Anche
se era stata una notte oscura e senza fondo, l’avevo usata per riesumare certi souvenir
smorti e pieni di polvere. Stralunato, ho aspettato l’alba avvolto in un blues brusco
e lancinante di Black Ace. Una cosa che
può sembrare disperata e pietosa, ma ci sono piaghe che si ostinano a sanguinare,
e non serve a nulla rodersi il fegato cercando una ragione. Così, ho lasciato
che quel dolore mi trapassasse da parte e parte, perché è solo la tristezza che
resta.
C’è una rosa nello Spanish Harlem. Una rosa rara cresce nello Spanish Harlem, è speciale. Non vede mai il sole esce fuori solo alla luce della luna, quando tutte le stelle brillano. Cresce per strada proprio sul cemento. Ma è morbida e dolce e sognante (Spanish Harlem - Ben E. King).
C’è una rosa nello Spanish Harlem. Una rosa rara cresce nello Spanish Harlem, è speciale. Non vede mai il sole esce fuori solo alla luce della luna, quando tutte le stelle brillano. Cresce per strada proprio sul cemento. Ma è morbida e dolce e sognante (Spanish Harlem - Ben E. King).
Ero tornato a casa e, tentando di
catturare un emozione, ho messo un disco. Mi sono seduto sulla mia
poltrona e ho ascoltato quelle melodie da Top Ten degli anni sessanta,
che mi hanno
lasciato un retrogusto amaro. Ho fumato una sigaretta per intero, stando
in
piedi e guardando fuori dalla finestra il treno delle 21.04 passare in
orario. Quando
l’ho spenta ho tossito, e con quel rantolo sordo che saliva dal petto ho
avvertito
l’angoscia prendere il sopravvento. Dalla piccola dispensa ho tirato
fuori la
bottiglia di bourbon e ne ho bevuto un goccio, ma non bevo più come un
tempo, e
senza motivo ho riguardato l’orologio. Mi sono seduto un'altra volta
sulla
poltrona e ho preso un libro, sempre lo stesso. Ed è così che mi sono
accorto
che certe persone che si sono amate troppo, quando se ne vanno, si
portano via tutto,
anche quello che non sapevano di avere. Nella stanza ho sentito il
profumo di
mia madre traforarmi le narici, fino a farmele scoppiare. Quel profumo
che
sapeva di ciclamino. Spiritato, non ho avuto più nessuna fretta ad
uscire dalla
nebbia che andava e veniva. Tanto alla fine è sempre lo sgomento quello
che resta.
La malinconia è finita. Alex Chilton aveva solo sedici anni
quando cantò con i Box Tops in
tonalità maggiore “The Letter”, un
brano dalla durata di un minuto e cinquantotto secondi, scritto da Wayne Carson Thompson, che vendette più di un milione di copie e
raggiunse il numero uno nelle Billiboard Hot 100. Prodotto nell’American Sound
Studio di Memphis nel 1967 da Dan Penn, la canzone fu assai popolare
tra le truppe americane durante la guerra del Vietnam. Dammi un biglietto d’aereo. Non ho il tempo per un treno rapido. I
giorni solitari sono finiti. Io torno a casa. La mia ragazza mi ha appena
scritto una lettera. Verso le dieci del mattino sono uscito e sono stato sbaragliato
dal vento di scirocco che seguitava a soffiare da qualche giorno sulla città.
Il cielo l’ho smicciato con un occhio solo, era cupo da cima a fondo. Ho preso
la macchina e mi sono fermato al bar. Peppino mi ha servito un caffè lungo e corretto
con un cucchiaino di panna fresca. Glielo avevo chiesto io per addolcire l’amaro
che mi palleggiavo in bocca. Fuori, oltre i vetri sul marciapiede, la gente per
via del vento passava piegata. Fu mentre pagavo che mi sono guardato le mani grandi
e nodose, come quelle di mio nonno Iano. Sicuramente avevo un aria imbronciata
e nella radio della macchina ho messo una canzone che mi aveva sempre soccorso,
ma anche lei oggi sembrava insulsa e senza nerbo.
