Al tramonto Huddie
camminava silenzioso sulla mulattiera che portava a casa. La giornata di
lavoro nei campi di cotone era stata più dura del solito e non vedeva
l’ora di rientrare per stendersi un po’. A casa avrebbe cucinato come
ogni sera la solita minestra con la cotenna di maiale avanzata dal
giorno prima e questo lo metteva di cattivo umore. Dietro di lui in
lontananza sentì il treno sbuffare, si fermò un istante mentre gli altri
braccianti proseguivano il tragitto. Ogni notte gli veniva in sogno
quel lungo treno nero che correva sulle rotaie all’ impazzata e che,
dopo una curva affrontata a tutta velocità, gli pareva lo stesse per
travolgere e i fari lo accecassero al punto di svegliarlo spaventato e
madido di sudore. Quel sogno era divenuto un incubo, un’ossessione che
lo tormentava. Non ne aveva mai parlato con nessuno per via del
carattere schivo e taciturno, ma non sapeva più cosa pensare se
prenderlo come un presagio o una bizzarria dovuta alla pancia
perennemente vuota. Guardò verso i pascoli oltre la staccionata dove
passava la strada ferrata ed aspettò che il lungo convoglio transitasse.
Lo continuò a seguire con gli occhi fin quando non divenne un
macchiolina nera nel verde della prateria. Poi, lentamente, proseguì il
cammino.Era nato in Louisiana da una indiana Cherokee ed un musicista
nero girovago. Sin da piccolo aveva dimostrato enorme talento per la
musica, sua madre gli insegnava gli spiritual e i canti religiosi
indiani mentre un vecchio zio lo istruiva a suonare l’accordeon ed a
cantare le ballate tradizionali. In seguito lo introdusse anche alla
cultura Cajun insegnandogli il piano ed il mandolino. Lavorando nei
campi di cotone imparò le “worksong “.
Huddie
aveva la poesia nel cuore e la malinconia negli occhi, a dispetto della
sua prestanza fisica e di quella propensione a cacciarsi nei guai. Era
bravo in quello. Restava spesso coinvolto in risse o aggressioni,
circostanze che gli avevano causato parecchie problemi con la giustizia.
Per questo motivo era già finito più di una volta in prigione. Una
notte, in un locale malfamato di una contea del Texas, la rissa fu
talmente brutale che finì in sparatoria, ma nonostante la grave ferita
allo stomaco e il proiettile che non gli fu mai estratto sopravisse. Da
quel momento si guadagnò l’appellativo di Pancia di Piombo.
Percorse la strada che gli rimaneva da fare per arrivare a casa senza
mai guardarsi intorno e anche se era solo ed ancora un ragazzo con
quella mole che si ritrovava non aveva paura di nessuno. Con la sua
forza poteva spezzare la schiena ad un asino. Quando arrivò era già
buio, mangiò in silenzio nell’oscurità mentre osservava fuori dalla
finestra i campi arati e silenziosi, illuminati da una fragile luna.
Nella sua stanza c’erano poche cose: il letto con il materasso sopra e
una sedia di legno. Si sedette e prese la chitarra a dodici corde che si
era costruito da solo. La prima volta che sentì quel suono cosi ricco e
corposo fu quando ascoltò dei messicani suonare al bordello che
frequentava in Texas e se ne innamorò perdutamente. Per scaldarsi le
dita provò a riprodurre le linee di basso dei pianisti barrelhouse di
Fannin Street che tanto lo divertivano. Poi eseguì una sua composizione
che aveva chiamato “Cotton Fields”, accompagnandosi col battito
del piede e con un canto aspro, quasi rotto dall’emozione. Infine bevve
del pessimo whisky, si sdraiò sul letto e non molto tempo dopo si
addormentò. La mattina appena sveglio mise in un fagotto quel che
possedeva, prese la chitarra e parti alla volta di Dallas con
l’intenzione di raggiungere il suo amico Blind Lemon Jefferson. Era
stufo di quella vita fatta di repressioni ed umiliazioni da parte di
padroni crudeli e sanguinari. Il mondo lo aveva espulso da quando era
nato e si doveva accontentare di lavorare come uomo di fatica. Quello
era il prezzo da pagare per restare fuori dalla galera. Ma lui avrebbe
voluto essere libero di fare delle scelte che senza denaro non si
possono fare, per questo motivo adesso andava a guadagnarsi da vivere
suonando che era la cosa che meglio gli riusciva nella vita. Voleva
diventare celebre e rispettato, come il suo amico Lemon Jefferson.
