Il lampione del marciapiede illuminava
a stento la strada. Sono rimasto là nell’angolo a guardare il niente. Volevo
suonarle e sono certo che mi avrebbe aperto la porta di casa. C’era freddo là
fuori dove mi ero fermato. Ma mi resi conto che facevo anche fatica a
difendermi e che certe cose non mi parlavano più come un tempo. Che potevo farci se non avevo neanche
tutta quell’energia di una volta per andarmene, solo solo, a strascicarmi nel
buio? Non avevo fatto mai nulla per i soldi, ed ero furioso con me stesso per
non avere capito che non avrei mai potuto vivere come volevo, che non avrei mai
potuto vincere quella partita perché si stava giocando con delle carte truccate.
E allora che cazzo avevo da lamentarmi e presi a sogghignare. Mi sentivo un po’
ridicolo certo ma alla fine tutt’altro che stupido.
Alle volte, è come se vivessi in un
altro mondo ed in questo non riuscissi a trovare posto. Alle volte, mi sento un
estraneo perfino con me stesso. Da un po’ di tempo percepisco un’aria pesante
da guerriglia urbana, come quella che penso c’era nel 1968, quando gli Stones
pubblicarono Beggar’s Banquet, uno
tra i loro album più belli. Un disco operaio, dedicato a tutti quelli che
lottano e che non accettano più compromessi e bugie. Un disco di rock con le
droghe sonore di Keith (blues, folk e country) fornite come spezie speciali. Beggar’s Banquet, fondamentalmente, è un
disco di Richards, dove la slide diventa
uno strumento rilevante nel contesto sonoro, accompagnato da una batteria
primitiva e scorbutica. Un disco che parte dalla foto di un cesso, pieno di
scritte volgari e provocanti, che i ragazzi del punk omaggeranno nella loro
rivoluzione del 1977, e che ci porta fin dentro quelle strade polverose di quelli
che, fino alla fine, provano a resistere e morire con gli occhi aperti. Beviamo alla gente che lavora duramente, beviamo
all’umile di nascita. Abbiate un pensiero di riguardo per la plebaglia. Beviamo al sale della terra.(The Salt
Of The Earth - Rolling Stones)
E’ pura anarchia esistenziale,Beggar’s Banquet è asociale, tanto che
mi spaventa per quanto mi assomiglia. Con quella spudorata simpatia per il
diavolo urlata ai quattro venti e l’amore per le ragazze con i bigodini nei
capelli e senza soldi in tasca, neanche per pagare il biglietto del bus. Ragazze,
però, che solo a guardarle sono un sollievo per occhi tristi. I combattenti di
strada sono pronti, ancora una volta, per fare la guerra a colpi di rock’n’roll.
E quando questa storia sarà finita è ogni cosa sarà stata rimessa al proprio posto,
e tutti i miei amici saranno tornati a
casa sani e salvi, solo allora - ve lo giuro - me ne andrò nuovamente per la
strada con tutti i peccatori che, nel frattempo, saranno stati fatti santi. E come
un vagabondo, come un fuorilegge, mangiando panini al mentolo raggiungerò il
sud dell’America e arriverò, ci potete
scommettere, a New Orleans a trovare le più belle ragazze-paracadute e con loro,
finalmente, mi prenderò una sbronza di quelle memorabili. Aspetto con pazienza sdraiato sul pavimento. Cerco solo di risolvere il
mio puzzle. Prima che piova ancora. (Jigsaw Puzzle - Rolling Stones)(Con Le Carte Truccate tratto da: Viaggiatori Nella Notte)
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