Rovistando nei
cassetti quelli chiusi e sigillati, la notte è arrivata tremante. Mi ha colto
di sorpresa. Con quella mania di bleffare che ha sempre avuto, mi ha lasciato dei
segni rossi sul corpo, e anche un mucchio di bottiglie stipate nell’angolo. Le
ho contate, erano quindici. Fuori fa freddo, si freddo, ma sono felice di ritrovare
un vecchio amico. Uno che è caduto nella polvere, sbalzato nella tormenta, fin
su le nuvole del cielo. Uno che è rimasto per lungo tempo abbracciato alle sue
paure, ai suoi tormenti, che respiravano bassi e rochi, senza dargli tregua. Si
è riempito di erbaccia e mescal, si è steso in terra e con una brutta cera in
viso ha detto: se fossi morto, nessuno se ne sarebbe accorto. Dov’eravamo
rimasti? Che cosa ci beviamo? Ha preso la chitarra e con il cuore in mano ha
cantato una canzone, nera e ubriaca. Dapprima ha biascicato parole, poi ha
grugnito forte, ma proprio forte, cantando di quei corvi che si tuffano a testa
in giù, nella notte. Mi sono raggomitolato, ansando. Ecco ci siamo. Il Messico.
Un supplizio, un’orgia, un sogno che barcolla. Quante meraviglie ci sono
nascoste nei meandri più reconditi, di noi. Sensazioni sconosciute che si
dibattono nel vuoto. È dura coricarsi con l’angoscia dell’indomani sempre più’
sfuggente, sempre più precario, sempre più schifoso. Senza nessuna verità,
senza nessuna certezza. Sembra un’agonia. Il casino di un bordello. La città è
lunatica. Come una vecchia puttana ti scopa, senza darti tregua. Alla fine non hai più niente da
nascondere, neanche a lei. Ma che la facciano finita quei cialtroni che
sbucano dalla tivù. Come pupazzi giganti, avvampano nella loro stessa merda. Sono Angeli
di Desolazione tutti quelli che urlano nel vento, fumando un sigaro, prima di andare a dormire. Dan Stuart nella terra degli amanti solitari ha fatto il pieno, ed è partito. Avanzando
nella notte, ha riascoltato The Killer Inside Me. Si tracciano le proprie strade, solo per
sentire di starci sopra. Uno sceglie i sogni che meglio gli scaldano il
cuore. Con una canzone che parla di solitudine, Marlowe è tornato. Per vendicarsi. Nel delirio
dell’anima. Dell'ultimo giorno blu.
Bartolo Federico
I Green on red,primi anni 80,il Mucchio Selvaggio,la scoperta di Jim
RispondiEliminaThompson,la ricerca spasmodica dei suoi romanzi,l'emozione di trovare
"fatti furbo Bugs" per 1000lire a un mercatino e ancora True West,
Long Ryders,Drean Syndacate...quanta nostalgia.
Ci ho lasciato il cuore dentro quei giorni, poi quando arrivano questi dischi tutto si ricompone. anche la mia vita. un abbraccio.
RispondiEliminaIl Mucchio di quegli anni è stata la mia bibbia,penso anche la tua,
RispondiEliminae siamo stati fortunati a vivere i nostri 20 anni in quel periodo,
ci hanno segnati per sempre.
Pochi ma buoni.
Rock'roll: a reason to believe.