Quando finalmente giunse sulla strada principale, si girò e guardò
indietro mentre un cane appariva dal sentiero laterale abbaiando rauco .
Un vento gelido lo investii in pieno viso, ma da dietro la montagna
filtrò una bava di sole che lo rianimò. Si sedette su un masso al ciglio
della strada e accompagnandosi con la chitarra cantò “Goodnight Irene”.
Lemon Jefferson era
un uomo grassoccio e possente che in passato si era guadagnato da
vivere facendo il pugile, un vero duro come la corazza di un armadillo,
nato nel Texas anche se nessuno sapeva quando. Amava le donne, il
vagabondaggio e la vita dissoluta e, quando era ubriaco, aveva un
caratteraccio che lo portava ad essere triviale e violento ma con in
braccio la chitarra diventava un musicista dal talento smisurato che
tratteggiava trame melodiche incredibili e inusuali dentro quei blues
evoluti e monumentali che componeva. Il suo canto chiaro e pungente
assumeva toni drammatici ed intensi quando raccontava del duro vivere
quotidiano, della vita randagia e, da vero poeta di strada, sentiva i
tempi che cambiavano. Lemon ci sapeva fare, nonostante la cecità, si
spostava accompagnato da altri musicisti (T-Bone Walker e Lightnin’ Hopkins)
stregati dalla sua musica esibendosi alle feste campestri e ai balli di
piazza, negli angoli delle strade ed era molto apprezzato dal pubblico.
La sua ciotola di latta era sempre colma di denaro. Possedeva due auto e
viaggiava accompagnato da un autista. Fu la prima vera “pietra rotolante” della storia. “Ecco”, pensò Huddie, “anch’io avrò tutto questo”, dimenticandosi del suo temperamento e di quell’aggressività
che invece Lemon sapeva tenere a bada nei momenti cruciali. Ci vollero
tre giorni di duro viaggiare, spesi saltando sui treni nell’oscurità per
raggiungere Dallas. Con Lemon prese ad esibirsi per strada e suonavano
il blues anche se tormentati dalla pioggia o dal freddo. Huddie lo
accompagnava con il mandolino mentre Jefferson suonava la chitarra
bottleneck. Fu in quel periodo che Huddie Pancia Di Piombo apprese la
musica del diavolo nella sua immortalità essendo cresciuto, in termini
musicali, più da cantante folk che da vero bluesman. La città ancora
dormiva quando Huddie uscì in strada dal bordello dove aveva passato la
notte. Mentre avanzava per la via vide un uomo procedere verso di lui
che camminava lento lento. Non ci badò e prosegui, ma il tipo quando gli
fu vicino lo aggredì estraendo un revolver e fu allora che Huddie
esplose nella sua furia cieca. Ne seguì una violenta colluttazione e
alla fine Will Stafford - così si chiamava l’uomo che cercava
vendetta a causa di una donna - rimase ucciso. Per quell’omicidio fu
condannato a trent‘anni di lavori forzati da trascorrere nel
penitenziario di Huntsville nel Texas.
Per
raggiungere dal carcere la cava di pietra Huddie doveva percorrere con
le catene a piedi quasi sei chilometri di salita. Quando la sera
rientrava dal lavoro era ridotto uno straccio. Si rendeva conto che non
poteva continuare in quel modo e allora cercò di sfruttare le sue doti
musicali, se non altro per svincolarsi da quella condizione che con
l’andare del tempo lo avrebbe portato diritto alla tomba. La cosa
funzionò, fu dispensato dai lavori pesanti e in cambio doveva suonare e
cantare per carcerati e guardie rendendo così la giornata più
sopportabile. Una notte, gli riapparve in sogno quel vecchio treno che
correva all’impazzata e fu in quella cella che capì di cosa si trattava.
Era il treno della mezzanotte che con la sua luce abbagliava il
carcerato che cosi avrebbe riacquistato la libertà. Il mattino dopo ci
scrisse una canzone che raccontava di quel sogno: “Bene, ti alzi
nel mattino, ascolti uno scampanellìo, vai a marcia verso il tavolo,
vedi le solite dannate cose. Bene, sul tavolo coltello, forchetta e
tegame, e se dici qualcosa sei nei guai con l’uomo. Midnight special mi
illumini, Midnight special mi accenda della sua luce amorevole” (da Midnight Special).
