Guardai il cielo annuvolarsi e pensai a
cosa avrebbero scritto all’indomani i giornali dell’omicidio di quel ragazzino.
Stavamo tutti quanti ballando sull’orlo di un vulcano, ma ero certo che ci
avrei trovato le solite cazzate. Il solito paraculismo di facciata dei soliti
noti. Il tutto per nascondere la verità. Tanto quella non conviene a nessuno
conoscerla. In questa storia però siamo tutti coinvolti, nessuno può farsi da
parte. Quello che è accaduto che ci crediate o no, poteva succedere a chiunque
di noi. Siamo nella merda, per colpa di politicanti da strapazzo che non si sa
per quale strana alchimia, se ne stanno rinchiusi in quei palazzi da tempo
immemore. È colpa di questi personaggi se nel mondo ci sono solo vittime e
carnefici, interscambiabili tra loro. Mi sentii invadere da una sensazione di
paura e orrore. E mi chiesi cosa c’era in quegli occhi fissi di odio e
disprezzo, per fare fuoco su un ragazzo di appena sedici anni. Quell’uomo si
era affidato ad un revolver per guadagnarsi da vivere, ma questo non spiegava
nulla. Forse c’era dell’altro che gli rodeva dentro. Promesse scadute,
repressione, rabbia. Chissà! Certo, nessuno di noi è innocente, ma questo non
basta a discolpare quel furore selvaggio. Mai poi per cosa santo cielo. Quel
ragazzo aveva fatto solo un po’ il furbo. Ma anch’io faccio il furbo, lo fanno
tutti. Forse gli avevano ordinato di ammanettare la preda con ogni mezzo?
La libertà è andarsene nella direzione dei
propri sogni. Ma non tutti ci riescono. Long May You Run suonò all’improvviso
dall’autoradio accesa. Quel passato dov’era finito? Forse era dentro il
bagagliaio della mia auto mentre me la filavo via nella notte. O forse nelle
corde di chitarra di una nuova rock’n’roll band. Gli sconfitti di oggi, sono
come quelli di ieri. Sempre gli stessi.
Quante ne abbiamo passate di cose insieme.
Con bauli di ricordi ancora a venire. Troveremo sempre qualcosa da fare nei
giorni tempestosi .Possa tu correre a lungo. Possa tu correre a lungo. Possa tu
correre a lungo . Nonostante tutti questi cambiamenti. Col tuo
cuore cromato che splende nel sole. Possa tu correre a lungo (Long May You Run- NEIL YOUNG)
Questa è una terra ingiusta, cattiva.
Troppe vite l’attraversano senza che quasi nessuno se ne accorga. È come se
queste anime percorressero un solo tragitto, in un paesaggio senza sfondo,
senza emozioni. Ma c’è qualcosa che non torna indietro mai, e si corrono
troppo rischi quando nasci dalla parte sbagliata della città. Dove le luci non
brillano. Incominci da subito a tremare e battere i denti, e non riesci mai a
trovare strade più tranquille da attraversare. Senza volerlo fai paura a tanti
soltanto per quello che rappresenti, e tutto questo ti fotte, ti blocca la vita
per sempre. Come una premonizione quella sera, quel ragazzino sentii il freddo
della morte fin dentro le ossa. Ma lui lo aveva già dovuto sapere, che non si
può andare da nessuna parte quando nessuno ti desidera. Saremmo dovuti nascere
con un terzo occhio, per vedere i nostri demoni inseguirci da dietro le spalle.
Perché il diavolo ci mette sempre il suo zampino.
Mentre guidavo in uno dei
paesaggi più stralunati che avessi mai attraversato, le note di It Dosen’t
Matter furono come un dono divino. Riuscirono a riempire quel vuoto immenso
che sentivo dentro di me. Tutto se n’era andato lungo la strada, e mi
ero portato appresso solo la mia disperazione, come fosse un cimelio, la
cornice di un quadro, una barriera di protezione. Me la portavo nell’esatto
modo in cui ci portiamo appresso quelle poche canzoni, che ci hanno cambiato la
vita per sempre. Non si ha mai abbastanza tempo ma anche se ci costa fare un
inventario doloroso, con una semplice capriola si può rotolare all’indietro, e
si può tentare di rianimare quel fuoco che ci covava dentro, e che ci faceva
esplodere di rabbia e indignazione. Cercare in fondo a quello smarrimento tutte
le parole, e le musiche, che ci hanno illuminato le notti solitarie e meste.
Quelle che ci hanno portato a parlare con il lampione e la luna, e come per
magia ci hanno fatto sentire come se fossimo il nuovo Eddie Cochrane, o
Gene Vincent. Anche loro dispersi giù in fondo alla vita. Nell’oscurità della
notte. Sopra la città le nuvole erano piene di angeli stravaganti. Un piccolo
cielo tutto per loro. Schiacciai con le mani la lattina di birra, accessi una bionda, e scesi dall’auto. Sotto la luce fioca del lampione, mi sembrò di essere come
uno straniero arrivato in un paese spaventoso.
Bartolo Federico
Sempre più nascosta la verità.Sempre più mistificata. E quei signori chiusi nei palazzi, sono sempre più bravi a farci vedere il lato pulito delle cose. Ma io non ci casco più.Non caschiamoci più!
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