Mi
alzai e spensi la luce. Era venuto il tempo di ricominciare da qualche altra
parte. Molte cose di me erano sparite, portate via da quel vento spigoloso che mi
soffiava dietro. Cose che conservavo pigiate dentro la mia ingenuità
di vagabondo dell’anima, di romantico
coglione. Amori, separazioni, addii. Rancori e bestemmie. Guardai il mio vecchio cappello ammaccato e logoro, con cui
avevo brindato e ballato a quell’ultimo
“Fandango”.
E quel passato s’iniettò nuovamente
nel petto e m’intenerii, come quelle
ballate country cantate da Lyle Lovett
in Pontiac. Mi aveva afferrato all’improvviso
quello strano disagio, che mi accompagna ogni qualvolta ho bisogno di
cambiamenti. E anche se solo nella mia mente, ho ripreso a scrutare la pazza strada. La
mia amica del cuore. L’ho sempre saputo che le scelte che rendono un uomo
libero, sono quelle che si pagano a caro prezzo. Ma ero arrivato alla fine di
un percorso, e l’unica possibilità, era quella di ricominciare
daccapo. Alcuni luoghi non erano più la stessa cosa. Adesso dovevo accompagnare il mio mutamento. Il prima e l’oggi. La vita è complicata. Ma quello che cercavo era solo polvere e sole. Le mie visioni, i miei deserti, le mie miserie, li avrei tenuti con me. La
nostalgia? No quella no. L’avrei presa e gettata da qualche parte. Sgommando
l’avrei lasciata a logorarsi da sola. In un angolo sperduto del mondo. E allora anche se stavo fermo, imboccai quella strada secondaria che finiva nel nulla. Senza mai voltarmi indietro.
Bartolo
Federico
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