Quando non hai più niente da
perdere puoi incominciare da dove vuoi. La strada è lì che aspetta. Memphis
Slim lo aveva cantato che ”devi piangere un poco, morire un poco”
per capire cos’è il blues. Colpi di pistola, bottiglie di bourbon, case
abbandonate, desolazione, vecchi bar, cocci di vetro, viali alberati, muri
scrostati. Polvere e cielo. Chitarre da due soldi, melodie soffocate in un lamento
notturno. Due monetine, una è per te, una è per i sogni. Tre anni bastarono a
Lemon Jefferson per diventare uno dei musicisti più importanti del country
blues. Un centinaio di titoli, registrati tra il 1926 e il 1929, lo
fecero assurgere a cantante di successo nell’America dei neri insieme alle
regine di quel tempo Bessie Smith, Gertrude
Rainey e Ida Cox. Fu anche il primo, insieme a Gertrude Rainey, a
figurare sull’etichetta dei suoi dischi. Pur cieco, Lemon Jefferson trovò
sempre la strada di casa, ma non la notte in cui si perse in una tormenta di neve e
mori. Di lui ci restano le sue canzoni e quell’unica foto arrivata fino ai
nostri giorni che ci mostra un uomo robusto di età indefinibile con gli
occhialini da vista su due pupille agghiacciate dal buio
.
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