminaChe dire....fantastico!
RispondiEliminaho smesso di andare al cimitero
RispondiEliminaHai uno stile unico...dov'è il sogno?dov'è la realtà? ...fantastico!
RispondiEliminagrazie davvero Gio.grazie per tutto quello che stai facendo..
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