Fuori pioveva a dirotto, mentre un vento
fortissimo arcuava gli alberi. Ho lasciato ricadere la tenda e mi sono girato.
Lei fumava nel bel mezzo della stanza. Ho accesso una sigaretta e mi sono
versato un dito di whisky. Ce ne siamo stati per un bel pezzo in questo modo, ciascuno
raggomitolato sul proprio lato della vita. Era ormai notte quando ho alzato le
spalle e me ne sono andato. Ho guardato la strada, ho tossito, e la ferita ha
ripreso a sanguinare. Andavamo avanti a forza di sfuriate, cose del tutto
inutili quando due non si sopportano più. Un sacco di blues parlano di uomini che
se ne vanno per sempre. Uomini soli che saltano su un vagone merci, e
scompaiono nella notte. Gente ostinata che nonostante il mondo si metta di
traverso, vuole continuare a sognare. Ho guardato la pioggia che scivolava
sulla città e anche su di me. Non avevamo più niente da dirci, ma sono sempre quelli
che non ti amano, che fai fatica a lasciare. La notte era ancora lunga e ci
potevo camminare dentro, senza disturbare nessuno. Ho acceso una sigaretta. In
fondo ero un tipo triste, e la nostra occasione l’avevamo buttata via. Ho tirato
due boccate sovrappensiero. In un'altra vita avremmo potuto
anche essere amici. Ma era inutile ricamarci sopra. Adesso avrei lasciato solo
le cose che mi servivano per sopravvivere. Quelle utili, fondamentali. E un po’ per
volta la penombra si sarebbe fatta chiara. Come un blues sporco e cencioso.
Bartolo Federico
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