domenica 21 ottobre 2012

Al Diavolo Tutto


http://www.jazz.com/assets/2009/8/22/lester_young_street_scene_by_herb_snitzerAG340.jpgIl tempo si prende sempre ciò che gli spetta ma, per certe cose, con lui non era andata così, pensò Tom Frost mentre si guardava le scarpe e afferrava a calci l’inquietudine. Confuso e angosciato si sentiva più vecchio dei suoi anni con il cuore che assomigliava sempre più a quel bastoncino di luna che lo seguiva passo passo mentre attraversava la notte. Qualche giorno prima, giù al Tropicana dove si era rifugiato, aveva casualmente riaperto quel libro di Henry Miller “Primavera Nera” che lei gli aveva regalato tanto tempo fa, che a pensarci adesso sembra un secolo. Un abbaglio di ricordi lo assalì. Quel mattino, appena sveglio, si girò per scendere dal letto. Il libro stava sul comò con un bocciolo di rosa appoggiato sulla copertina. Lo apri con molto garbo e lesse quella dedica con gli occhi ancora sporchi di sonno: “ A Tom Frost l’essenza di tutti i miei sogni. Martha”

Fermo all’angolo il freddo lo trapassò, per cui prese a camminare traballando come un ubriaco mentre un foglio di giornale svolazza per la via come fosse un ala di pipistrello. Sul cartellone pubblicitario che reclamizzava un profumo osservò il volto della modella e bevve un sorso dal fiaschetto di metallo che teneva dentro la tasca della giacca lisa. Non riusciva a darsi pace, sapeva che alla fine tutti perdono in quel gioco crudele che è l’amore. Lo aveva imparato a sue spese in quegli anni passati a vagabondare in cerca di una scintilla che non arrivava mai. D’altronde lei se ne stava rintanata dentro di lui quasi fosse un toccasana per quell’affanno che lo indeboliva sempre più, trascinandolo in quella che sembrava una condanna da retribuire a vita. Ma, sebbene questo lo ferisse, lo faceva sentire meno solo. Certamente non gli sarebbe bastato ingurgitare tutto il whiskey possibile per cancellare definitivamente quel ricordo. Da che mondo è mondo è stato sempre il livido a far male, non la botta.

Si sedette alla tavola calda dei nottambuli, vicino ad uno sconosciuto. La cameriera stava urlando le ordinazioni al cuoco filippino: “Uova e salsicce con una fetta di pane abbrustolito, caffè e un panino, piatto abbondante con carne patate e verdura, chili in scodella con hamburger e patatine. Che genere di torta ?”(Eggs & Sausage) . Tom Frost proveniva dai bassifondi della città dove ne aveva viste di cotte e di crude. Era stato in galera e vissuto di espedienti, infine si era specializzato nelle corse truccate dei cavalli insieme al suo inseparabile amico “Spiccioli”. Facevano buoni affari in giro per San Diego con gli altri bulli del quartiere, nelle scure e calde notti passate in cerca dei loro sogni. Fin quando una notte, sulla diciottesima, appoggiati al cofano della macchina, con i pachucos che giocavano a chi sputava più lontano, qualcuno sparò con una calibro 38 e “Spiccioli” cadde ucciso vicino al distributore di benzina a forma di palla, mentre le puttane continuavano a bere e fumare. Tom Frost scappò verso Sud e lì ci rimase fin quando non si calmarono le acque. Quando tornò in città era diventato un musicista, suonava  e scriveva canzoni. “Non ho mai visto la mia città natale fino a quando non sono stato via per troppo tempo. Non ho mai sentito una melodia fino a quando non ho sentito il bisogno di cantare.”(San Diego Serenade). La cameriera gli portò quanto aveva ordinato. Gli lanciò un’occhiata ammiccante mentre allontanava il fumo con la lista del menù .


http://farm8.staticflickr.com/7050/6782264710_19df3d255e_o.jpgCon le donne era sempre stato un vero gentiluomo, ci sapeva fare davvero, nonostante provenisse dalla strada conosceva perfettamente le buone maniere e le galanterie, in fondo era un romantico con un pizzico di follia. Il che non guasta mai. Martha era una modella, ma non per questo una stupida. L’aveva conosciuta una notte nel club dove suonava fisso ormai da mesi. Durante una gag, tra una canzone e l’altra, bevendo un bicchiere dietro l’altro e chiacchierando amabilmente con il pubblico i loro sguardi si erano incrociati e fu in quel momento che scattò per entrambi la scintilla. Il giorno dopo lei era nuovamente lì in prima fila e cosi ogni sera tutte le sere. Avevano cominciato a frequentarsi e uscire insieme, infine si erano innamorati perdutamente. Un paio di sere dopo, Tom Frost cantò una nuova canzone: ”Avanti piccola, lascia che la luce del tuo amore risplenda. Seppelliscimi sotto il tuo fuoco perché i tuoi occhi mi fanno male alla vista. E’ come guardare il sole. Ti prego sussurrami che io sono il tuo unico uomo.” (Fumblin’ With The Blues) Lei pianse, mentre lui con voce sgraziata e il cappello calato sulla fronte cantava ubriaco perso quei versi.

Adesso eccolo lì, in alto mare insieme ad un whiskey e soda e una camera d’albergo di terza mano, che guarda i taxi che sfrecciano in compagnia del marinaio solitario che racconta della sua vita ad Irene una prostituta con i capelli biondo sporco che fumando una Kent si stringe nel cappotto. Lo strillone urla a più non posso l’ultima edizione del giornale mentre le luci dell’alba stanno spuntando. Pensava che sarebbe annegato. Il suo amico Chuck era via ormai da tempo e lui era solo, completamente solo e completamente fatto, in quella città che gli tagliava il cuore in due. “La nebbia si solleva, la sabbia si alza. E io prendo il largo. Il vecchio capitano Achab non ha niente a che vedere con me quindi dimenticami ed evita di seguirmi. Viaggerò da solo, l’acqua blu sarà la mia figlia. E’ salterò come una pietra.” ( Shiver Me Timbers )


Lei gli bisbigliò i suoi sogni dopo aver fatto l’amore, nel buio della notte, ma lui non seppe ascoltarli, troppo ingarbugliato in se stesso per comprendere i suoi sentimenti. “E’ ora di chiudere”, gridò la cameriera stanca e assonnata. Tom Frost scivolò in strada con gli altri cani randagi. Quel dolore cieco aumentò. Aveva il fegato a pezzi e le scarpe slegate, mentre i grattacieli sovrastavano completamente i suoi sogni. Avrebbe perso un’altra quantità di speranza, ma questo non era altro che un invito al blues, un semplice invito al blues. Al diavolo tutto.

Bartolo Federico


Nessun commento:

Posta un commento