Alle volte la
vita è davvero complicata, pur rompendosi in brandelli quel faro di luce pare
che resti sempre acceso sulle nostre piccole miserie. La radio stava per
trasmettere musica per i perdenti, così annunciò lo speaker che prosegui dichiarando
che quella notte era a tutti loro dedicata. Facciadiluna strizzò gli occhi per
non farsi sopraffare dal sonno e accelerò leggermente. If you ever change
your mind. About leavin', leavin' me behind. Oh, oh, bring it to me. Bring your
sweet lovin'. Bring it on
home to me, oh yeah.
La camera dell’hotel Imperial era come
quella di tante pensioni a buon mercato sparse per il mondo. Un letto di legno con
la formica marrone scorticata e annerita dal tempo. Una lampadina sotto un
paralume di lamierino e un armadio di legno lo stesso colore del letto. Si accomodò
sulla sedia e si accese una sigaretta. Poi si tolse il cappello. Non mi serve la tua compassione chi fugge dice che le strade non sono più
per i sognatori I cacciatori di taglie e i fantasmi che vendono ricordi vogliono
anche loro una possibilità.
Dischiuse gli occhi in preda agli
incubi che era ancora in quella stanza orribile con la luce della lampada
accesa. L’aveva sognata che lo accoltellava, aveva visto le sue mani e la lama
del coltello trafiggerlo. Il suo vestito si era macchiato del sangue che davanti
usciva copioso dal suo ventre. Lei continuava a fissarlo con quegli occhi
freddi aspettando solo di sferragli il colpo di grazia. Erano stati insieme
molte volte, avevano fatto l’amore in maniera selvaggia, e anche feroce, fino a
perdersi. Ma la paura gioca brutti scherzi e riesce a trasformare due amanti in
perfetti estranei. Quello era il suo unico amore, un amore alla rovescia. Era una
solitudine senza fine, la loro.
Dopo un po’ l’amore, come
molte altre cose, finisce di ardere, rimuginò azionando la manovella dello
sciacquone del bagno e guardando l’acqua scendere giù nel buco nero. Prima di
rimettersi a letto, inghiottì un lungo sorso di bourbon dalla fiaschetta.
L’alcol era la sua cintura di sicurezza, il suo antidoto per il panico. Solo
che andando avanti in quel modo alla fine la sua mente si era annebbiata e non
sapeva più come distinguere i sogni dalla realtà. Restò riverso sul letto in preda alla confusione senza arrivare in
alcun modo a fare chiarezza dentro di sè. La radiolina accesa sembrava che gli
stesse parlando e tastandogli il polso con il sax di John Coltrane che
suonava Violets for Your Furs. All’improvviso ti aggrappi ad una speranza, ad una nuova possibilità di
salvezza. Non tutti lo sanno ma, mentre si affonda, si continua a nuotare
muovendo spasmodicamente i piedi e spostandosi dal nulla verso il nulla. È
banale dirlo, ma nasciamo come moriamo, sempre soli.
Lei si era girata per andarsene
quando aveva capito di che pasta era fatto. Lui l’afferrò da dietro le spalle, ma
era come un gesto di preghiera, di supplica, affinché non andasse via. Un tentativo
di tenere con sè l’unica persona che avrebbe potuto salvarlo. Erano due strade
che si erano incrociate e per un po’ diventate una cosa sola. Ma quella maledetta
paura li aveva separati. Quella paura di non farcela, di dovere giustificare
sempre tutto e tutti, si era trasformata in rabbia e man mano in odio.Riempì il bicchiere fino a tre
quarti. La radio a pile sempre accesa sul comodino borbottava un blues di John Lee Hooker. L’avevano visto
insieme quel film di Jean-Luc Godard Fino All’Ultimo Respiro, uno dei
titoli mitici della Nouvelle Vogue. Gli era sembrato di assomigliare a Michel Poiccard, il protagonista. Un pazzo che per sopravvivere si era tuffato nella
notte mescolando realtà e sogni. Una vita che aveva un doppio fondo, di chi
vuol vivere senza limiti e si spinge sempre oltre fino ad azzerarsi. Proprio
come era successo a lui.
Sul rettilineo il posto di blocco della
polizia era ben visibile. Facciadiluna scrutò il cartello per capire dove si
trovasse. Era nuovamente pronto a colpire senza esitazione. Proseguì a rilento
fino che non arrivò a cento metri da loro. Quando gli intimarono di fermarsi afferrò
la pistola e, brillando di pioggia, diede gas.
(Facciadiluna tratto da: Viaggiatori Nella Notte)
Lo sciacquone, l'effetto dell'acqua sull'amore, che finisce di ardere... Poi il bourbon, un liquido diverso per metterci una pietra sopra. Quanto scrivi rende perfettamente l'idea. Splendido pezzo.
RispondiEliminaRobi, se mi mandi un recapito ti mando una copia del libro.
RispondiEliminapuoi scrivermi a bartolofederico@alice.it ciao
L'affascinazione del racconto, il viverlo e l'accompagnarlo con la scelta di queste musiche che a me, personalmente, arrivano dritte al cuore..
RispondiEliminaQuesto è talento!
+++++++
te lo dico sempre Nella che tu sei troppo buona con me .un abbraccio
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