Trascorsero sette anni, Huddie smaniava per tornare a vagabondare sotto il cielo della Louisiana. Una notte scrisse una canzone al governatore del Texas Pat Neff per ottenere il perdono . “La prego, governatore Neff, sia misericordioso e comprensivo abbia pietà per la mia condanna...io non vedo salvezza per la mia anima se non avrò il perdono, metta alla prova la mia parola d'onore...se io fossi al suo posto, governatore Neff, mi alzarei al mattino e la libererei.” Pancia di Piombo incredibilmente ottenne la clemenza che il governatore Neff firmò dopo avere ascoltato la canzone.
Attese nell’oscurità
che il treno rallentasse la sua corsa, si avvicinò alla vettura e con
un balzo felino ci fu dentro. Il vagone era pieno di vagabondi che,
osservando la sua stazza, gli fecero spazio per sedersi. Stava tornando a
Lake Caddo, in Louisiana, la zona dov’era cresciuto. Lì
era ancora la casa dei suoi genitori. Adesso doveva rigare dritto come
aveva promesso a se stesso e al governatore, doveva fare in modo di
starsene il più lontano possibile dai guai e soprattutto dal carcere.
Arrivò a casa che era notte fonda. Passò da quello che un tempo era
l’orto, spalancò la porta che era mezza aperta e capì subito che
qualcosa non andava. La casa era completamente vuota. Guardò in tutte le
tre stanze, non c’era più nulla. Era sparito tutto, tranne la branda di
ferro che un tempo era stata il suo letto. Rotto e affamato ci si
sdraiò sopra ed aspettò che si facesse giorno.
Leadbelly,
per mantenere fede alla parola, diede un calcio in culo ai sogni di
gloria e ritornò alla vita semplice, fatta di duro lavoro nei campi di
cotone o come manovale dove ce n‘era di bisogno. Ma non scordava mai il
suo vero amore che era la musica Quando non era troppo stanco, dopo il
lavoro, suonava le canzoni che continuava a scrivere nei locali vicino
casa o alle feste e tutto sembrò filare liscio per cinque lunghi anni.
Poi, un maledetto giorno, in circostanze che rimarranno sempre oscure,
il vento tornò ad ululare e il diavolo riapparve. Aveva bevuto litri di Canned Heat,
suonato e divertitosi e non ricordò mai nulla di cosa fosse accaduto in
seguito. Al mattino, quando aprì gli occhi, si ritrovò nella cella
dello sceriffo con l’accusa di aver aggredito un uomo a scopo di
omicidio. Gli fecero un processo sommario e, come per tutti i neri del
Sud che commettevano un reato, fu condannato ed inviato nuovamente ai
lavori forzati. Questa volta nel terribile carcere di Angola, in Louisiana.
”Giù
al Sud quando fai qualcosa che non va, ti sbatteranno di certo nel
campo di lavoro. Ti metteranno sotto un uomo chiamato Captain Jack, ti
lascerà di sicuro la sua firma sulle spalle… ti metterà in un fosso con
una grossa lunga vanga. Volesse il cielo non fossi mai nato. La domenica
i ragazzi hanno un aspetto triste pensano solo a quanto tempo hanno
ancora”(County Farm) .
Nella
prigione di Angola ti facevano uscire il sangue dagli occhi, le
barbarie erano all’ordine del giorno. Sotto un sole che spaccava le
pietre i detenuti, tutti afroamericani, incatenati come bestie e
guardati a vista da vigilanti a cavallo armati fino ai denti,
selezionavano cotone ,frumento e cereali. Bastava un nulla perché una
guardia mettesse un prigioniero sott’occhio e l’aldilà gli era
assicurato. Non si sa perché tutto questo accadde, ma accadde. Questa
volta non furono sufficienti a Huddie le sue qualità di musicista per
scampare a quella crudeltà. Adesso gli serviva davvero un miracolo per
salvare la pelle e, come per uno scherzo del destino, questo arrivò
vestito da uomo bianco.
John A. Lomax, un etnomusicologo, e suo figlio Alan erano due bianchi giunti nel profondo Sud per conto della Library Of Congress
alla ricerca di interpreti di ballate folk tradizionali da registrare,
perché fino ad allora quel patrimonio era stato tramandato solo per via
orale. Si resero presto conto, girando il Mississippi, che le varie
prigioni erano una fucina zeppa di musicisti, di talenti. La maggior
parte di loro era accusata di vagabondaggio, ubriachezza, rissa. Le
autorità americane molto prima del nazismo avevano creato i “lager”
. Capita la situazione, i Lomax decisero di chiedere il consenso alle
autorità per potervi accedere e fare le registrazioni sul campo.
Permesso che, con i buoni uffici che avevano, gli fu accordato.
