Nei
primi anni ottanta la musica avvolgeva tutta la mia vita, così mi fu naturale
propormi a una radio privata della mia città. Dopo un provino e avermi istruito
sulle apparecchiature per consentirmi di fare da solo la regia, mi assunsero. Andavo
in onda due volte la settimana, dalle ventidue alla mezzanotte. Il nome del
programma Nightfly lo presi dal disco dell’ex Steely Dan, Donal Fagen, che era da poco uscito. Mentre per la sigla utilizzai il
brano omonimo del disco dei Fleshtones, Roman Gods. Una rude e
passionale garage band, ancora oggi in attività.
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