lunedì 31 ottobre 2016
sabato 29 ottobre 2016
Dammi La Chiave
Lady, Give Me Your Key: The Unissued 1967 Solo Acoustic Sessions
01 Sixface
02 Contact
03 Lady, Give Me Your Key
04 Once Upon a Time
05 Once I Was
06 I Never Asked to Be Your Mountain
07 Pleasant Street
08 Knight-Errant
09 Marigold
10 Carnival Song
11 No Man Can Find the War
12 I Can’t Leave You Lovin’ Me
13 She’s Back Again
domenica 23 ottobre 2016
Più Luce Della Luna
C’è stato un momento
tra il 1973 e il 1978, che il mercato discografico sembrava non facesse altro
che cercare dei nuovi Dylan. Ci sono finiti in tanti in quella "maledizione", perché
essere paragonati a Dylan è stata un aspettativa che alla fine ha portato quasi
sempre al fallimento commerciale. Chiunque a quel tempo stringesse tra le
braccia una chitarra acustica e aveva un pugno di canzoni scritte di proprio pugno,
finiva dentro quella "condanna". Ne sanno qualcosa Elliott Murphy, Phil Ocks, John Prine, Dirk Hamilton, Steve Forbet,
James Talley e tanti altri. Adesso Dylan è solo un vecchietto, per qualcuno anche maleducato e
arrogante, che non fa più tendenza. Pensate a quante inutili polemiche si sono
levate contro la sua nomina al Nobel per la letteratura. Ma in un modo o nell'altro, il mondo non
finisce in Norvegia. Quello che invece è chiaro, che non ci sarà mai un nuovo Dylan.
Anche perché il mercato discografico non lo cerca più uno come lui. Il rock’n’roll ha dispetto di noi vecchi
romantici ancora sulle barricate, è qualcosa che sta al chiuso di qualche sottoscala pieno di polvere e ragnatele. Figuratevi oggi a chi diavolo importi di diventare un folk-singer, squattrinato e solitario. I
ragazzi inseguono altri suoni, hanno altri idoli. Gira in un altro modo il mondo della musica. Si va solo nei talent show per emergere. La strada "maestra di vita" non conta più un cazzo,
la gavetta non si fa più sui palchi scalcagnati di periferia. Tutti vogliono diventare delle
star e viaggiare in prima classe. La tivù offre questo sogno effimero, questo salto nel
vuoto. L’apparire più della sostanza. Ma come al solito ci sono le eccezioni
che rimettono tutto in discussione. John Calvin Abney con il suo “Far Cries and Close
Calls” mi ha spiazzato sin dalla prima canzone quando con una voce nasale
e sporca di polvere, si è messo a cantare il suo amore per il rock’n’roll. Mi ha
preso con se e mi ha portato tra quelle strade dove sono stato un mucchio di
altre volte, in quei luoghi consumati dal tempo e dalla nostalgia, e lo ha
fatto con un piglio fresco e genuino, sincero e onesto. E allora la sua
solitudine è diventata anche la mia. Sono un mazzo di canzoni che vale
la pena ascoltare e consumare, fino alla nausea. Certo John Calvin Abney non è il nuovo Dylan, ma
ci somiglia accidenti a lui, se ci somiglia. Perché volenti o nolenti si resta soli
nella nebbia, e l’unica luce che abbaglia sono queste piccole stelle nel cielo.
