Se nasci nel sud, puoi starne certo, sarai
un emigrante. Mio nonno Iano me lo ripeteva sempre. Ad un uomo del sud gli
viene il blues. Gli viene dal cuore quel modo di dirti come vive, come viene
trattato da chi in tutti i modi cerca di umiliarlo, di fotterlo, di piegarlo
sulle ginocchia. Chester Burnett aveva sentito che la gente se la passava
meglio nella Wind City. Saltò in piena notte su un treno merci e dal profondo
sud del Mississippi si spostò a nord. Cantando il blues.
L’estate si allunga lenta e dilata
il tempo e i giorni si muovono in armonia.
Il caldo scioglie il catrame e le emozioni corrono veloci, come la pazzia.
Ma sono cose che non tutti riescono a percepire. La notte era atterrata
rastrellando alcuni pensieri, mentre altri erano rimasti sparpagliati nel buio.
Lungo il tragitto mi accompagnavo con le note di I've
Got A Mind To Give Up Living/ All Over Again, che mi sfibbiarono il giusto l’anima.
Dal bar avevo telefonato nuovamente a Concetta,
ma anche questa volta non aveva risposto. Una macchina mi superò suonando
nervosamente il clacson. Erano le dieci della sera e faceva un caldo boia. Mi
sentivo teso con il corpo sveglio ma la mente addormentata. Non riuscivo a
tenere in piedi un pensiero e quello
strano senso di vuoto si era nuovamente impadronito
di me. Facevo strada cambiando umore di
continuo. Adesso avrei potuto rimanere per sempre immobile nella notte. Quando
avevo sedici anni me ne stavo a fantasticare romanticherie, ero nel pieno di
quel desiderio di solitudine ma anche convinto che un incontro mi avrebbe
cambiato la vita. Poi le cose avevano fatto il loro corso e c’erano stati
lunghi inverni passati da lupo. Alla fine qualcuno aveva bussato alla porta. Guidavo
stando a colloquio con i miei spiriti, e avrei voluto che piovesse nuovamente. Non
c’era più quella magia intorno a me che rendeva tutto più sopportabile. Il
tempo si era distorto. Ma il tempo è l’unica certezza che abbiamo. Forse,
pensai, avrei dovuto imparare a lasciarmi andare, a nuotare senza gli stivali e
guidare senza freni. Guardai la strada nera e profonda davanti a me e poi il
cielo che era un fragore di stelle. Calai il finestrino e ascoltai il vento sibilare tra l’erba.
( Camminando Da Solo tratto da: Viaggiatori Nella Notte)
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