Ero pallido in quella faccia spigolosa che mi trovavo, e non mi piaceva come la vita mi aveva cambiato. Blood On The Tracks è un disco di Bob Dylan in cui si respira un aria di fallimento, ma anche di grande umanità, di uomini che vengono dalla notte e che hanno troppo stanchezza addosso e fanno una fatica del diavolo a stare in piedi. E allora si fermano e prendono fiato e, quando arrivano insieme alla loro ombra nella prima luce dell’alba, si siedono sui sassi ad aspettare il nulla.C'è un uccello sulla linea dell'orizzonte, su di una staccionata. Sta cantando la sua canzone per me a sue spese. Ed io mi sento proprio come quell'uccello, oh, oh mentre canto solo per te. Spero che tu mi possa sentire, sentirmi cantare attraverso queste lacrime(You're A Big Girl Now). Ero uscito traballante dalla nebbia e mi trovavo di nuovo per la strada. La musica ha dondolato leggermente sui fianchi e mi ha sorriso da lontano come a uno sconosciuto. Lo stereo della macchina era rimasto acceso e i Box Tops avevano cantato “I Shall Be Released”, senza che me ne accorgessi perché il volume era così basso che non l’avevo sentita. E’ anche questa è una cosa che resta.
Ero pallido in quella faccia spigolosa che mi trovavo, e non mi piaceva come la vita mi aveva cambiato. Blood On The Tracks è un disco di Bob Dylan in cui si respira un aria di fallimento, ma anche di grande umanità, di uomini che vengono dalla notte e che hanno troppo stanchezza addosso e fanno una fatica del diavolo a stare in piedi. E allora si fermano e prendono fiato e, quando arrivano insieme alla loro ombra nella prima luce dell’alba, si siedono sui sassi ad aspettare il nulla.C'è un uccello sulla linea dell'orizzonte, su di una staccionata. Sta cantando la sua canzone per me a sue spese. Ed io mi sento proprio come quell'uccello, oh, oh mentre canto solo per te. Spero che tu mi possa sentire, sentirmi cantare attraverso queste lacrime(You're A Big Girl Now). Ero uscito traballante dalla nebbia e mi trovavo di nuovo per la strada. La musica ha dondolato leggermente sui fianchi e mi ha sorriso da lontano come a uno sconosciuto. Lo stereo della macchina era rimasto acceso e i Box Tops avevano cantato “I Shall Be Released”, senza che me ne accorgessi perché il volume era così basso che non l’avevo sentita. E’ anche questa è una cosa che resta.
Avrei dovuto smettere di rimestare nei cassetti, di aprire porte, di spostare oggetti, di starmene lì a farfugliare parole che non trovavo, e proteggere la candela con la mano. Avrei dovuto smetterla di aprire bauli. Mi sarei dovuto semplicemente mettere a dormire ed aspettare le cose che restano. Quando sei un ragazzo tutto ti sembra possibile. Anche a Steve Forbert gli capitò di crederlo. Aveva solo 21 anni e se ne andò attraverso la strada 66 dal Mississippi per raggiungere New York, portandosi appresso l’armonica e la sua inseparabile chitarra acustica. E spero che moriate e che la vostra morte arrivi presto. Seguirò la vostra bara nel pomeriggio opaco. Veglierò mentre siete sepolti nel vostro letto di morte e resterò sulla vostra tomba finché sarò sicuro che siete morti (Master Of War - Bob Dylan).
Ero un bambino terribile, di quelli
che non si sottomettevano docilmente al volere degli adulti, e mi madre ha
avuto il suo gran da fare per tenermi a bada. Portavo gli occhiali e questo era
un handicap per me, perché senza urtavo da una lato all’altro. Piuttosto che
lasciarti menare, attacca testa bassa succeda quel che succeda, ripetevo tra me
e me. Ma avevo scatti d’ira improvvisi e impetuosi da cui era meglio star
lontani. Un sanguigno, un istintivo, che si dimenava e tarantellava di fronte
alle ingiustizie o a quelle che ritenevo tali. C’è di che commuoversi.