giovedì 20 ottobre 2016
Non Viene Mai Nessuno A Trovarmi
La
sbronza mi era passata è il mattino era arrivato sornione, portando con sé il
vento caldo di scirocco. Mi sono alzato e ho guardato fuori dalla finestra. La
strada si era già riempita di macchine e camioncini, che rifornivano le varie
botteghe della zona. Ho notato due ragazze carine camminare a piedi, ma erano
troppo giovani per uno come me. Nel frattempo ho anche guardato
l’ora nel pendolo sopra la mia testa. Mi sentivo tutto indolenzito e avevo un
certo amaro in bocca. Ho fatto il caffè e messo sul piatto un disco che era da
giorni che volevo riascoltare. La casa aveva un aspetto gentile. Anche senza le
rose che lei posava ogni giorno in un vaso sopra la cucina. Il suono dei
clacson e lo strascichio dei passi sotto l’imposta, mi tolsero da quei
pensieri. Mi piace indugiare in fantasie inutili è un modo come un altro, per
tirare avanti. Per alleviare il dolore. Treeless Plain dei Triffids lo
comprai appena uscito nel 1983, solo per la curiosità di sentire la cover
di I Am Lonesome Hobo di Bob Dylan. Ma alla
fine mi piacque tutto quel disco per quell’atteggiamento
d’irriverenza e spavalderia che aveva nel proporre cose vecchie, che sembravano
nuove. La band era capitanata da David Mc Comb un tipo smunto
e solitario che proveniva dai deserti australiani, e suonava musica vestita di
nero, impiastricciata da quella malinconia cara ai Velvet
Underground. Allora però ero come dentro un grande tunnel e filavo verso
cose ignote. Così quelle canzoni, mi fecero tremare dalla testa ai piedi. Quando
è arrivata Madeline ho provato un po’ di calore, come quando
ero tra le sue cosce. Dopo ho chiuso la tapparella perché il vento stava
portando troppo scompiglio nella stanza. Non puoi fare sempre il coglione alla
fine la gente si stanca, e anche tu. Mi sono fatto una doccia, mi sono messo
dei vestiti puliti, e ho guardato nuovamente in strada. Certe volte mi sembro
un sensitivo. Anche stavolta lo avevo previsto che non sarebbe durata a lungo.
Quello
che ho imparato nell’andare avanti e di non avere mai fretta. Non serve a
nulla la fretta se non a occultare e offuscare sfumature. Disperdere dettagli.
E si può cambiare idea senza per questo sentirsi in colpa. Si resta però
sempre sgomenti di fronte alla crudeltà degli uomini. Guardai il pendolo che
produceva un rumore strano. Anch’io avrei potuto essere migliore. Fried di Julian
Cope l’ex leader dei Teardrop Explodes fu pubblicato
verso la fine del 1984. E' un disco che pare uscito da una notte di un uomo che
guarda la luna andare alla deriva portandosi nel mattino, scrosci di pioggia e
lacrime. Un uomo che non nasconde mai ciò che prova. Che stropiccia gli occhi
nel buio e si agita come impazzito, fra creature dall’aria feroce e stanca.
Ognuno può prendersi ciò che vuole da questo disco stralunato,
psichedelico, visionario, barettiano. Basta imboccare le sue stradine senza
luce e pur con quella leggera paura negli occhi, si può trovare persino un po’
di colore. Un disco da consumare per sempre. Anche se questo mondo fa fin troppo disgusto. Tutti imbrogliano e s’imbrogliano
quindi non conviene mai abbassare la guardia, se non si vuol restare fottuti
oltre il dovuto.
La vecchia scala del palazzo si attorciglia attorno ad una ringhiera sbieca e arrugginita. Sul corridoio ma solo nel mio pianerottolo, c’è un grande specchio appoggiato sul muro. Qualcuno lo ha lasciato lì, dopo aver traslocato. Un giorno o l'altro lo toglierò perché ogni volta che passo, devo fare i conti con me stesso. Quando risali il tragitto controcorrente il rischio che si corre, è di ammutolirsi. Con quel dolore che ci si porta appresso, e le mani infilate nelle tasche della giacca, si rimane a sognare ad occhi aperti. Quella fiumana di persone fuori il metrò che quasi mi sommerge, ha facce che paiono scavate nell’ombra. E mentre i graffitari hanno ricoperto i muri dei loro capolavori, qualcuno a quell'ora del giorno sta suonando a tutto volume The Living End, dei The Jesus And Mary Chain. Sembra tutto accettabile e presentabile ai nostri occhi, almeno fin quando le cose non prendono a girare storte. Jesus And Mary Chain si erano rivelati grazie ad un 45 giri che conteneva Upside Down, e la cover di Vegetable Man di Syd Barrett. Il cuore fragile e sincero dei Pink Floyd. L’artista pazzo, rimasto prigioniero della sua stessa mente. Allora però ero sulla cresta dell’onda e non avevo cominciato la discesa. Sul vetro appannato adesso corrono rivoli di pioggia. Psycocandy consumò tutta la luce del giorno, la mia amarezza, e mi diede anche una gran quantità di coraggio. Un disco di pop- rock suonato con chitarre distorte, avvolte da un ritmo frenetico, sconnesso, e dalla ruvida eleganza che il punk ci ha lasciato in eredità. Un disco dall’atmosfera torbida, semplice e perfetto. Abbiamo il diritto di girarci e rigirarci da un lato e dall’altro, senza che nessuno c’è lo impedisca. Abbiamo il diritto di difenderci dalla bramosia di potere di questi politicanti bugiardi e mostruosi, che fanno finta di governarci. Ho acceso una sigaretta e in qualche modo mi sono anche commosso.
