David Johnasen nei primi anni settanta incendiava le notti al Mercer Arts Center,insieme ai New York Dolls (Johnny Thunders, Jerry Nolan, Arthur Kane e Sylvain Sylvain) in una babilonia rock drogata e selvaggia, seducente e irriverente, che sarà punto di riferimento per quei ragazzi del punk, che nel 1977 si ritroveranno ad affollare una Londra messa a ferro e fuoco dal rock'n'roll. Dopo due dischi che hanno lasciato per sempre il segno nella storia della musica, l'omonimo e il successivo Too Much Too Soon, la sua carriera solista prende il via nel 1978 con l'omonimo album, un disco sfrontato e irriverente, in cui però comincia a delinearsi la sua nuova veste cantautorale. Dopo In Style, e Here Comes The Night, album che maneggiano un rock notturno, speziato anche da quei profumi latini cari a Willy De Ville, nel 1982 arriva il suo capolavoro.
Live It Up viene registrato al Paradise Theatre di Boston, ed è un disco che non può mancare a nessuno.In una sola notte vengono sciorinate tutte le sue passioni dalle Ronettes ai The Foundations, all'omaggio sentito e incredibile fatto a Eric Burdon in un medley che ti lascia senza fiato, e che ti fa capire che non servono assegni milionari,o critici compiacenti per diventare una star.
Con furia e anima, passa a setaccio il suo repertorio fino a rinverdire senza enfasi o rimpianti, la roba selvaggia e maledetta dei Dolls. David Johnasen suonando un rock semplice e profondo, immediato e sexy, che è una fibrillazione continua, ti fa venire voglia di comprarti una chitarra e ficcarti dentro una cantina in attesa che le luci si accendano, per una nuova sballata e lucente sbornia di rock'n'roll.
Aggiungi didascalia |
Nessun commento:
Posta un commento