sabato 30 marzo 2013

Sbroccati poeti & visionari (i tempi non sono cambiati)

La notte era di luna piena e me ne stavo stravaccato sul divano a sprecare il mio tempo. Erano le due e mezza e mi bevevo una birra fredda di frigorifero. Visto che mi annoiavo, per annoiarmi di più giravo i canali della tele, ma in effetti guardavo la parete e mi adattavo alla situazione.

Ecco, l’altro giorno sulla tranvia c’erano due tipe di quelle che se la tirano alla ” toccami Ciccio che la mamma non vuole”, che parlavano tra di loro ed io, che non avevo niente da fare (è un periodo nero per il mio lavoro ), origliavo i loro discorsi che andavano da quale modello di macchina era più trendy , al parquet della stanza da letto, che faceva chic cosi hanno detto,alla tenda da cambiare. Sapete com’è, non tutti hanno voglia di parlare di chissà cosa e poi la colpa era mia che stavo li a spiare.

Le due si sentivano stressate a pensare a tutti i regalini da comprare e da mettere sotto l’albero, ma il dilemma più grande era quale vestito mettersi per la notte di San Silvestro. Me l’ero voluta, non c’è che dire. Poi una fa: “ sai io e Giorgio abbiamo deciso di partire dopo le feste, faremo un viaggio come ai vecchi tempi con il camper come facevano i figli dei fiori. L’ho letto su “Chi” che è di gran moda, la prima tappa sarà Cortina”. Fu a quel punto che sobbalzai e mi venne un conato di vomito perché la linea del tram faceva pena e stavo per cadere di sopra alle tipe che mi guardarono con fare schifato, quasi fossi un sopravvissuto alla guerra del Vietnam.

Allora mi tenni stretto al corrimano e alle mie piccole cose. Era proprio vero: vivevo in un altro mondo con la mia macchina scassata e quel che restava dei miei capelli lunghi e delle mie utopie. Dei miei viaggi senza meta, magari lunghi solo 50 km, per ascoltare qualche cd ( prima le cassette) perché certa musica quando viaggia è un’altra cosa che sentirla al chiuso di una stanza, davanti a un camino con un brandy in mano o, ancora peggio, nelle cuffiette di quegli orribili apparecchi dove ci metti dentro centinaia di canzoni e alla fine non ci capisci più niente.

Già li sento i progressisti darmi del nostalgico, che i tempi sono cambiati, che il mondo va avanti, che sono un reduce di un sogno mai avverato. Vero, tutto vero, ma non mi do per vinto perché se un emozione è buona una volta sola ed è difficile replicarla a volte succede, come quando su strade già percorse ho incontrato i fratelli Felice. Li mi è tornato in mente il Dylan magnetico di Moonshiner e cosi il miracolo di non sentirmi più solo e quel senso di appartenenza si è riappropriato di me per qualcosa che ancora resiste, che tiene duro e che, nonostante tutto, non sono riusciti a far sparire. 

Allora penso che di sbroccati visionari poeti il mondo è pieno e il mio viaggio ricomincia di nuovo su quelle tracce magari piene di polvere e ragnatele a cercare di rovesciare le regole di un mondo che ci vuole tutti uguali. E quando accade non è nostalgia la mia o quella di tanti altri . No non è nostalgia, ma la consapevolezza che fin quando ci sarà qualcuno disposto a mettersi in gioco anche solo con se stesso e su quelle strade selvagge che fioriranno i sogni e le speranze di molti di noi.

Bartolo Federico

3 commenti:

  1. Bravo Bartolo,mi sei piaciuto..e non è la prima volta.E poi "Ciò che non è sulla strada...è una delle frasi preferite del mio preferito.( ci feci un disegno a matita 30 anni fa che regalai ad un amico)e "Mamma!Cicco mi tocca...toccami Cicco" la ripeteva sempre mia madre per farmi ridere...

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  2. che ne pensi di rifarlo quel disegno e metterlo sul blog?anche la mia diceva sempre quella frase.grazie Badit

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    1. Prima chiederò a lui(che da poco ho rivisto dopo tanto tempo)se me lo presta per scansionarlo ( se non ricordo male lo tiene in un pico-glass),altrimenti lo rifarò..è un disegno a matita del buon Miller già vecchio e seduto su una sedia con la frase scritta sotto o di lato.
      Ciao e grazie

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