Angelina
la conobbi che portava degli stivali texani di pelle di serpente, jeans sdruciti,
e una maglietta bianca della Levi’s. La prima volta che si spogliò davanti a
me rimase ferma in mezzo alla stanza in mutandine e reggiseno, che erano
di colore nero. Mi guardò con quei suoi occhi profondi come per invitarmi
a prenderla tra le mie braccia. Ma restai fermo nella penombra, per poterla
osservare ancora un po’. Era di una bellezza prepotente. Poi abbiamo fatto
l’amore senza dire una parola. Le parole ci avrebbero portato fin troppo
lontano, e non era il caso. La vita viene
e non fa male, cantò Syd Barret. Più tardi stappai una bottiglia di vino
rosso, e presi due bicchieri. Mi stava di fronte graffiando la copertina di un
disco con l’unghia del mignolo. Ho preso la bottiglia e me la sono messa
accanto. Il cuore sembra impazzito. Ho acceso lo stereo. Pleasee To
meet Me è un disco dei "The
Replacements" prodotto da Jim Dickinson all’Ardent
Studio di Memphis, nel 1987. Era il loro quinto disco e anche il primo e unico
suonato come trio. Nightclub Jitters ha fatto irruzione alle tre e
venti della notte. Le cose tristi mi rendono davvero romantico, e
mi fanno perdere dentro la musica. Angelina
ha lasciato molti indizi sparsi per l’anima, è un fantasma
nel riquadro della mia porta di casa. Avvertirla è come incidere con un
coltello su una vecchia ferita. Certi ricordi quando ti arrivano sono davvero
devastanti. Dovrei imparare a chiuderla per sempre quella
porta. Pleasee To meet Me fece invece breccia nel cuore
di molti drogati, insonni, e fuori di testa. Gente in collera con il mondo, con le labbra
serrate e l’anima in fiamme. Anche l’ombroso Tom Waits, lo nascose
sotto il suo cappello.
Agitarsi
non serve a nulla perché tutto passa. Anche il dolore.
Basterebbe avere la pazienza di aspettare e tirare fuori al momento giusto un
po’ di coraggio. Fuori la pioggia sibila e la mia anima è come un avanzo di
cibo avariato. Robyn Hitchcok
ha sempre scritto canzoni sghembe e affascinanti. “I Often Dreams Of Trains” album del 1984, suona come un abbandono,
un saluto rubato dietro un finestrino appannato dalla pioggia, di qualcuno che
se ne va per sempre. Brividi folk scheletrici e grigi. Una luce gialla in un
piccolo buco maleodorante. Fogli di giornali e scarabocchi sulle pareti,
fiammiferi bruciati, croste di pane, occhi tetri, e pioggia che cola sulla
faccia. Canzoni per solitari, che si assottigliano sotto il cielo di Londra.
Mentre aspettano un altro treno. Una
sera mentre camminavo per far ritorno a casa ho buttato la cicca per strada,
una cosa che di solito non faccio mai. Mentre una leggera emicrania
stava facendo capolino ho guardato la punta delle mie scarpe, e mi sono
fermato appoggiandomi nel portone di un palazzo. Un piccolo spacciatore è
sbucato dall’ombra e mi ha guardato come per capire se fossi uno sbirro. Di
quegli sbirri solitari che se ne vanno alla ricerca di prostitute,
alcolizzati, e piccoli malviventi. Persone che il mondo schiva. Ma il marciume
sta da un’altra parte. Ai voglia quanto criminali troverebbero quegli sbirri
se gli facessero fare davvero il loro mestiere. Se potessero davvero bussare in
quelle porte che non si possono mai scardinare. Nelle porte del potere. Non mi
piace questo mondo così come è messo. Ma non posso farci nulla. Chi
fermerà tutte le guerre? Le nostre disgrazie stanno lì. Non ci vuole poi molto
a capirlo. Ma ognuno ha le sue rogne in questa vita, e si tiene stretto dentro
le sue debolezze. Di solito è il dolore quello che si esibisce, il piacere
si tiene nascosto come fosse una vergogna.
