Le ho scostato i capelli che le coprivano il volto. Aveva l'aria di chi si porta appresso delle brutte sconfitte, ma tuttavia non vuole cadere. Respirava a fatica, mentre piangeva silenziosa. Mi sono alzato e sono andato a prendere un bicchiere di grappa, le sigarette, un accendino. Sapevo che sarebbe tornata, anzi volevo che succedesse. Ho acceso lo stereo, e ho messo la sua canzone preferita. Ci siamo guardati a lungo, fin quando un lungo fremito ci ha attraversato il corpo. E certi piccoli dolori se ne sono andati.
You're still the same girl you always were
You're still the same girl you always were
A few more nights on the street, that's all
A few more holes in your arm
A few more years with me, that's all
You're still the same girl
With the same sweet smile that you always had
And the same blue eyes like the sun
And the same clear voice that I always
You're still the same girl
That I love
Ciò che scrivi sono frammenti di pagine sgualcite, trasportate qua e là dal vento del deserto di Sonora. Ogni tanto qualcuno, uomo o spirito,ne trova qualcuno, lo legge, sorride o ricorda o ritorna a camminare come se nulla fosse accaduto. Questo mi appare quando entro qua dentro.
RispondiElimina(splendida immagine di Tom Waits in testata)
La ripetizione di "qualcuno", ala seconda riga, è illeggibile; cerca di sorvolare almeno tu (io non ce la faccio).
EliminaGrazie Blu, non per niente anche tu ti chiami tristezza. Buon Anno.
RispondiEliminaAnche a te...
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