Ho finito di bere e sono uscito nuovamente in strada. Ho attraversato lentamente e ho preso la macchina là dove l’avevo posteggiata. Mi sono rifugiato in un bar, ma l’alcool mi fa diventare uno stronzo, allora ho pagato e sono tornato fuori in strada, con un velo di lacrime che mi solcavano il viso. La ragazza di fronte a me mi aveva fatto un sorriso di quelli che dicono tutto. Ma non era serata quella, e bisogna raccogliere le proprie forze quando si è fragili. Aveva preso a piovere e, in men che non si dica, mi sono ritrovato con la testa inzuppata. Ho udito una musica da qualche parte, era come un mozzicone di preghiera. “Heaven Stood Still” me la sentivo ancora che mi scorreva sulla pelle, come un brivido infinito, in quello che resta. Mentre una lacrima svanisce e l’alba asciuga gli occhi di un amante, basta con le lacrime sono andate via. per sempre. Credo che questo sarà per sempre. Il mio cuore nella tua mano sa che tutto ciò mi appartiene e allora, come un bambino, resto qui mentre il tuo cuore canta dentro di me. Il sogno della mia vita, una notte per l’eternità, il vento che sussurra piano e anche il Paradiso per un attimo si fermò. Un luogo dell’alba sa che tutto ciò mi appartiene, una rapsodia celeste (Heaven Stood Still- Willy De Ville).
Ho finito di bere e sono uscito nuovamente in strada. Ho attraversato lentamente e ho preso la macchina là dove l’avevo posteggiata. Mi sono rifugiato in un bar, ma l’alcool mi fa diventare uno stronzo, allora ho pagato e sono tornato fuori in strada, con un velo di lacrime che mi solcavano il viso. La ragazza di fronte a me mi aveva fatto un sorriso di quelli che dicono tutto. Ma non era serata quella, e bisogna raccogliere le proprie forze quando si è fragili. Aveva preso a piovere e, in men che non si dica, mi sono ritrovato con la testa inzuppata. Ho udito una musica da qualche parte, era come un mozzicone di preghiera. “Heaven Stood Still” me la sentivo ancora che mi scorreva sulla pelle, come un brivido infinito, in quello che resta. Mentre una lacrima svanisce e l’alba asciuga gli occhi di un amante, basta con le lacrime sono andate via. per sempre. Credo che questo sarà per sempre. Il mio cuore nella tua mano sa che tutto ciò mi appartiene e allora, come un bambino, resto qui mentre il tuo cuore canta dentro di me. Il sogno della mia vita, una notte per l’eternità, il vento che sussurra piano e anche il Paradiso per un attimo si fermò. Un luogo dell’alba sa che tutto ciò mi appartiene, una rapsodia celeste (Heaven Stood Still- Willy De Ville).