Il
primo album delle Violent Femmes è uscito nel 1983, ed è un
disco rivoluzionario. Contiene canzoni piene d’umanità, di rabbia e d’amore,
che prendono qualsiasi deviazione sia loro concessa. Qui non ci sono
paillettes, ne falsi sorrisi, e neanche inganni. C'è solo musica che ridà una
speranza a chi è rimasto senza più nulla. Tre ragazzi fermi all’angolo della
strada. Due giri di strofe e ti ritrovi a cantare insieme a loro, immerso
nella nebbia. Chi se lo sarebbe mai aspettato. Ho ancora qualche
libro con me. Una vecchia radio, le foto della mia famiglia, una chitarra, una
macchina fotografica, dei vecchi scritti. Niente di speciale. Ma questi sono i
miei ricordi. Nella buca della posta ho ritirato due bollette. Ho risalito
lentamente la scala di casa tenendomi dal corrimano. Mi sento al sicuro in
questo palazzo anche se dal lucernario sfondato, piove sui
pianerottoli. Ma tanto a me non viene mai nessuno a trovarmi.
Bartolo
Federico
martedì 18 ottobre 2016
sabato 15 ottobre 2016
Una Folata Di Vento
Bè, allora buona notte io me ne vado da qualche parte al
chiaro di luna, fra le ombre. A sentirmi fuori squadra per un altro po’. Certo continuo
a combattere ma con meno convinzione, con più stanchezza. Lentamente tutto passa
in una folata di vento, anche la voglia di avere ragione, di avere giustizia,
anche quella passa. Ho tolto il tappo dalla bottiglia, e ne ho bevuto un sorso.
Senza compagnia, senza amici, senza nessuno, lì da solo con quella lieve brezza
che agitava il mare, e faceva frusciare le canne. Sono rimasto in silenzio, in
quel posto, solo per riprendere l’equilibrio. Verso le quattro del mattino sono
tornato a casa sgualcito come un foglio logoro, e ho messo una vecchia canzone.
Bartolo Federico
mercoledì 12 ottobre 2016
Grant Hart -Intolerance- 1989
Nella stanza c'era solo una sedia solitaria. Mi sono seduto ma prima ho chiuso la porta. Una voce mi ha chiesto : Chi è?
lunedì 10 ottobre 2016
Quando scende l'ombra scura della sera (Mississippi Juke Joint Blues)
1. Louis Jordan - Do You Call That A Buddy (3:15)
2. Ollie Sheppard - Cool Kind Papa (2:40)
3. Blind Boy Fuller - Good Feelin' Blues (2:42)
4. Billie Holliday - God Bless The Child (2:59)
5. Art Tatum & Big Joe Turner - Wee Baby Blues (2:56)
6. Jay McShann - Vine Street Boogie (2:35)
7. Lil Green - Why Don't You Do Right (2:58)
8. Sammy Price - Things About Coming My Way (3:14)
9. Buddy Johnson and His Band - Boogie Woogie's Mother-In-Law (3:07)
10. Louie Jordan - T-Bone Blues (3:09)
11. Tommy McClennan - Tiger Rag (2:49)
12. The Four Clefs - Dig These Blues (3:02)
13. Andy Kirk and his Clouds of Joy - Fine And Mellow (3:02)
14. Sister Rosetta Tharpe - There Is Something Within Me (2:26)
15. Georgia white - Come Around To My House (2:40)
16. Buddy Johnson - Please Mr. Johnson (2:58)
17. John 'Sonny Boy" Williamson - I Been Dealing With The Devil (2:50)
18. Walter Davis - Come Back Baby (2:47)
19. Bill 'Jazz' Gilliam - She Belongs To Me (2:55)
20. Woody Herman - Blue Flame (3:18)
21. Memphis Slim - Beer Drinking Woman (3:23)
22. Roosevelt Sykes - Knock Me Out (3:01)
23. Johnny Hodges - That's The Blues Old Man (2:56)
24. Big Bill Broonzy - Getting Older Every Day (3:20)
25. Count Basie with Jimmy Rushing - Goin' To Chicago Blues (3:26)
26. Buddy Jones - Red Wagon (2:59)
CD 2
1. Tommy McClennon - Whiskey Head (3:01)
2. Peetie Wheatstraw - Gangster's Blues (2:46)