Giunsero
al penitenziario di Angola che per il caldo barcollavano. Una volta
entrati videro che inferno era quel posto. Montarono le enormi
apparecchiature e dopo diverse audizioni avviarono le registrazioni. Poi
qualcuno indicò loro un musicista che conosceva centinaia di canzoni
folk. Incuriositi chiesero di incontrarlo per poterlo ascoltare. Quando
Huddie inizio a cantare rimasero impressionati da quella voce possente e
fiera che suonava con grande maestria la chitarra ma anche il piano,
l’accordion, l’armonica, il mandolino e passava con estrema naturalezza
dal ragtime ai balli popolari, dal blues del delta , al boogie-woogie.
Possedeva una tale conoscenza della musica che considerarlo
l’enciclopedia sonora del suo popolo non era azzardato. Fiutato
l’affare, iniziarono a registrarlo e in pochi giorni incisero ben 135
brani. Nel frattempo conobbero anche la sua storia personale e di quel
perdono ottenuto grazie ad una canzone. Dopo circa un anno da quelle
session chiesero loro stessi al governatore della Louisiana, O.K. Allen, un nuova grazia.
“Pancia
di Piombo” usci dal penitenziario e si incamminò nella polvere dei
campi di canna da zucchero. Passò vicino ad un rovo di more e ne colse
una ancora acerba. Era a pezzi, la testa gli pesava come un macigno,
voleva distendersi ma non sapeva dove andare, non aveva nulla se non la
musica e la fedele dodici corde. Camminò su quel sentiero e si guardò
intorno dove scorse una quercia solitaria. Si diresse verso quel grande
albero e si adagiò sull’erba. Fu all’ombra di quei rami che fece la più
lunga e ristoratrice delle dormite .La
sera il cielo era trasparente e le anatre sguazzavano nel Bayou. Huddie
si recò dai Lomax per ringraziarli. Gli dissero che lo avevano assunto
come autista e musicista occasionale visto che quella era una delle
condizioni che il governatore aveva posto per fargli ottenere la grazia.
Lo invitarono a seguirli a New York. Sotto il cielo della Louisiana
quella, per “Pancia di Piombo”, fu una notte felice.
New
York era un cantiere aperto, una cosa pazzesca agli occhi di quell’uomo
venuto dai campi di cotone. Scrutava con meraviglia quell’immensa città
in costruzione che viveva giorni di grande fermento dopo la grave crisi
economica. Nuove masse operaie si accalcavano spinte dalla richiesta di
mano d’opera. si iniziarono a costruire i primi grattacieli, mentre
nelle radio passava lo swing delle orchestre di Benny Goodman e Glen Miller e l’industria cinematografica fioriva. In un quartiere chiamato Greenwich Village - conosciuto anche come la zona degli artisti
- si affittavano loft a basso prezzo e nei club, oltre il jazz, si
iniziava timidamente a suonare il folk. Nel cuore di Huddie si
riaccendono quei sogni di gloria mai assopiti del tutto. Per nulla
intimorito da quanto gli accade intorno porta la sua musica in giro per
New York e coglie l’apprezzamento di quei musicisti folk simpatizzanti
della nuova sinistra. Diventa amico e partner musicale dell’uomo delle “Ballate delle Tempeste di Polvere ”, Woody Guthrie , ma anche di Pete Seeger, Cisco Houston e del duo Sonny Terry & Brownie McGhee.
Con loro si esibisce sostenendo le battaglie politiche del sindacato e
diventa voce del proletariato, degli emarginati, degli ultimi, dei
dimenticati, di quelli come lui, di quelli di cui il blues è da sempre
portavoce. Ed è per loro che scrive canzoni come Bourgeois Blues e Scottsboro Boys.
Ma qualcuno di quei professorini della musica(i sinistrati!!) cresciuti
nelle comodità con tre pasti al giorno e tanti privilegi, infastidito
da questo suo attivismo, lo accusa, come gli è capitato spesso nella
vita, di tradire lo spirito originale della sua musica, di vendersi al
mercato. Si sarebbe meritato un trattamento migliore che quelle critiche
ingenerose e gratuite, a volte infamanti, visto che non si arricchì e
neanche il successo gli arrise. Ma, se questo fosse arrivato, se lo
sarebbe meritato tutto. Invece, visse sempre di stenti e neanche i Lomax
furono cosi generosi con lui nella paga per il lavoro d’autista. Ma, da
uomo tutto di un pezzo, tosto e duro come una quercia, prosegui dritto
sul suo binario, come quel vecchio amico treno. Incise un disco
strepitoso, un capolavoro assoluto, in un salotto di New York. “Last Session”
è il testamento di una vita dedicata alla musica blues e per la musica
blues. Poi la sua vita dissennata cominciò a minare il suo possente
fisico. Huddie stette poco bene e fu ricoverato in ospedale dove gli
venne diagnosticata una malattia terribile, il morbo di Lou Gehrig, una forma di sclerosi muscolare. Nel frattempo qualcuno cominciò a impossessarsi delle sue perle. Good Night Irene venne portata al successo dai Weawers, un gruppo folk guidato da Pete Seeger. Ma “Pancia di Piombo” non ebbe mai modo di saperlo.
