mercoledì 15 aprile 2015

Giovani Bastardi ( Rock'n'Roll Ghost )

Le canzoni erano immagini che sarebbero diventate familiari a chiunque avesse avuto meno di trent’anni. Avevano l’aria minacciosa accompagnate com’erano da quel suono selvaggio, e da quel canto disperato. Rappresentavano tutti quelli che avevano passato un’infanzia difficile, trascorsa nei centri sociali e nei ghetti, in mezzo a spacciatori di crack e genitori in crisi di astinenza. Oh dottore fa un freddo cane qui fuori. Alle volte mi vengono dei blues che sono come un risucchio. Otto. Mi dia un piccolo consiglio dottore, una medicina per le mie noie, un soffio, un’elica, un sasso. Ho cercato in giro una via d’uscita, un riparo, con le mani dietro la schiena. Sono tornato sanguinante insieme al rock'n'roll. In quella stanza l’aria era impregnata di fumo di sigarette e spinelli. Si suonava musica imperfetta, trascurata, spesso indecifrabile.  È questo però che la rende migliore. Il rock quando è sincero, colpisce allo stomaco, come un blues del delta. White and Lazy. Li hanno cacciati a calci in culo, mentre vomitavano la loro rabbia mista a quel desiderio di ricerca dell’anima. Fateli entrare il resto verrà da se. Dissolvenza.


Bartolo Federico


2 commenti:

  1. Splendido, fratello, splendido...
    Grandi i Replacements

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    1. We are the sons of no one, bastards of young. Not the daughters and the sons.

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