3. Earl Hines & Billy Eckstine - Jelly Jelly (3:23)
4. Lil Green - My Mellow Man (3:00)
5. Sister Rosetta Tharpe - Stand By Me (2:54)
6. Big Bill Broonzy - When I Been Drinking (2:52)
7. Louis Armstrong - 2.19 Blues (2:53)
8. Memphis Slim - Grinder Man Blues (3:08)
9. Buddy Johnson and his Band - New Please Mr. Johnson (3:07)
10. John 'Sonny Boy' Williamson - War Time Blues (2:59)
11. Otis Sheppard - Throw This Dog A Bone (2:38)
12. Bill 'Jazz' Gilliam - Key To The Highway (2:41)
13. Walter Davis - No Place To Go (2:56)
14. Artie Shaw - Blues, pt 1 (3:13)
15. Artie Shaw - Blues, pt. 2 (3:10)
16. Lil Green - Love Me (3:02)
17. Louis Jordan - Saxa-Woogie (2:39)
18. Billie Holliday - Solitude (3:17)
19. Count Basie And His Orchestra - Basie Boogie (2:23)
20. Blind Boy Fuller - Passenger Train Woman (2:49)
21. Roosevelt Sykes - She's In My Blood (3:04)
22. Sammy Price - Just Jiving Around (2:51)
23. Louis Jordan - Pinetop's Boogie Woogie (2:58)
24. Washboard Sam - Yes I Got Your Woman (2:56)
25. Jimmy Lunceford - Chocolate (3:02)
26. Count Basie with Jimmy Rushing - Undecided Blues (2:57)
CD 3
1. Fats Waller - All That Meat And No Potatos (2:46)
2. Earl Hines with Billy Eckstine - Julia (3:09)
3. Georgia White - Mama Knows What Papa Likes (2:28)
4. Sammy Price - I Know How To Do It (2:48)
5. Larry Clinton - Do You Call That A Buddy (3:38)
6. Washboard Sam - Just Got To Hold You (2:43)
7. Louis Jordan - Brotherly Love (Wrong Ideas) (3:01)
8. Erskine Butterfield - You Might Have Belonged (2:57)
9. Jimmy Lunceford - Whatcha Know Joe (2:41)
10. Bing Crosby & Connie Boswell - Yes Indeed (3:11)
11. Andy Kirk And His Clouds Of Joy - Fifteen Minute Intermission (3:07)
12. Fats Waller - Buckin' The Dice (3:29)
13. Lil Green - What Have I Done (2:45)
14. Artie Shaw - Cross Your Heart (2:38)
15. Count Basie And His Orchestra - You Betcha My Life (2:36)
16. Buddy Johnson - I'd Be Ever So Grateful (3:10)
17. Sammy Kaye - Daddy (2:59)
18. Big Bill Broonzy - Rockin' Chair Blues (2:49)
19. Louis Armstrong - I'll Get Mine Bye And Bye (3:04)
20. Fletcher Henderson - I Like Mine Sugar Sweet (2:31)
21. Jimmy Lunceford - Twenty-Four Robbers (3:09)
22. Erskine Hawkins - Tonight You Belong To Me (3:26)
23. Ella Fitzgerald - Keep Cool Fool (3:04)
24. Cab Calloway - We Go Well Together (3:06)
25. The Ink Spots - Until The Real Thing Comes Along (3:35)
CD 4
1. Lil Green - Romance In The Dark (3:22)
2. Louis Armstrong - Perdido Street Blues (3:06)
3. Count Basie - Dupree Blues (3:08)
4. Big Bill Broonzy - Shine On, Shine On (3:00)
5. Four Of The Bob Cats - Call Me A Taxi (3:12)
6. Louis Jordan - Pompton Turnpike (3:05)
7. Artie Shaw - My Blue Heaven (2:53)
8. Peetie Wheatstraw - Look Out For Yourself (3:01)
9. Jay McShann - Swingmatism (2:40)
10. Jimmie Lunceford - Battle Axe (2:51)
11. Glen Miller - Boulder Buff (3:32)
12. Count Basie - Down, Down, Down (3:03)
13. Art Tatum - Battery Bounce (2:32)
14. Johnny Hodges - Good Queen Bess (3:03)
15. Buddy Johnson - In There (3:04)
16. Fletcher Henderson - Let's Go Home (3:03)
17. Erskine Hawkins - Riff Time (3:04)
18. Artie Shaw - Summit Ridge Drive (3:22)
19. Four Of The Bob Cats - I Hear You Talking (2:26)
20. Glenn Miller - The Booglie Wooglie Piggy (3:21)
21. Buddy Johnson - Swing Along With Me (3:17)
22. Louis Jordan - Pan Pan (2:52)
23. Larry Clinton - Taboo (2:55)
24. Earl Hines - Comin' In Home (2:47)