Verrà
riscoperto nel tempo, le sue canzoni saranno rifatte da innumerevoli
artisti con passione e dedizione e gli saranno tributati onori e
medaglie. A me restano, oltre alla sua intramontabile musica, le parole
semplici e toccanti che il più grande cantautore di tutti i tempi,Bob Dylan , che non ha mai negato la sua profonda influenza, scrisse rivolgendosi al suo mentore Woody Guthrie : “Ehi
Woody Guthrie ma io so che tu sai tutte le cose che canto e molte altre
di più. Ti canto questa canzone ma non posso cantare abbastanza perché
non sono molti gli uomini che hanno fatto quello che hai fatto tu, e la
dedico a Cisco e a Sonny e anche a Leadbelly e a tutti gli uomini buoni
che hanno viaggiato con te. La dedico al cuore e alle mani degli uomini
che vengono con la polvere e se ne vanno col vento”.
Ballando Con Le Lacrime Agli Occhi
Il battello solcava leggero le acque del Mississippi. Accompagnavo Melissa in
un weekend sul fiume a base di storie e musica blues che era una sorta
di terapia di gruppo praticata, nell’ospedale dove lei lavorava, per dei
ragazzi ex tossicodipendenti. Quando il chitarrista fini di raccontare le vicende di LeadBelly agguantò la sua chitarra, accese l’amplificatore e suonò versioni intense e commosse di ” Where Did You Sleep Last Night”, “Eagle Rock Rag “, “Let It Shine On Me“, “Dancing with tears in my eyes”,
che le assi del battello si piegarono in due e i gamberetti nel fiume
si arrotolarono per la pelle d’oca. Il vento tracciava grandi cerchi sul
pelo dell’acqua. Fu cosi che ebbi la mia visione. L’acqua del grande
fiume divenne limpida, talmente limpida che riuscii a scorgere il fondo e
li nitidamente vidi per la prima volta il volto squadrato e duro di
Huddie “Pancia di Piombo” sorridere. Questo è il Mississippi e quel che
ti combina.
Bartolo Federico -
Ancora un grande pezzo! Bro, anche tu scrivi poco, ma quando lo fai lasci il segno. Vado a bere un sorso d'acqua perchè ho ancora la sabbia sulle labbra e negli occhi. Magari prendo la mia acustica e suono qualcosa pensando a queste immagini fantastiche che hai evocato. Son personaggi che conosco poco, tangenziali ai miei ascolti, ma le cui storie e musiche mi affascinano sempre molto. Mi piacerebbe conoscere le tue fonti, cosa hai letto e dove ti sei documentato per scrivere questo splendido post che trasuda amore e passione da ogni riga: è come se tu fossi là, tra il cotone e la polvere, a cantare e suonare coi tuoi amici...davvero bello!
RispondiEliminagrazie viktor è un commento bellissimo .il blues è qualcosa che ho tatuato nel profondo del mio cuore .ti consiglio un testo per iniziare la conoscenza di questa musica: LA TERRA DEL BLUES DI ALAN LOMAX.grazie ancora per le tue parole.mi hai commosso.
RispondiEliminaGrazie a te per queste storie e per il consiglio del libro! A preso.
RispondiEliminaIl Mississipi conserva molte storie.
RispondiEliminaQuesta storia inizia con la musica e i canti che vengono tramandati e si conclude allo stesso modo, le canzoni popolari vivono così. Però c'è anche l'aspetto più piccolo e privato dei genitori che regalano qualcosa ai propri figli, quando tramandano quel poco che sanno. Peccato che molti genitori non si rendano conto del loro potere, e non lo sfruttino meglio.
Io ora ho un materasso in terra, un tavolo e due sedie, ma cerco di non avere la pancia vuota, perché so già che fa brutti scherzi. Meglio l'arredamento minimal.
Tu come sempre bravo nel raccontare queste storie travagliate.