Ho lasciato correre la macchina che non è una Thunderbird. Tra qualche ora sarebbe stato giorno. Non mi facevo molte illusioni su gli altri, come su di me, d’altronde. John Hiatt, “Bring The Family” anno 1987: E’ un’immagine solitaria di un bicchiere vuoto...di un culo ubriaco che ulula alla luna, sperando che il sole non sorga troppo in fretta (Alone In The Dark). Aveva avuto gravi problemi in quel periodo, John , il fratello e una moglie morti suicidi. Un sacco di complicazioni psichiche l’avevano portato a vivere una vita sgretolata, notturna e desolata che, per tenerla in piedi e non sentirsi troppo solo nel buio, l’aveva affidata al bourbon e alla tossicodipendenza. Questo disco è la rinascita di un uomo attraverso l’amore puro e diretto. Perché è da laggiù che viene la musica, dall’altra parte del fiume, dove il vento è uno sciabordio su quello che resta. Ero proprio un ribelle solitario, di quelli senza bandiera, però. La disciplina che andasse a farsi fottere. Ma dovevo tenere duro per restare tale, dato che ad ogni rovescio d’acqua mi ritrovavo sempre bagnato dalla testa ai piedi. Il tempo, poi, non era servito a nulla. Che andasse a farsi fottere anche il tempo. Una volta è per sempre. “Take It Down”. Alla fine il giorno si è infilato nel buio ed è arrivato. Mi ero assopito sulla poltrona e mi sono svegliato con la testa che mi scoppiava. Fuori il vento spingeva i rami della palma, piegandoli ma non riuscendo a spezzarli. Ho appoggiato la fronte sul vetro freddo. Il cielo era ancora carico di pioggia. Ho bevuto una caffettiera intera, e per un attimo il cielo si è sgombrato ed è apparso uno spicchio di blu intenso insieme all’arcobaleno. Poi sono andati via insieme. Come due amanti. Anch’io, come chiunque altro, mi porto appresso la scorta enorme di menzogne senza le quali non è possibile difendersi dagli attacchi degli altri. E dunque stringimi nel buio. Possiamo sognare un freddo tramonto, fino all’alba del nuovo giorno, quando fuggirò via verso un tramonto color rossetto (Lipstick Sunset-John Hiatt).
Ho sempre fatto tutto con il cuore. Appunto. Ma è come fare un capitombolo nel buio. Socchiudi le palpebre e farfugli inferocito, guardando in fondo all’orizzonte. Lontani lontani, si vedono uomini senza futuro, ma con un passato. Uomini con occhi pieni di ombre e di pene. Pioveva ancora, anche se non troppo forte, ma non dava alcun cenno di smettere. Bisognerebbe ripartire da zero. Fare in modo che quello che abbiamo vissuto non esistesse. Ho acceso una sigaretta intanto che Otis Redding si prendeva lo sfondo. La sofferenza nel cuore non vuole lasciarmi dormire. Dov’è mai la mia bambina, Signore, dove può mai essere? (Pain In My Heart). Il piano ripeté gli accordi e gli ottoni entrarono brillanti, seguiti dalla chitarra di Steve Cropper che modellava il suo fraseggio alla voce miagolante di Big O’. Ho scrutato il quadrante dell’orologio ma non ho visto che ora fosse. Che importanza avrebbe avuto? Ah! Mondo cane.
Bartolo Federico
Hai tirato fuori anche Alex Chilton e Steve Forbert.......... un'altro trip :)
RispondiEliminaBlood di Dylan è il piu bel disco che abbia mai pubblicato (per me)
Tutte cose rimaste nel profondo del cuore.
RispondiEliminahttp://reanto.tumblr.com/post/88842287393
RispondiEliminaè bello ritornare su queste strade, sulla TUA strada.
RispondiElimina...e oggi che piove, oggi che non ho voglia di alzare le serrande, oggi che è ancora la stessa notte di ieri, oggi che non ho voglia di parlare lo lascio fare a te, che con le tue parole mi racconti e mi scuoti.
"certe persone che si sono amate troppo, quando se ne vanno, si portano via tutto, anche quello che non sapevano di avere." Quan't è vero! Ma il dramma è che si portano via anche quello che tu non sapevi di avere! E te ne accorgi solo quando ti viene tolto. E fa un male cane.
Un abbraccio da Fratello.
ci sono pezzi di vetro. siamo in trappola! ah però queste catene si spaccano,si staccano,dalla roccia a cui sono legate. e i viaggiatori su quei vecchi treni polverosi,con la fiasrmonica suonano vecchie nenie.si ruzzola giu' a tutto spiano. ma poi risaliamo a quattro zampe, tra i sassi, lungo la strada. aspetta l'uscita...fratello
RispondiEliminaReAnto R ,le foto sono bellissime.
RispondiEliminami hai individuato,nel buio e nella fuliggine di quella galleria. ed è quella luce rock, che da un bagliore che si può quasi vedere dall'altro capo del tunnel.
C'è il grande Badit in giro. Fate attenzione....
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