25. Count Basie And His Orchestra - Red Wagon (2:59)
CD 5
1. Count Basie - 9.20 Special (3:08)
2. Woody Herman - Misirlou (3:15)
3. Tommy Dorsey - Yes Indeed (3:27)
4. Cab Calloway And His Orchestra - I See A Million People (But All I Can See Is You) (3:01)
5. Earl Hines/Billy Eckstine - I'm Falling For You (3:05)
6. Louis Armstrong - Yes, Suh! (2:23)
7. Jimmie Lunceford - I Had A Premonition (2:55)
8. The Ink Spots - Keep Cool Fool (2:58)
9. Ella Fitzgerald - No Nothing (3:09)
10. Count Basie - Let Me See (2:47)
11. Erskine Butterfield - Because Of You (2:49)
12. Tommy Dorsey - Will You Still Be Mine (3:19)
13. Erskine Hawkins - Keep Cool Fool (3:36)
14. Sam Price - Valetta (3:05)
15. Woody Herman - Fan It (3:04)
16. Artie Shaw - Moonglow (3:31)
17. Erskine Hawkins - No Use Squawkin' (3:17)
18. Jimmie Lunceford - Please Say The Word (2:41)
19. Louis Jordan & His Tympany Five - The Two Little Squirrels (Nuts To You) (2:28)
20. Count Basie - Tuesday At Ten (2:57)
21. Lil' Green - Give Your Mama One Smile (2:33)
22. Woody Herman - South (2:58)
23. Bing Crosby & Connie Boswell - Tea for Two (2:26)
24. Gene Autry - Maria Elena (3:04)
domenica 2 ottobre 2016
Ballata Di Un Uomo Solo
Continuavo a tremare e non era una questione di freddo. Mi sono ripreso poco a poco, fin quando non sono riuscito a fermarmi, e accendermi una sigaretta. Alle cinque del mattino mi sono guardato in una vetrina, non ho visto niente dietro lo specchio. Solo una faccia grigia come quella passeggiata che avevo fatto in preda al panico. Una passeggiata triste come un fondo di bottiglia. Ma quelle memorie venute dal sottosuolo mi avevano riportato a galla vecchie ferite, sogni infranti, cicatrici, e rumori di ogni tipo. Alle volte conta quello che non hai fatto, più di quello che hai fatto. Ricordarmelo mi aveva messo in moto una miriade di cose, che non ero riuscito a governare. Ma la paura si sa è una brutta bestia, ti blocca, ti tiene a testa in giù, non ti fa respirare. Ti sbatte nel vento e ti fa stare da solo, pieno zeppo di pregiudizi. Il mattino è arrivato come un ospite indesiderato, accompagnato da una pioggerellina lenta e fastidiosa. Quando sono rientrato a casa mi sono seduto sul bordo del letto,e ho canticchiato un blues, pieno zeppo di sospiri e ansie. Ho acceso la piccola caffettiera e l'odore del caffè mi ha confortato. Mi sentivo logoro, come un vecchio disco consumato per le troppe volte che ha suonato. Dallo scaffale ne ho preso uno qualunque l'ho sfilato dalla copertina e l'ho adagiato sul piatto. Ho guardato le mie mani lunghe e nodose, senza pensare a nulla. Il cellulare ha squillato più volte. Non ho risposto. E' un mondo che non capisco, un mondo fatto di gente pronta a vendersi di fronte ai ricchi. Un mondo che prende a calci nel culo i poveri, gli sfigati, i sognatori. Chiunque voglia navigare al contrario. E' difficile quando anche la giustizia è venduta al miglior offerente, starci sopra. C'è poco da sperare. Almeno per chi come me in qualche modo ha perso. Ma non si può resistere a lungo o quanto si vorrebbe. Ho sentito una malinconia invadermi, ed era come l'eco di una nuova melodia. Così ho ascoltato e riascoltato quel blues dentro di me, mi sono imbevuto di ogni nota e della sua struggente amarezza. E prima che me ne accorgessi, la notte ha allungato la sua mano. Senza dire una parola.
Bartolo Federico
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